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Pasqua Amatriciana: viaggio in bici nelle terre del sisma

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Ha preso forma il mio viaggio di turismo solidale in bicicletta, attraverso il territorio di confine tra le regioni del Lazio, dell’Umbria e delle Marche, per raggiungere Amatrice nella giornata di Pasqua. Trovo significativo dare un minimo contributo di presenza ad un territorio bellissimo e alle ospitali persone che lo abitano nonostante gli eventi.
Per questo motivo, con la bicicletta, ho intrapreso un giro che ha visto il primo colpo di pedale ad Ascoli Piceno e l’ultimo a Spoleto. In mezzo ho trovato i borghi gravemente danneggiati dal sisma dello scorso anno.
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Voglia di ricominciare

A più riprese mi ero informato sull’agibilità delle strade, sul grado di potenziale accoglienza e se, in qualche caso, avevo colto la difficoltà a ricominciare, nella stragrande maggioranza delle telefonate avvertivo gratitudine per l’interessamento, laddove tutti si adoperavano per tornare quanto prima ad una normalità che consentisse di riavviare il volano di un'economia bruscamente arrestata dai sussulti del terremoto.ascoli piceno

Sintesi del viaggio da Ascoli Piceno a Spoleto

Partenza in treno, da Trieste alle 6:15 del mattino di venerdì 14 Aprile. Un viaggio di 10 ore e tre cambi di convoglio per arrivare ad Ascoli Piceno alle 16:39. 
Dopo una nottata marchigiana al B&B l’Arengo, sabato 15 Aprile, risalita del fiume Tronto e dopo una visita ad Arquata e Accumoli, conto di arrivare dopo una cinquantina di chilometri nel Lazio, all’ “Agriturismo fattoria Santarelli” in prossimità di Amatrice, dove mi aspetta la signora Sonia che fa parte del comitato che si batte per la rinascita del borgo.
Il mattino seguente, quello della giornata di Pasqua, visiterò il centro di Amatrice prima di ripartire in direzione dell’Umbria su una strada che promette emozionanti salite sulle vette appenniniche dei monti Sibillini. Ho fissato una stanza a Norcia presso il B&B Benito. Al telefono, la prima struttura che ho provato a contattare è stato l’hotel ristorante Europa, ma come altre volte, mi è stato risposto che è tutto chiuso a causa dei gravi danni derivanti dal sisma.
Lunedì dell’Angelo, il 17 Aprile, spero di potermi cimentare sulla bellissima ciclabile di 54 chilometri che collega Norcia a Spoleto. È un percorso che ricalca l’antica sede ferroviaria, riadatta a pista ciclabile, ma più volte mi è stato riferito essere chiusa a causa di frane e smottamenti. A Spoleto in località San Nicolò, ho prenotato una singola a “La maison de fleurs”. Il primo e unico treno utile per fare ritorno a casa, partirà il giorno successivo alle 7:16 e con 11 ore e mezza di viaggio farò rientro a casa.

Conoscere strade nuove, toccare con le mie mani una realtà portata sulle ali del clamore, rinnovare visibilità a persone che non devono sentirsi sole in un momento pesante, testimoniare la rinascita, catturare istantanee destinate a diventare ricordo di difficoltà quando tutto sarà tornato sereno. Turista per solidarietà

Alessandro Vitale

ascoli piceno

Venerdì Santo, 14 Aprile | 1° giorno

È un getto d'aria che sospinge le porte del vagone, a trasmettere il segnale di partenza.
Si unisce al fischio del capotreno che parlando al telefono, agita in aria la mano verso il macchinista.
L'avviamento è morbido, questa nuova avventura comincia.
La destinazione è Amatrice nella provincia laziale di Rieti, squassata dal terremoto dello scorso anno. Da quando il sisma ha colpito la regione, sento parlare della volontà di ricominciare, della necessità di far muovere il volano del turismo per dare un contributo alla rinascita. Non ho mai creduto che le manifestazioni solidali organizzate nella mia città, potessero far arrivare tutto il dovuto al territorio. Quindi sono arrivato alla conclusione che fosse opportuno visitare rispettosamente quei luoghi, di persona.
Ci vado con la bicicletta, perchè più di altre volte è il mezzo più adeguato per viaggiare lentamente e osservare.ascoli amatrice spoleto in bici
Sono cinque i giorni da dedicare. Due saranno di treno, il primo di andata e poi l’ultimo giorno, di ritorno. Gli altri tre di pedalata con partenza nella giornata di domani da Ascoli Piceno alla volta di Amatrice, attraverso la valle che ospita il fiume Tronto.
È molto lungo il viaggio di andata in treno, sono quasi undici le ore per arrivare a destinazione e sono previsti tre cambi lungo il tragitto. Avrò modo di riposare e accumulare le energie per pedalare tre giorni nel cratere che comprende anche Norcia.
Ieri sera ho preparato un bagaglio molto contenuto, per non appesantire una bicicletta che da carica diventa suscettibile e fin toppo reattiva.ascoli amatrice spoleto in bici

Sono andato a dormire presto prevenendo la levataccia delle cinque. Stamattina doccia e il rasoio da barba hanno tolto la patina di sonnolenza e ogni cosa ha trovato collocazione in sella.
In stazione, colazione golosa e molto apprezzata, prima di salire in treno.
Sono transitato ora alla stazione di Caorle.
Il binario sembra infinito.

Ascoli Piceno, città fluttuante

La mia stanza ad Ascoli è piccola ma confortevole.
Si trova al primo piano di un palazzo del corso Vittorio Emanuele, che collega la stazione ferroviaria al centro storico.
Ho regolato subito i trenta euro pattuiti non appena ho poggiato i bagagli sul letto.
Il proprietario mi ha accolto con gentilezza e dopo avermi spiegato un breve itinerario per meglio cogliere le bellezze della sua città, mi sono congedato per andare a prendere una bustina di Oki al fine di debellare un fastidioso mal di testa, nato e cresciuto nel prolungatissimo dondolio del treno.
Tanta la strada, infinito il tempo di percorrenza.ascoli amatrice spoleto in biciA onor del vero gli orari e le coincidenze sono state pienamente rispettate e la condizione dei convogli era di buonissimo livello. Treni nuovi, posto a sedere sempre e locazione della bicicletta disponibile. Ma le quasi undici ore hanno generato una sonnolenza che mi ha fatto addormentare più volte con la testa a penzoloni e questo unito alla noia ha provocato il mio malessere.
Sono a scrivere nella stanza. Batto i tasti della tastiera bluetooth, con lo smartphone davanti.
Mi sento di somigliare a un qualunque Indiana Jones da pensionato. Bevo acqua minerale, ho rubato alla cucina una fetta di crostata, un caramella e una merendina, semmai dovessi avere un calo di zuccheri. Tutto il vestiario è sparpagliato e non mi frega niente di ricomporlo. Posso anche imbruttirmi bestialmente, tanto non mi vede nessuno.ascoli picenoRipenso a questa città dell'entroterra italico e la trovo distaccata da un insieme di collegamenti. Non appartiene alla costa, non è in montagna. Non vive di turismo, non ho visto grandi industrie.
Le case sono basse, seppure molto eleganti. I locali non fanno fracasso e la movida del venerdì appare alquanto contenuta. Sembra quasi che la sua mappa cartacea fluttui sul contesto geografico e la sensazione che avevo a casa, di non riuscire a darle un punto preciso sulle rotte, ora trova conferme.
Mi piace questa timida riservatezza e il relativo impegno nel trovarla e scoprirla. Ho visto che è costellata di torri, che è attraversata dal fiume Tronto in un baratro che sprofonda per una cinquantina di metri.
La maggior parte delle opere architettoniche, è costruita in travertino, tanto il gotico, quanto il classico e non si fregia di decori altisonanti, ma piuttosto di sommessi dettagli.ascoli amatrice spoleto in bici23La gente che ho guardato in giro, veste sobriamente, si muove con tranquillità, chiacchiera senza schiamazzare.
Il dialetto è marchigiano, con una tendenza al laziale, rotondo e affabile. Le persone che mi hanno servito nei locali, sono ossequianti ma non eccedono in liturgie fatte di riverenze, e allo stesso modo non trattano i clienti villanamente come qualche volta capita in altri contesti.
Oggi è Venerdì Santo e anche nella cattedrale di Ascoli Piceno, si ricorda la passione di Cristo sulla croce.
L'edificio è stato marginalmente lesionato dai terremoti che hanno squassato intere comunità qui vicino, e per questo motivo era chiuso al pubblico e soltanto ieri è stato riaperto.
Non vedo l'ora di pedalare domani, di iniziare a muovere le gambe e immergermi nella realtà di questi luoghi martoriati.olive ascolaneHo sentito chiacchierare due abitanti di Pescara del Tronto con il ristoratore dove ho mangiato un delizioso piatto di olive ascolane, tradizionali e al tartufo, avvertendo nelle loro voci la rassegnazione e nei loro sguardi bassi, la tristezza generata da quello che loro definiscono abbandono delle istituzioni.
Domattina voglio essere pronto alle otto in sala colazione e poi iniziare ad andare verso ovest. Non so nulla della condizione delle strade.
Vedremo il da farsi sul momento.

Sabato 15 aprile | 2° giorno

Quota 1018 sul livello del mare.
Questa è l'altitudine a cui è posta Torrita, la frazione dove ho incontrato Sonia che mi aspettava per accogliermi.
Oggi ho pedalato da subito sul serio e al mio arrivo verso le cinque del pomeriggio, avevo usato tutta la scorta di energia fisica e mentale.
So che ero affamato e assetato e non mi sono fatto scrupolo di chiedere da mangiare e ricordo che ho divorato diverse fette di un delizioso ciambellone fatto in casa e ingollato un litro d'acqua mentre si chiacchierava di tutto ciò che può essere attinente alla rinascita dopo il cataclisma di ottobre.
Abbiamo divagato sul tema del turismo solidale, sul motivo che mi ha spinto a cavalcare a pedali il martoriato territorio.ascoli amatrice spoleto in bici29Ho confessato di temere fosse interpretato come il "turismo della disgrazia", quella sorta di macabro rituale volto a catturare immagini catastrofiche da esibire durante presentazioni ad effetto.
Lo ammetto, la curiosità gioca un ruolo determinante e ho scattato foto, ma non più di quelle che riprendo in tutti i miei viaggi al mare, in montagna o in una città d'arte.
Ad Ascoli stamattina, ho formulato un pensiero sull'argomento: questo turismo è simile all'andare a fare visita a un amico ricoverato in serie condizioni all'ospedale dopo un incidente. Certamente è più comodo attendere che l'amico si rimetta in ordine e uscire per l'aperitivo, ma prestare vicinanza nel momento del bisogno ha un valore diverso.
Ho lasciato Ascoli verso le 8 e mezzo, dopo una buona colazione, immettendomi sulla vecchia Salaria, con l'emozione palpitante di dover partire da subito in salita e di affrontare lo spettro della distruzione.
A Taverna di Mezzo, si presentano le prime case lesionate seriamente. Perlopiù, sono case molto vecchie che, anche se riadattate di recente e ingentilite con arredi esterni nuovi, hanno una tipologia costruttiva che non prevedeva l'uso del calcestruzzo.
Sono costruzioni sorrette da muri perimetrali portanti fatti di pietre e malta, con i soppalchi dei piani sostenute da travi di legno. Le scosse ne hanno sbriciolato le parti più delicate, togliendo sostegno a tetti e pareti.
Sembra che un'immensa mano abbia pizzicato tra pollice e indice le abitazioni con l'intenzione di spostarle da un'altra parte, e che maldestramente le abbia danneggiate.ascoli amatrice spoleto in biciAcquasanta terme ha retto all'urto, presenta danni contenuti. La vita di paese continua come nulla fosse successo, ma la disperazione striscia come una serpe nei ricordi ancora freschi che qui moltissimi porteranno dentro tutta la vita.

Più avanti la devastazione si presenta obesa.

Trisungo è un modesto agglomerato di case che funge da partenza per l'abitato di Arquata del Tronto, schiacciata dal gigante invisibile. Là sopra, nemmeno una casa ha retto all'urto e le macerie inglobano di tutto: massi, vetri, caloriferi, televisori, vestiti, automobili, quadri, tegole, antenne. Vite umane sono cessate in un secondo e c'è chi ha perso una moglie oppure un marito, chi la mamma oppure il padre. Molti hanno perduto i figli.Ma a Trisungo c'è il Blu Bar dove è stato innalzato uno striscione che invita a pensare alla rinascita. Il bar ora, come altre attività commerciali, è posto in una struttura provvisoria, accanto alla vecchia sede gravemente danneggiata.
Entro per mangiare qualcosa e al banco ci sono due carabinieri che fanno merenda. Uno di loro, dal fisico magrolino e nervoso, mangia un panino con la porchetta e una spremuta d'arancia con la Red Bull. Indossa una divisa aggressiva con un panciotto aderente mille tasche, il cinturone con la fondina che contiene la pistola calata con il calcio in avanti. Sull'altra coscia, pende la custodia della maschera antigas. A guardarlo sembra sia imminente qualcosa di preoccupante.
Ordino anch'io, panino e spremuta e dopo aver fatto un paio di foto riparto.ascoli amatrice spoleto in bici45Sulla Salaria, si affacciano borghi distrutti e accampamenti della protezione civile, campi coltivati e altri incolti, boschi rigogliosi sulle rive del fiume Tronto.
I monti della Laga sul fianco sinistro controllano maestosi con le cime abbondantemente innevate.
Da una distanza di cinque chilometri scorgo la città di Accumoli su un colle che domina la valle. Sembra sia danneggiata oltre ogni immaginazione e decido di salire per tastare il polso della situazione. Scalo un'erta impegnativa e al primo possibile ingresso, trovo un blindato dell'esercito a sbarrare la strada. I militari mi vengono appresso spiegando che non si può accedere per motivi di sicurezza, poichè tutta la zona è stata dichiarata rossa. Chiedo se vale la pena proseguire allora verso il monte per cercare una varco diverso che giri attorno all'abitato, ma non sanno cosa dirmi.
Al check-point successivo, il discorso si ripete uguale. E quindi risalgo trovando il terzo blocco che mi rimanda al punto di partenza sulla Salaria, con cinque inutili chilometri di salita nelle gambe. Riprendo a macinare chilometri sulla lieve pendenza della statale, arrivando al lago di Scandarello.ascoli amatrice spoleto in bici53Quando arrivo all’ incrocio con la statale delle tre valli Umbre, ho l’amara sorpresa di trovare l’ ingresso chiuso e una pattuglia dei carabinieri che mi comunicano essere crollata la strada in più punti. Quindi per arrivare a Norcia il giorno seguente, devo studiare un percorso diverso.
Considerando che sono le due e mezza del pomeriggio, decido sia opportuno visitare già oggi Amatrice, visto che il giorno dopo dovrò arrivare a Norcia per la strada di Città Reale, passando una forcella a quasi 1300 metri di quota.
Dopo aver consultato la mappa sullo smartphone, prendo la via che scende verso la diga di sbarramento del lago e quindi ancora giù verso un ponte che immette in direzione di Amatrice. Una marea di cartelli su un ponte, avverte che più avanti la strada è sbarrata e me lo conferma un vigile di fuoco che si ferma con l'auto di servizio per dare indicazioni. Mi illustra un percorso di una quindicina di chilometri che gira nel comune di Amatrice e poi anche la strada per raggiungere Torrita.
Mentre mi spiega, arriva una Citroen con quattro orientali a bordo, scende una donna che con fare frivolo chiede al pompiere se la strada è transitabile e poi ridendo aggiunge :"Devo fale foto a tellemoto Amatlice!!". No comment.
Riprendo il viaggio, e salgo verso Saletta, un passo impegnativo, da primo rapporto. Ormai indosso solo la maglietta per smaltire il caldo della pedalata, accentuato da un sole generoso.
ascoli amatrice spoleto in biciQui il sisma ha colpito anche le abitazioni recenti e nulla si è salvato. Le case antiche sono crollate, le altre sono state ritorte e quasi rovesciate. La potenza del sisma assume una connotazione impressionante. Raggiungo Casale e Cossito pedalando sul pianoro in un silenzio irreale rotto da qualche cinguettio di primavera.

Anche i cani stanno in silenzio e mi guardano sfilare.

Dentro a un vicolo del borgo, lavorano i pompieri per smassare le macerie, e vedo un paio di macchine accartocciate sotto il peso di un crollo.
Scendo dal colle, arrivando sotto Amatrice, nel presso di un caseificio, ma trovo di nuovo la strada interdetta.
Stanco e innervosito, passo lo stesso e dall'altro lato, mi imbatto in un nuovo check point dove vengo sgridato da un militare per essere transitato dove non dovevo.
Mi rendo conto che la presenza dell'esercito è esagerata. Vestono da Rambo, hanno atteggiamenti da sceriffo, sono ridondanti in ogni dove e mi chiedo se non fosse meglio impiegare tutte queste risorse umane per dare un contributo più utile alla comunità. Dopo avermi minacciato di guai seri se dovessi passare ancora per strade chiuse, mi lascia ripartire.
Le gambe rispondono ancora, ma so che non è uno status che durerà molto e per questo, imbocco la via più breve per salire a Torrita.
La Salaria mi omaggia con una presa di quota e infine svolto per entrare nel borgo. Qui nessuna casa ha resistito, sono tutte demolite tranne una: l'agriturismo Santarelli. La casa è magicamente intatta e Sonia mi accoglie scendendo dalla sua macchina dove stava attendendo il mio arrivo. Chiudo la app sullo smartphone, registro i dati del giro sulla rete e finalmente stacco il corpo dalla bicicletta.ascoli amatrice spoleto in bici41Sonia mi comunica di non avere più disponibile la stanza che avevo prenotato, ma mi rassicura nel contempo di disporre di una comoda sistemazione nell'ambiente che si è riservata per svolgere la sua professione di avvocato.
Dopo la merenda mi fa accompagnare dalla sorella verso la stanza e ci diamo appuntamento alle 20 per andare a mangiare la vera Amatriciana in un ristorante nei paraggi.
Lo studio dispone di una poltrona letto, in un ambiente confortevole e caldo, di un bagno dotato di una doccia aperta.
Non posso di certo lamentarmi, anche se Sonia si è ripetutamente scusata, la cosa importante è avere un letto dove dormire dopo la sfacchinata odierna sugli 83 km e i 1827 metri di dislivello tra Ascoli Piceno e Torrita.
Lavo via la stanchezza e andiamo a cena.
Il ristorante il Casale di Pica Maria, è a un quarto d'ora di macchina e già iniziamo a raccontarci, a scambiare impressioni su quello che il sisma ha prodotto.
Il mio viaggio la entusiasma per la motivazione che mi ha spinto a farlo.ascoli amatrice spoleto in bici58Le spiego che per me, partecipare alle amatriciane solidali a casa mia, non ha alcun valore, perchè mi dà la sensazione sia un espediente che non arreca nessun vantaggio alle genti di questi luoghi.
Volendo contribuire, preferisco farlo di persona, con la mia presenza spendendo il mio denaro qui. Volevo fare un piccolo viaggio in bicicletta e ho colto l'occasione.
Non risolverà i mille problemi, è una goccia nel mare delle necessità, ma poco è poco e niente è niente.
Arriviamo e si parcheggia. Entriamo e prendiamo posto al tavolo prenotato. Scosto la sedia a Sonia e con difficoltà si accomoda.
Sonia è di corporatura normale, veste casual, ha una folta capigliatura nera e mossa, quasi riccia. Ha gli occhi profondi e un sorriso accattivante perchè sincero. Si muove con l'ausilio di due stampelle, è lenta e questo incedere la rende paradossalmente più imponente. È battagliera, stakanovista, curiosa, propositiva, fa domande e si accontenta delle risposte che riceve.
Mi chiede cosa ne penso delle persone che ho incontrato e le rispondo che ho colto una specie di rassegnazione. Questa emergenza ha scatenato un assistenzialismo imposto. Anche se si volesse far ripartire il volano dell'economia, ci si scontra con la burocrazia folle imposta dallo stato che non permette azioni unilaterali. E questo immobilismo è un danno che si aggiunge a quello del terremoto.ascoli norcia spoleto in biciOrdina un antipasto per due, l'Amatriciana per me e una pizza vegetariana per lei.
Mi racconta di fare parte di un comitato che promuove la rinascita, delle difficoltà oggettive che il sisma ha prodotto e del dolore sentito per la perdita di vite umane, di amici e conoscenti.
La sua attività è rimasta funzionante e i danni limitati hanno consentito a lei e alla sua famiglia di avere qualcosa su cui appuntare un progetto, dare vita al sogno di ricominciare. Non è così per altri che hanno perduto il lavoro e la casa e si trovano in un albergo sulla costa per svernare, costretti ora a fare ritorno con la prospettiva di andare ad alloggiare nei moduli abitativi provvisori, dentro campi alveare più simili a caserme, sovvenzionati con un assegno mensile in attesa di uno sviluppo, che verrà deciso da una testa lontana trecento chilometri dalla catastrofe.ascoli amatrice spoleto in biciL'antipasto consiste in una serie di portate appetitose. Un po' di affettato, una polpetta e verdura pastellata, una bruschetta al pomodoro e una all'olio. Poi un coccio con l'insalata russa, una con la trippa e una con i fagioli.
Mi racconta del sisma, della paura. Espongo le mie sensazioni, che sono di cordoglio e rispetto, ma anche del timore che il danno sia irreparabile dopo aver visto tanta devastazione. Lei obietta, è convinta della sua forza, simile a quella dei suoi conterranei e disegna idealmente una linea di confine tra quello che c'era prima del sisma e quello che c'è adesso.
Fossero davvero tutti come lei, la rinascita sarebbe una certezza.

Arriva cullata in un piatto di ceramica la mia Amatriciana.

Spaghetti grossi casarecci, pomodori della terra, guanciale originale, pecorino di pecore vere.ascoli amatrice spoleto in bici65Il profumo arpiona le narici, il gusto soddisfa l'appetito e nei vortici di forchetta, ogni singolo ingrediente si amalgama per deliziarmi.
Ho fatto strada per amore di Amatriciana e sono oltremodo ripagato.
Sonia mangia la sua focaccia di verdure che mi fa assaggiare.
Di terremoti l'Italia ne ha subiti, e altri verranno, ma ogni volta è peggio della precedente. Non per i danni, che alla fine sono sempre quelli, ma per come viene gestito dalle istituzioni che prima promettono e poi rallentano fino alla latitanza.
Quello del Friuli accaduto ben quaranta anni fà venne gestito quasi autonomamente dalla gente del luogo e i risultati furono quelli di una pronta ripresa, vanto di un popolo.ascoli amatrice spoleto in biciResta ancora uno spazietto da riempire nella pancia e si ordina una porzione di Tiramisù da dividere in due. Ovviamente prodotto della casa molto apprezzato.
Terminata la cena si rientra verso la fattoria e nel tragitto, mi mostra il percorso da fare l'indomani per arrivare a città Reale e da lì a Norcia.
La stanchezza si impossessa delle palpebre e una buonanotte conclude la giornata.
Steso sulla poltrona letto aperta, ripercorro mentalmente la giornata, piena di dettagli, di emozioni contrastanti: sport, viaggio, nuove amicizie, tragedie, fatica, sapori genuini, rabbia, gioia.
Ora è calma, è notte, è silenzio e il prossimo pensiero avrà data...domani.

Domenica 16 aprile, Pasqua | 3° giorno

Un mostro della fantasia come Godzilla, se esiste, allora è passato per Norcia.
Sembra il set di un film, irreale, costruito ad arte per soddisfare la fantasia di appassionati di manga.
Alla transenna che delimita la zona rossa, da un momento all'altro mi aspetto di vedere comparire l'enorme lucertola che strisciando la coda sui monumenti ha demolito secoli di storia. Ma non è così.
La verità è meno fantasiosa e più concreta, si arrampica fino ai gradini più alti della scala Richter, richiama immagini di devastazione e spopolamento. I monumenti sono prigionieri della loro fragilità, ingabbiati dentro strutture di tubi innocenti e la loro unica colpa è quella di avere una carta d'identità secolare.
Girovago all'interno delle mura nei vicoli silenti dove gli sbarramenti tracciano un esteso labirinto di sorprendenti crolli. Poche sono le attività aperte. Un po' a causa della festività della Pasqua, ma in larga misura dovute ai danni subiti dagli edifici.
La giornata di Pasqua è iniziata con un risveglio lampo e una presa di coscienza istantanea.
Dopo una buona colazione ho abbracciato Sonia e ci siamo salutati con la promessa di rimanere in contatto per occasioni future.
Fortunatamente il tempo è progressivamente migliorato dopo l'acquazzone della notte e al momento della partenza dalla fattoria Santarelli, anche un timido sole mi ha fatto gli auguri di buona Pasqua.ascoli amatrice spoleto in biciPrimo tratto in decisa discesa per quattro chilometri e dopo una svolta a destra verso nord, ho iniziato una salita impegnativa verso Città Reale. Pochi e limitati i danni e dopo una serie di foto a una colonna di biker rombanti, ho ripreso la marcia. Facile per loro ruotare una manopola e andare.
Metto un rapporto basso, per un giro di gamba agevole e una piacevole sensazione di potenza che mi ha fatto apprezzare il lavoro invernale svolto in palestra.
Ho scollinato a quota 1300metri sul livello del mare, e in previsione di una sventagliata fredda in discesa mi sono prontamente rivestito. A guardarlo sulla mappa, sembrava più complicato l’itinerario per arrivare a Norcia, e invece il tragitto è semplice: si sale e poi si scende dall'altro versante del monte. Un rettilineo infine, immette direttamente nel bel mezzo del centro storico.
Purtroppo la città ha subito danni pesantissimi e tocca il cuore comprendere che difficilmente tornerà a vivere come prima. Pedalando sono arrivato per caso davanti alla gelateria posta sotto l'hotel "Da Benito" e il proprietario vedendomi arrivare, ha intuito fossi proprio il ciclista che si attendeva arrivasse. Mi ha prontamente dato la stanza e registrato.ascoli amatrice spoleto in bici
Bellissimo albergo dallo stile retrò, con una dominanza di tonalità verde-grigie, molto sobrio, ma tecnologicamente moderno, offre una stanza adeguata alle mie necessità.
Sono andato a pranzare in una tensostruttura allestita nel campo sportivo dove operano i ristoratori che hanno perso il luogo di lavoro in centro, mangiando una gustosa tagliatella con il tartufo.
Terminato il pranzo verso le due e avendo già preso possesso della stanza, ho pensato di spingermi fino a Cascia per visitare il monastero e la cattedrale di santa Rita.
Ho coperto la distanza in un ora e arrivato a destinazione ho scoperto un altro luogo magico ma non intatto purtroppo. Mi sono spinto fino all'ultimo piano dei gradoni della città della santa, fino al monastero, superando salite da capogiro.
Anche qui, in occasione dell'acquisto di un souvenir, ho scambiato due parole con le commercianti sul terremoto e ho notato che sono la maggioranza le persone che ne parlano per sfogo, che raccontano il terrore di quei momenti, forse per esorcizzarlo. Una di loro spiega di avere avuto il nipote in braccio e di non essere riuscita ad uscire perchè l'ondulazione era talmente forte da non riuscire a camminare. Raccontano per scaricare, per sentirsi forti essendo sopravvissuti ad un'esperienza atroce.
Prendo infine la via del rientro e dopo una doccia ristoratrice e una pizza, mi preparo per la notte.
Domani terza tappa verso Spoleto, una zona dove il sisma non sarà una lucertola che striscia con ributtante costanza.

Lunedì 17 Aprile, Pasquetta | 4° giorno

È un sole alogeno quello delle sette del mattino, quando mi risveglio a Norcia.
Nel corso della notte è piovuto abbondantemente e con la luce radente i riverberi rimbalzano ovunque. Mi acceca e rientro, sbadiglio e mi stiracchio. Poi tutto prende forma nella testa.
Spoleto mi attende, sulla carta sono una cinquantina di chilometri, la maggior parte in discesa, quindi con una doverosa calma, dovrei coprire la distanza in tre ore.ascoli amatrice spoleto in biciDopo una doccia, una grattatina, aver sistemato i bagagli e l'adeguata vestizione, scendo nel bar gelateria sotto l'albergo Benito, faccio colazione e consegno la chiave di plastica.
C'è un'aria gelida, che fa rabbrividire, la discesa agevola nella velocità da crociera ma allo stesso tempo non permette ai muscoli di riscaldarmi.
La val Nerina accoglie la strada regionale 320 che serpeggia nell'ombra.
Le pareti ricoperte da una vegetazione rigogliosa, s'innalzano di un centinaio di metri a destra e a manca. Viaggio a trentacinque all'ora e le mani, nonostante i guanti, gelano, costringendomi a una fermata per un primo tagliando. Mi sono sufficienti una decina di minuti e un caffè ben caldo per risolvere il problema e posso ripartire. È un susseguirsi di ponti e gallerie, lo scenario è incantevole
A Sant'Anatolia di Narco, la strada prende numerazione SS685 e nella curva a destra verso nord, prima di salire su una sopraelevata, trovo il cartello di divieto di transito alle biciclette.
Purtroppo il GPS, non fornisce spiegazioni né itinerari alternativi, quindi torno indietro di un centinaio di metri al bar La Vecchia Ferrovia. Chiedo informazioni alle brigate di ciclisti di strada che affollano il banco. Il consiglio votato a maggioranza è di non pensare nemmeno di prendere il percorso della vecchia ferrovia. Sarebbe poco indicato per la mia bicicletta affrontare il pietrisco da binario che fa da fondo al sentiero. Quindi l'unica alternativa è tornare indietro un chilometro e a Castello San Felice svoltare a sinistra prendendo la panoramica. Alla mia richiesta di specificare quanto sia panoramica, ridacchiano​ e mi danno pacche di incoraggiamento sulle spalle!ascoli amatrice spoleto in biciRiparto dopo essermi svestito, prevedendo una bella faticata e alla svolta, immediatamente la strada porta il cambio sul rapporto più corto di cui dispongo.
Tengo duro sulla provinciale 469, senza mollare un attimo, spingo da seduto e infine giro a sinistra sulla via Dei Pini. La pendenza ridiventa umana e per sette chilometri vado in piedi con la musica nelle orecchie.
Il paesaggio è sublime e una volta entrato nel ritmo, le gambe si tacciono, lasciando godermi ogni dettaglio. Il profumo dei pini, il sole caldo e il panorama della val Nerina sottostante.
Scollino e ricevo i complimenti da un ciclista con bici a pedalata assistita che osserva il panorama. 
Mi rivesto. La discesa è tutta in ombra e arrivo velocissimo dentro Spoleto.
Controllo l'orario del treno verificando che l'unico disponibile, partirà alle 14:58. È subito evidente che non ci saranno coincidenze con altri regionali, tali da consentirmi di ritornare a Trieste in giornata.
Rimando a più tardi decisioni di qualsiasi tipo e considerando siano le undici e mezzo, abbandono l'idea di raggiungere Foligno in bicicletta (sul percorso ferroviario) e mi fiondo a Spoleto per una visita.
La cittadina si sviluppa decisamente in verticale e il castello sulla sommità, appare irraggiungibile. Ma un giro di pedale dopo l'altro, annullo il divario tra valle e monte arrivando fino alla cima. E durante il tragitto, mi fermo estasiato a contemplare le meraviglie architettoniche che diventano prede dei miei innumerevoli scatti fotografici. Prima di scendere verso la stazione, mi concedo un delizioso pranzo di pizza a tranci. Uno di questi al profumo di tartufo, esalta senza mezzi termini il gusto.
Seduto su un gradino all'angolo della piazza, mastico e osservo la massa multicolore di turisti che passeggia, commenta, mastica, fuma, beve, fotografa, che si stizzisce per un attesa troppo lunga, che si china troppo con un'esagerata minigonna, che sorseggia caffè, Campari, the, vino, seduti ai tavoli del bar. Finalmente un po' di movimento!ascoli amatrice spoleto in biciE mi sembra di cogliere in tutte queste sfumature il flusso di denaro che tiene in piedi questo spettacolare circo.
Scendo a valle, entro in stazione e stampo i biglietti per Ancona.
Il treno è puntuale, il viaggio lungo e sonnolente. Il mio compagno di viaggio dirimpetto, chiude gli occhi e la testa caracolla, si sveglia di soprassalto e riprende a dormicchiare, infinite volte.
Prima di arrivare ad Ancona, valuto il da farsi.
Considerando che ho fatto in sella appena cinquanta chilometri, che il tempo è meraviglioso e che non arriverò a Trieste in giornata, stabilisco sia appropriato programmare una tappa in un bel posto. Non mi va di fermarmi a Mestre o a Bologna. La scelta si compie: scenderò dal treno a Falconara, pedalerò fino a Pesaro e là cercherò una stanza.
La discesa dal treno è sempre complicata su questi convogli. Ma infine sono al bar della stazione per prendere un caffè doppio e fare il punto della situazione.
Falconara è sede di una raffineria puzzolente, ha un mare che sembra emulsionato con la chimica, quindi scappo via velocemente percorrendo una statale molto trafficata verso nord.
Dopo una decina di chilometri, finalmente posso passare sotto la ferrovia ed affacciarmi al mare nei pressi di Marzocca.
È un succedersi di stabilimenti balneari allineati, di bar già aperti malgrado la bassa stagione, di capannelli di famiglie e compagnie di amici che hanno deciso di trascorrere Pasquetta in spiaggia.L'animo si rallegra in costanza di pedalata, con un regime di fatica bassissimo e una musica ben calibrata a farmi da apripista.
A Senigallia il sole perde potenza e inizia ad ingolfarsi sotto una coperta di nuvole, mi rivesto e proseguo tra una moltitudine di persone che emulano la movida estiva.
A Fano il buio della notte cala e su un infinito rettilineo della pista ciclabile spremo le gambe come un arancia nello spremiagrumi.
Entro a Pesaro alle otto e trenta della sera e su internet trovo una stanza in un tre stelle per trenta euro.
Nella hall dell'albergo chiedo al ragazzo se corrisponda al vero e il titolare che lo segue lo invita a velocizzarsi nel verificare. Confermata la disponibilità e messa in rimessa la bicicletta, il titolare, mi invita a cenare nel loro ristorante al prezzo di 15 euro tutto compreso. Accetto e mi indica il tavolo, poi ci pensa un attimo e mi chiede di sedermi con lui e la compagna. Accetto ben volentieri.
Lui, il titolare dell'Hotel Continental è un uomo robusto, energico, sulla quarantina, con un sorriso accomodante e lo sguardo severo di chi ha una parola soltanto. Lei è una donna molto semplice e bella, è polacca, ma parla bene italiano, è appassionata ciclista di mountain bike e inizia a chiedermi mete, medie, viaggi futuri e racconta dei suoi. È ebrea e talvolta, quando risale a casa organizza raccolte di denaro da devolvere a chi ancora subisce gli strascichi dell'olocausto nazista.ascoli amatrice spoleto in biciLui ha altre strutture in giro da coordinare e il commercialista che lavora in uno studio di Trieste, da dove ha fatto ritorno il giorno precedente. Poi, mi spiega come gestisce il suo tempo e come coordina la stagione, il personale e le varie difficoltà che deve superare per restare sempre sulla cresta dell'onda.
Vorrebbe aprire, ad esempio, nello spazio dove ho riposto la bicicletta, un luogo da dedicare prevalentemente ai ciclisti con una piccola officina per le necessità. Purtroppo la burocrazia, come in tante altre occasioni non lo consente per mille motivi.
Mangio un delizioso piatto di tortellini pasticciati, un secondo con carrè di maiale e patatine fritte con carote al burro e un dolce di mele caramellate e gelato al limone.
Sazio e soddisfatto, salgo in camera esausto.
Mi spoglio e mi butto a letto per rilassare un secondo la mente guardando la tele.
Mi sveglio un paio d'ore più tardi e l'unica cosa che faccio è mettermi una coperta addosso e continuare a dormire fino al mattino.

Martedi 18 Aprile | 5° giorno

La scelta sull’odierno percorso da seguire, si concretizza nella sala da pranzo diventata ora quella della colazione. L’ampia vetrata dell’ambiente si rivolge al mare e filtra il vento solare che sale da uno spettacolare inizio mattino. Pochi clienti si aggirano tra i banchetti indagando sonnacchiosamente tra le vivande per poi accomodarsi e con grande calma consumare il primo pasto di giornata.
Avrei da prendere un treno a Pesaro e con i vari cambi, arrivare a Trieste nel pomeriggio. Mi sembra sia un peccato sprecare una così bella giornata passandola in treno e quindi prendo la decisione di fare una tirata lungo costa verso Rimini e salire sul trasporto dopo una quarantina di chilometri.
Indago le altimetrie del parco naturale del monte san Bartolo, e scelgo la meno nervosa sella della strada statale 16.Viaggio rapidamente, in scioltezza, senza sentire il peso delle precedenti giornate arrivando ad aggirare il parco e poi la riva del mare a Gabicce.
È un immenso rettilineo di stabilimenti balneari a destra e di alberghi a sinistra. Il fermento dei preparativi si avverte ovunque poso lo sguardo. Imbianchini tinteggiano cabine, tecnici si tuffano in piscine vuote per prepararle a nuovo riempimento, giovani leve dialogano con futuri datori di lavoro, spazzini raccolgono piccoli cumuli di sabbia spostati dal vento invernale, elettricisti sostituiscono vecchi lampioni con luci d’arredo a led.
Tra questo indaffaramento generale, passeggia qualche lattiginoso turista, anziani in fuga dai pensionati, ciclisti in preda all’eccitazione data da una giornata perfetta.
Lascio infine la costa per entrare nella stazione di Rimini dove stampo i biglietti che mi dicono arriverò a casa alle 18:37, dopo sette ore di sferragliamento.
Vado in cerca di qualcosa da mangiare nei paraggi. Considerando di essere in Romagna, mi piacerebbe mangiare una piada o un cascione, ma è complicato trovare la tradizione casalinga, in mezzo a negozi pachistani, marocchini, egiziani o libanesi. Infine la caccia al tesoro da i suoi frutti, acquisto due cascioni e torno alla ferroviaascoli amatrice spoleto in biciIl marciapiedi è zeppo, ridondante di viaggiatori e vicino a me, una coppia di cicloturisti, attende di sapere se il posto bici è in testa o in coda al treno. Intuisco, dal volume di persone in attesa, che sarà una lotta per accedere al convoglio, con il rischio di non essere ammesso a salire. Ma dentro mi monta un istinto alla lotta e mi preparo allo scontro.
Sto dietro la linea gialla come raccomandato per l’ennesima volta dall’altoparlante. La testa della viperona su rotaia sfila e non vedo il simbolo. Quindi il mio posto è in coda. La gente si accalca alle porte. Si aprono e scende il capotreno che già infastidito dice che non c’è posto e dobbiamo attendere il successivo. Nemmeno per sogno. Protesto vibratamente e lui nella calca spazientita viene sopraffatto da un orda che spinge per salire a tutti i costi.
I posti ci sono, ma sono tutti ammassati nel spazio vicino le porte d’uscita. Spingo la bicicletta senza remore, taglio in due questa folla e metto la ruota anteriore dentro. Questo treno senza di me non può partire. La gente protesta, poi si rassegna e inizia a spostarsi e finalmente tutte e tre le biciclette sono a bordo. Nel vestibolo delle bici ci sono passeggeri stipati, un cane e altre quattro biciclette. Una vergogna schifosa, considerando che il prezzo del biglietto è uguale per tutti. E fino a Bologna e uno sballo in piedi, pressati come sardine. Scendere dal treno a Bologna è altrettanto complicato . Chi deve salire si mette davanti l’uscita e sono di nuovo costretto a spingere la bicicletta fuori tagliando in due una folla di idioti senza stare attento a dove colpisco. Sono tre metri di urla e insulti, ma finalmente sono fuori dalla calca e alla ricerca del binario del successivo treno.
Sulla tratta verso Venezia trovo un posto, mi siedo e mi rilasso. Durante il viaggio nuvole imperiose e nere, scagliano manate di ghiaccio contro il treno.
La grandinata rintocca sul tetto e mi rendo conto di essere stato fortunato per avere pedalato sotto il sole tre giorni, senza prendere una goccia d’acqua.
Dopo un nuovo cambio a Mestre, sono a casa. La stanchezza sale come l’adrenalina scende.

Un altro viaggio è finito, bisogna iniziare a pensare al prossimo

 
 
 
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Alessandro67

Sono Alessandro Vitale e abito a Trieste . Coltivo la passione dei viaggi con la bicicletta perché mi hanno dato un serie di soddisfazioni sempre più complete, mi fanno vivere la natura poliedrica del pianeta a una velocità visivamente sostenibile.
Sono fidanzato da quasi cinque anni con una Cube Trekking e non abbiamo mai litigato, siamo in perfetta sintonia. Pensiamo di non mettere al modo figli, perché siamo profondamente egoisti e comunque lei non potrebbe averne.
Il viaggio più bello? Quello che devo ancora fare .
Il posto più lontano che ho raggiunto è stato il Marocco, toccata e fuga.
Il più bello, le gole di Vintgar in Slovenia.
Il più caro la Svizzera.
Il più economico la Sicilia.
Il prossimo? Forse il raduno Harley a Velden...vedremo.
Ho un' altra donna oltre la Cube e ogni tanto mi vorrebbe con se...non pedala...che dolore...