Itinerario nell'entroterra marchigiano: un balcone naturale da cui si possono vedere maestosi sfondi montani color turchese e l’azzurro dell'Adriatico. Tra le tante bellezze offerte da questo territorio, la Gola del Furlo è tra le più rinomate, anche grazie alla ricca eredità storica.
Il percorso MTB Gola del Furlo si svolge a ridosso della gola, partendo dall'abitato di Furlo, sulle rive del fiume Candigliano le cui acque azzurrastre hanno per millenni scolpito la roccia fino alla formazione attuale. Il tracciato consta di una salita abbastanza impegnativa, all’inizio su asfalto e per nove decimi su fondo naturale. La discesa è decisamente impegnativa, ma molto divertente.
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Gola del Furlo: un po' di storia
Situata sull’antico asse della Via Flaminia è stata per tanti secoli un punto strategico della viabilità della penisola. Gli imperatori Romani eressero imponenti opere di ingegneria viaria ed idraulica per procurarsi un passaggio ai piedi del massiccio. In ordine di tempo l’ultimo più importante ospite di questi luoghi è stato Benito Mussolini che era solito soffermarsi nell’ Albergo di Furlo dove è ancora conservata intatta la sua sala da cena.
Un ricordo decisamente più appariscente legato a questo personaggio è il lavoro eseguito dalla Guardia Forestale negli anni trenta nel tentativo di ridisegnare il profilo del monte Pietralata ispirandosi ai lineamenti del Duce. Un’opera parzialmente distrutta nel dopoguerra dai partigiani, ma che ancora oggi salta all’occhio con evidenza.
Furlo (186 m) - Cima Monte Paganuccio (976 m)
Partenza dall’ampio parcheggio del parco, una leggera discesa fino ad attraversare le vitree acque del Candigliano, nel passaggio che precede la loro entrata nella celebre gola. Si sale in modo molto snello su asfalto per un breve tratto, e si imbocca un’ amplissima carreggiata su fondo ghiaioso con pendenze non impegnative fino al rifugio forestale Pradella ( incrocio a 8 con la discesa finale).
Si continua a salire senza variare tipologia di fondo ma con pendenze decisamente più ardue. Superato un ultimo quadrivio, inizia la scalata più dura: una salita al 20% su un terreno reso ancor più impegnativo dalla minor aderenza. A ripagare lo sforzo è l’incantevole panorama ammirabile a 360 gradi dall’appennino al mare.
Gli ultimi decisivi sforzi sono sull’erba da pascolo dei prati di Paganuccio: ma a questo punto la conquista della vetta è questione di pochi metri. Il cartello CAI Monte Paganuccio segna la fine della prima e più lunga salita.
Monte Paganuccio / Rifugio Pradella (577 m)
Inizia in modo molto brusco il primo tratto della discesa: tracciato stretto a tratti sconnesso, mette a dura prova le doti di equilibrio. Dalla metà in poi si fa molto più guidabile e divertente. Si sbuca su un largo stradone dove si ricomincia a salire in senso orario. Un segnavia CAI punta su un Single Track di cui si intuisce a malapena la presenza per il folto manto d’erba. Alcuni tratti presentano una certa esposizione, ma le pendenze non sono così accentuate da renderli pericolosi.
Difficile dare una definizione a questa discesa le cui caratteristiche variano ad ogni curva: ed è proprio questo a renderla particolarmente apprezzabile.
Rifugio Pradella / Furlo
Si ripassa nel punto di intersezione del Rifugio Pradella, imbucando l’ultimo tratto e forse il più ostico di tutto l’itinerario. Alcuni passaggi sono una scuola di mtb per imparare la giusta impostazione su terreno sconnesso. Diversi passaggi sono al limite della percorribilità e la presenza di canyon scavati dall'acqua richiedono un'ancora maggior perizia di guida. Un fragoroso ruscello dove far sbollire i freni segna la fine di questa febbricitante discesa. Poche centinaia di metri e si ritorna al parcheggio.
Per altri percorsi in tutto il nord e centro Italia consultate la mappa degli itinerari in mountain bike, in costante aggiornamento.
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