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Bicitalia: viaggio in Italia in bicicletta | Bari - Gallipoli
Il giro estivo di quest'anno lo dedico al mio paese, un po' per par condicio e un po' per la comodità della lingua, come anche per i collegamenti telefonici che sono molto meno complicati e costosi. L’estero attira, ma alla lunga distoglie dalle bellezze nostrane e sono curioso di vedere se l’erba dei nostri prati è verde tanto quanto quella oltreconfine. Non è meno impegnativo preparare la partenza per un viaggio in bici in Italia, considerando che ho un volo in aereo da fare e che il tragitto si dipanerà su una lunghezza di circa 1700 km, con la ricerca di mappe da stampare e itinerari da inventare. Con molta calma, produco allenamento, imballi, carte e percorso di massima. La data di partenza sembra lontanissima, ma quando manca una settimana tutto accelera e mi ritrovo al mattino del 28 maggio emozionato, carico e scattante...
Giornalmente ho tenuto un diario di viaggio scrivendo con una tastiera portatile da connettere allo smartphone (eccezionale), ho scattato circa duemila foto che ora correggo e salvo oppure cestino perché scattate in corsa o doppioni in varie esposizioni. Ad ogni partenza quotidiana registravo il percorso con l’applicazione sportiva Strava e, a tratti, contemporaneamente ascoltavo musica oppure chiacchieravo al telefono con Tiziana che ha saputo accompagnarmi amorevolmente per tutto il percorso limando qualche punta di solitudine.
Salite dure a volte, che ripagavano con emozionanti panorami o suggestivi paesini arroccati, lunghi periodi senza cuffie per ascoltare il territorio e il chiacchiericcio di un fiume che scorre con gli uccelli che fischiano volteggiando. La bicicletta è stata la mia complice e quest'anno vittima di buche a velocità troppo alte.
Abbiamo superato la criticità di pedali scricchiolanti, di un raggio anteriore rotto e del cerchio posteriore crepato in due punti in prossimità dei raggi, ma siamo andati avanti, a volte sconsolati e in altre arrabbiati e decisi a portare fino in fondo il progetto intrapreso. E ce l’abbiamo fatta.
Giovedì 28 maggio - La partenza
Pedalo attento, emozionato, sono i primissimi chilometri di viaggio e scoperta. Quindi, questa è Bari. Si, la città arrivo che si trasforma in partenza. Il riferimento dell'aeroporto di atterraggio del volo Ryan è un reticolo di vie, all'inizio ordinate e perpendicolari, tendenti poi a diventare vicoli quando mi avvicino al centro storico. È una giornata che sembra non voler mai finire, nella quale ha giocato oggi un ruolo forte l' emozione, l'incognita di una partenza con il dubbio costante di avere dimenticato qualcosa di importante o che al ceck-in rifiutassero lo scatolone della bici, o ancora che nelle manovre di carico e scarico qualcosa avesse potuto rompersi.
Infine tutto si è snodato come era naturale che fosse. Maurizio, gentilissimo, mi ha accompagnato a Ronchi, Tiziana mi ha salutato e augurato buon viaggio, ho fatto i controlli, ho visto l'aereo arrivare, sbarcare una vagonata di gente e relativi bagagli, ho squadrato la bici che saliva e infine mi sono accomodato al posto godendo del decollo e di un volo ultrarapido che mi ha scaricato in perfetto orario a destinazione. Chi parla male di Ryanair credo lo faccia immotivatamente, perchè costa poco ( 90 euro io e la bici) ed è puntuale e sicura.
Ho liberato la bicicletta dall'impacco che avevo confezionato e sigillato con estrema cura, montandola quanto più velocemente possibile per evitare di pedalare al buio sui 14 km verso il b&b in centro, ma nonostante tutto sono arrivato al chiaro di luna e grazie all'aiuto del navigatore del telefono, proprio davanti al portone d'ingresso della struttura. Mi ha accolto il signor Riformato, un giovane che per caso e coincidenza, è originario di Massafra, paese natale di mia madre che mi ha spiegato la strada per arrivare in centro dopo essersi fatto pagare i 24 euro pattuiti per la stanza, una matrimoniale enorme dove ho sistemato la bicicletta prima della visita a piedi.
Bari è attraversata da folate di vento rabbrividenti e al buio poco si rivela al passaggio. Ha un eleganza arcigna, gode di un biancore di pietre e marmi come fosse una sposa che attende. Gradevole camminata allietata da una cena a base di panzerotti fritti riposati (non bollenti...) e una crema di gelato di ottima fattura. Nella stanza, collego alla rete le batterie e vado a coricarmi, perchè domattina si comincia il viaggio in bici alla luce del giorno, che le previsioni preannunciano radioso, verso Lecce o quanto più vicino riesco ad accostarmi.
Venerdì 29 maggio - Verso Lecce in bici
Sole e mare, un'alleanza che ha allietato tutta la giornata. A parte qualche sporadica nuvola che ha adombrato i panorami per brevi momenti, la luce è riuscita a dare alle mie foto, quelle fatte con la mia Samsung, un contrasto deciso e una corposa saturazione di colori. Uscito dall'albergo di Bari alle sette e mezzo, ho esplorato i viottoli del centro e verso le otto e mezzo, ho preso la direzione in uscita verso sud. Il vento alle spalle mi ha aiutato tanto, facendomi tenere velocità prossime ai 30 km/h. Solo così sono riuscito ad arrivare a Brindisi, perchè credo che se l'avessi avuto contro, mi sarei dovuto fermare molto prima.
Strada piatta e navigazione senza problemi, a parte un breve tratto dentro un villaggio turistico. Molto gradevole il passaggio a Polignano a mare, che si offre nel selvaggio confronto tra le case a picco sulla scogliera e il mare impetuoso che sbatte.Avrei voluto proseguire fino a Lecce ma la stanchezza e l'orario ormai tardo mi hanno convinto a cercare un domicilio. Sono ospite del b&b Manzoni che prende il nome dall'omonima via per 40 euro con colazione. Famiglia affabile e disponibile. La bici è al sicuro, io ho cenato a panzerotti e gelati e gli occhi stentano a rimanere aperti. Domani altra giornata di piattone, che prepara le gambe per le sfide più dure di una Basilicata che prevedo molto più dispendiosa e lenta.
Sabato 30 maggio - Il cielo è sempre più blu
Una colazione rapida e il commiato dalla stanza di Brindisi per riprendere confidenza con le strade della città, per il tratto verso la provincia di Lecce. Aria tersa, tiepida e indugio ancora un attimo davanti a un caffè espresso. Poi esco dall'abitato seguendo le indicazioni del fidatissimo gps.
Mi ritrovo in una strada di campagna, sgombra e senza traffico. È il momento di sentire Titti che mi racconta di essere vittima del virus del momento e mi terrifico pensando che se mi capitasse in viaggio sarebbero due o tre giorni di agonia. Per fortuna sono in forma e non avverto sintomi. La strada compie un giro tortuoso mettendo chilometri sotto le gomme, schivo una colossale centrale dell'Enel e poi finalmente rivedo il mare. La strada Litoranea è un dedalo di buche che percuotono le ruote, devo stare molto attento.
Vorrei passare più tempo sulla costa, ma la direzione è ostinatamente orientata verso l'interno. In aggiunta, ho un vento contrario teso e insidioso che sui lievi saliscendi crea un'ulteriore dose di fatica. Passo il confine della provincia ed entro in quella leccese. Finalmente riesco a correre vicino la costa ed è un incanto di luce e profumo di posidonia. Attraverso una riserva naturale del wwf che regala un percorso molto bello a ridosso di una zona umida e qui domina il penetrante odore delle ginestre che si sposa a quello dei pini marittimi. A Melendugno ho la fortuna di scorgere le indicazioni per la grotta della poesia, una piscina naturale molto frequentata dai giovani del posto che compiono tuffi spettacolari.
Domenica 31 maggio - Il Tacco d'Italia
Quando esco dall'albergo sono appena le otto, la bici carica che attende di essere portata giù dalle scale per partire alla volta di Santa Maria di Leuca. Nel sollevarla sento una piccola fitta al lombo e capisco che è un disturbo che mi accompagnerà per tutto il giorno. Per fortuna la schiena fa male solo quando cammino, mentre in bici riesco a pedalare sia in piedi che da seduto. La strada è un continuo saliscendi, gira sui fianchi della costa regalando panorami emozionanti che condivido con i grupponi di ciclisti stradali locali che approfittano del fresco del primo mattino.
I saliscendi sono frustate sulle gambe che lentamente diventano toniche e reattive e tra una foto e l'altra approdo a Castro Marina per una pausa caffè accompagnata da un pasticiotto, un dolcetto di pasta frolla delizioso. Riparto seguendo una banda musicale che apre una processione. Una salita senza fine mi porta a cento metri di altezza per abbandonarmi poco dopo a una vertiginosa discesa, adottato dalla successiva salita dopo il ponte del Ciolo, che passa un fiordo altissimo. Santa Maria di Leuca è uno spartiacque che non unisce e non divide nulla, il mare ha una sua continuità che nessuna assurda convinzione riesce a spezzare e il mio nuovo traguardo diventa Gallipoli. Lentamente la costa passa da rocciosa a sabbiosa fino a prendere l'appellativo di Maldive del Salento. Faccio sosta in un ristorante chiedendo di poter guardare il gran premio di motociclismo, ma un infido cameriere mente dicendo che la tele non prende. Mangio un piatto di gustose orecchiette alla leccese e riprendo immediatamente a pedalare. Mi fermo per sciogliere un Oki in un bar e il dolore lentamente si affievolisce. Il golfo di Gallipoli inizia con una serie di curatissimi stabilimenti balneari, prosegue con dune sabbia coperte di erba, terminando vicino alla città con rocce che si allungano verso il largo.
Gallipoli antica è preda di un turismo internazionale, di una affluenza straordinaria che rende caotiche le strette vie del centro. La ripartenza non ha un obiettivo preciso, se non quello di fare chilometri fin che ho forza, luce. A Sant'Isidoro, chiedendo informazioni alla proloco su una sistemazione, un uomo mi propone di ospitarmi in un appartamento per le vacanze per 35 euro. Ci diamo appuntamento dopo un'ora intanto che prepara la casa, mentre faccio qualche foto e poi un po' di spesa . Quattro chiacchiere amabili col padrone di casa e infine l'agognata doccia che porta via lo sporco e un po’ di stanchezza. Domani punto Taranto, poi verso la Basilicata e oltre.
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Alessandro67
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Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico