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Dai laghi italiani al confine sloveno in bici

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L'idea del viaggio "Dai laghi italiani al confine sloveno" nasce da un breve incontro, avvenuto diversi anni fa, tra Olivier e me. Dopo esserci persi e aver sospeso l'idea nel periodo di pandemia, finalmente quest'anno siamo riusciti a realizzare il nostro progetto di viaggio.

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Dai laghi al confine sloveno

L'idea del viaggio

Non essendo un ciclista e non sapendo che anche Oliver lo fosse, è stato durante un pasto che riuniva studenti di un corso di italiano che abbiamo parlato del tour la “Schelda in bici” (fiume in NED-BEL-FRA). Ci siamo resi conto che, entrambi, avevamo una traccia gpx del percorso sui nostri telefoni e un forte desiderio di percorrerla. Purtroppo non ci incontrammo più e arrivò il Covid.

Per quanto mi riguarda, dato che a luglio 2020 è stato possibile viaggiare di nuovo, ho comprato una bici "gravel/travel" e, da Antoing (Belgio), ho seguito i canali e la Schelda fino a Verdun (Francia). Più tardi, nel settembre 2021, mi sono iscritto a una prima pedalata organizzata dal Club Roue Princière d'Allain e ho incontrato di nuovo Olivier. Mi ha convinto a iscrivermi al club e abbiamo ricominciato a parlare di viaggi. I laghi italiani erano una delle sue opzioni.adda

Volendo ritrovare le mie radici nelle Dolomiti e nel Friuli, ho proposto di aggiungere la parte "orientale" del viaggio, verso la Slovenia. Poi abbiamo pensato: perché non passare per Venezia, seguire la costa anziché l'entroterra, e percorrere le bellissime piste ciclabili della laguna (che a volte sono sospese sopra l'acqua). La decisione è stata presa rapidamente ed è così che è iniziata l'avventura dai laghi italiani al confine sloveno in bici. Qualche riunione dopo, per definire la nostra check-list, prenotare gli alberghi, testare l'attrezzatura e finalizzare il percorso gpx, siamo partiti.

Inizia l'avventura

Dal punto di vista logistico, anche se non è stato complicato, non è stato molto semplice. In auto, sono sceso dal Belgio una settimana prima di Olivier per attraversare le Dolomiti e il Friuli e fermarmi a Duino, a nord del Golfo di Trieste, famosa per il suo castello dove il poeta Rainer Maria Rilke scrisse le sue "Elegie". Olivier è sceso più tardi, ha lasciato le bici a casa di un cugino vicino al nostro punto di partenza a Binago (Como), poi ha colto l'opportunità per visitare la zona di Como e Venezia prima di arrivare a Gorizia, dal suo cognato.

Qualche osservazioni prima di raccontarvi il nostro viaggio.

  • A parte la discesa da Binago a Como, che è stata insidiosa e quasi pericolosa, il resto del percorso si è svolto senza problemi con traffico scorrevole,
  • Abbiamo percorso più o meno 80 km su strade non asfaltate o sterrate, le famose "strade bianche",
  • Tutte le grandi città che abbiamo attraversato hanno piste ciclabili separate dal traffico.
  • La temperatura media durante il nostro soggiorno era di 34° (all'ombra). Abbiamo bevuto in media 7-8 litri al giorno (per parlare solo dell’ acqua).
  • La differenza di altitudine, anche se non molto importante, è stata a volte sorprendente.
  • Sulla nostra strada abbiamo incontrato alcuni ciclo-viaggiatori, in particolare un francese che veniva da Istanbul e che stava andando a Londra, alcuni tedeschi che, dopo aver attraversato l'Austria, pensavano di risalire verso l'Alsazia, un altro sulla strada per Amsterdam e infine un polacco che scendeva lentamente verso la Croazia.
  • Il buon umore degli italiani è sempre stato presente e il vino sempre delizioso.

Lunedì 25 luglio, 33 km, 37° C , Binago – Erba Primo giorno.

Dobbiamo raggiungere il nostro punto di partenza. Alloggiando in due posti diversi, ci ritroviamo al mattino alla stazione di Monfalcone (dove si può vedere il cantiere navale e i suoi enormi transatlantici in costruzione) per prendere il treno delle 08:40 per Mestre, Milano e infine Como. Poi un autobus per Binago. Dopo un necessario rinfresco a casa del cugino di Olivier, siamo partiti verso le 16h30 per il confine sloveno. La discesa di 19 km si rivela pericolosa, ma termina con una vista mozzafiato sul lago. Con i bagagli sulle bici, i successivi 5 km, con 200 metri di dislivello saranno davvero l’inizio del nostro viaggio. Finisce la prima giornata, ultima discesa e arriviamo a Erba.ponte sull adda

Martedì 26 luglio, 115 km, 34° C , Erba - Corte Franca

La temperatura non si è proprio abbassata quando siamo partiti per Lecco sul ramo orientale del Lago di Como. Superiamo i laghi di Pulsano, Anone, Garlate e Olginate prima di seguire il fiume Adda le cui sponde ospitarono Leonardo da Vinci nel 1514.

Arrivati a Paderno d'Adda, lasciamo il fiume per dirigerci verso Bergamo. Il profilo altimetrico, fin qui calmo, ci riserva una breve salita di 600 m con un dislivello di 60 m per raggiungere il ponte che scavalca il fiume. I bagagli sulle nostre bici sembrano stranamente essere ingrassati.

Poco più avanti la ciclabile passa davanti la casa natale di Papa Giovanni XXIII e dopo 65 km attraverso la campagna, arriviamo a Bergamo, una delle quattro città italiane che conserva ancora intatte le mura risalenti alla dominazione veneziana. Nel pomeriggio iniziamo il nostro percorso da Bergamo verso il lago di Garda, dopo aver attraversato il fiume Oglio, entriamo nella zona della Franciacorta. Una delle più antiche regioni produttrici di spumante in Italia. Le norme del disciplinare del Franciacorta prevedono una doppia fermentazione e affinamento per due anni che spiega i loro prezzi più alti rispetto ad altri spumanti italiani.bici cariche

Prendiamo quindi la direzione di Corte Franca, poco distante dal Lago d'Iseo che raggiungiamo intorno alle 18h00. L'accoglienza è calorosa. Mettiamo al sicuro le nostre bici e dopo una doccia, andiamo a rinfrescarci con un bicchiere di prosecco (che non sarà l'ultimo del viaggio). Durante il pasto, faccio fatica. Devo aver avuto un colpo di calore o essere disidratato, nonostante i 7 litri ingoiati oggi. L'aria condizionata della stanza ci sarà di grande aiuto per riprenderci dalle nostre fatiche.

Mercoledì 27 luglio, 91 km, 32° , Corte Franca – Monzambano

Dopo un'abbondante colazione, le bici vengono caricate e prendiamo la direzione del Lago di Garda.

L'esperienza del giorno precedente ci spinge a usare oggi l'applicazione Maps.me per andare a caccia di fontane. D’ora in poi navigheremo da pozza d'acqua a pozza d'acqua. Dopo 10 km di saliscendi, arriviamo ai piedi del castello di Passirano costruito nel 1100, con le sue mura massicce e la sua torre, che nel XVIII secolo era un osservatorio astronomico.

Proseguiamo verso Brescia (km 30) e nonostante le misure a favore delle bici, esitiamo ad attraversare i 500m della galleria stradale che passa sotto il castello. Ma quando vediamo una signora anziana impegnarsi senza esitazione, non possiamo che seguirla accendendo i fanalini.castello passirano

Arriva la pausa pranzo e per la prima volta non c'è nulla da mangiare. Una breve deviazione di 5 km attraverso il paese di Bedizzole con sosta al Cory Cafè ci permette di ordinare gli ultimi panini disponibili. Al km 60, la discesa verso Desenzano del Garda si fa tranquillamente per 6 km. Ci godiamo la brezza creata dalla nostra velocità.

La vista sul lago è magnifica ed è difficile resistere a una nuotata in un'acqua molto più fresca dell'aria circostante. Evitiamo la penisola di Sirmione e proseguiamo verso Peschiera del Garda quando scorgiamo la vetrina dell'unico negozio Ekoi in Italia, purtroppo chiuso a quest’ora. È qui che Olivier si ricorda di aver assaggiato un ottimo vino bianco "Lugana D.O.C, Ca' dei Frati", la cui cantina dista 1,5 km. Poiché non ci sono fontane, decidiamo di andare in cantina a fare rifornimento. Gli ultimi 12 chilometri sono facili. All'arrivo facciamo un tuffo in piscina prima di cercare la trattoria più vicina.

Giovedì 28 luglio, 106 km, 35°, Monzambano – Vicenza

Colazione frugale oggi. Progettiamo una pausa a Verona intorno alle 10h30, tra 30 km. Per strada, con questo caldo, non incontriamo quasi nessuno.

Dietro le arene e le scenografie utilizzate durante la stagione lirica, caffè e cornetti all'ombra di un vicolo ci fanno bene. Percorriamo i successivi 25 km attraverso i vigneti fino alle terme di Giunione a Caldiero. L'acqua della fontana è fresca e ci facciamo una doccia con le nostre borracce.

La pausa pranzo è a Soave (altro vino D.O.C.). Tocca a Olivier sentirsi un po' fiacco dopo dopo aver ingoiato la specialità di pasta all'anatra con un bicchiere di vino bianco locale. Riprendere la strada è più difficile e riempiamo le nostre borracce presso un distributore di acqua fredda vicino alle mura che risalgono al 1379. 40 km attraverso la campagna e piccoli borghi ci separano ancora da Vicenza.relax soave

Ci prendiamo il nostro tempo per attraversare la città e raggiungere l'alloggio, che purtroppo non ha l'aria condizionata. La notte sarà calda.

Venerdì 29 luglio, 104 km , 35°, Vicenza-Lido di Venezia

Lasciata Vicenza seguiamo il fiume Bacchiglione. La nostra sosta per la colazione è a Longare dove la cuoca prepara gli spinaci sotto il gazebo mentre le sue amiche finiscono il loro cappuccino. Qui tutti sono di buon umore, nonostante il caldo.

Poco più avanti, a Montegaldella, percorriamo il primo itinerario ciclo-pedonale italiano dedicato al saluto. Il paese è orgoglioso del suo monumento al "Ciao" inaugurato nel 2003. La ciclabile del saluto unisce due province ma che punta ad essere anello di congiunzione fra il nord est d'Italia e l'Europa, fra Monaco di Baviera e Venezia.ciclabile del saluto

Accoglie i ciclisti che scendono dalla Germania e si dirigono verso l'Adriatico. Venti totem ci aiutano a scoprire l'origine e la storia del saluto attraverso i secoli. La tappa successiva è Padova, sorprendentemente priva di turisti per questo periodo dell'anno. Visitiamo la Basilica e facciamo il pieno di carboidrati lenti. All’uscita di Padova ammiriamo le bellissime ville palladiane lungo il canale del Brenta che ci porta a Marghera.

Quest'ultima ospita uno dei poli chimici più grandi d'Europa. Fortunatamente la ciclabile evita questa zona industriale e ci permette di attraversare Mestre in tutta sicurezza. Arriviamo a Venezia percorrendo il ponte di 4 km che collega Venezia alla terraferma (la via della Libertà). Poiché Venezia è vietata alle bici, ci siamo imbarcati direttamente sul ferry che ci porta all'isola del Lido e al nostro hotel. Dal ferry la vista su Venezia, i suoi palazzi, i suoi campanili e la Piazza San Marco è magnifica. Non vediamo l'ora di tornare stasera in vaporetto per assaggiare la cucina locale. Sulla via del ritorno una leggera pioggia ci rinfrescherà.venezia

Sabato 30 luglio, 108 km , 32°, Lido di Venezia – Muzzana del Turgano

Di buon mattino un vaporetto ci porta a Punta Sabbioni. Fino a Jesolo seguiamo una delle piste ciclabili più belle della Laguna, e qui, gli appassionati di birdwatching potranno arricchire le loro liste di osservazioni. Da Jesolo a Caorle, accanto alla pista ciclabile, ci sono sempre più turisti che vogliono raggiungere le spiagge. La bici ci permette di evitare i pochi ingorghi.pianure venete

A metà del percorso lasciamo la costa adriatica e ci dirigiamo verso l'interno, dove la maggior parte delle coltivazioni è costituita da soia. La totale assenza di rilievo, di paesaggio, di sterrato e il caldo fanno sembrare i chilometri più lunghi, molto più lunghi. Dopo 108 km, apprezziamo molto l'Agriturismo “La Di Anselmi”, il suo prosecco millesimato e il suo enorme tagliere di affettato misto.

Domenica 31 luglio, 79 km, 34°, Muzzana del Turgnano – Gorizia/Duino

Oggi è l'ultima tappa del viaggio. Nella sua prima metà, è la replica esatta della fine del giorno precedente. Dopo 40 km, vale la pena visitare le rovine di Aquileia (il più importante sito archeologico del nord Italia). Fu una delle città più importanti dell'Impero Romano e un grande centro della cristianità, ma non resistette ad Attila.

Dopo un meritato pasto Olivier e io ci separiamo. Partiamo ciascuno per raggiungere la nostra dolce metà, lui a Gorizia e io a Duino poco più in basso, e già pensiamo al prossimo viaggio.mare 01

Percorsi ciclabili seguiti

  • Ciclovia Alpina Pedemontana -BI 12
  • Percorso ciclabile dei laghi settentrionali - Bgclo
  • Ciclovia Brescia - Paratico (OG3)
  • Ciclovia Aida (Alta Italia Da Atraversare) - BI 20
  • Eurovelo 8 - Ciclovia Adriatica - BI 6
  • Ciclovia del saluto

Qui sotto trovi anche un video del viaggio

 
 
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