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Il giro delle Dolomiti di Brenta e dell'Adamello in bicicletta
Mumble… mumble… abbiamo già trascorso 10 giorni stupendi in Gallura a fine maggio, dove andare nella settimana di ferie del 4 Luglio?!? Dobbiamo partire la domenica e vogliamo tornare in Liguria sabato 10 per festeggiare il mio 59° compleanno. Ci orientiamo verso le Alpi, ma non vorremmo visitare le solite mete affollate che, in gran parte, abbiamo già fatto. Inoltre, ovviamente, deve essere un anello. L’attenzione cade sulla zona a nord tra Bergamo e Brescia che non avevamo ancora frequentato. Mouse, maps varie, Lifeintravel.it e il percorso è disegnato. Come sempre sarà abbastanza “open”: decideremo in base al tempo e giorno dopo giorno, come abbiamo sempre fatto finora. La vacanza è la priorità, se poi fai delle belle sgroppate meglio.
Dati tecnici
Giro delle Dolomiti di Brenta e Adamello in bici
Partenza/Arrivo | Iseo |
Tempo | 7 giorni |
Dislivello |
6500 m circa
|
Lunghezza | 354 km bici+ funivie |
Tipologia di fondo |
Asfalto 85%
Sterrato 15%
|
Bici consigliata |
Bici da viaggio
Adventure bike
MTB
|
Difficoltà | |
Panorama |
In questo articolo
Dal 2020 abbiamo sostituito le bici da corsa con due e-mtb che rendono il nostro cicloturismo un po’ meno duro. Si inizia con la ciclovia dell’Oglio.
Prima tappa: Iseo – Esine
Lasciamo la macchina a Covelo e verso le 11 iniziamo a pedalare: 43 km di pianura o quasi, cosa impensabile dalle nostre parti. È domenica mattina, il numero di biciclette è superiore a quello delle auto, per lo più “pedali veloci”. Il raccomandatissimo tratto tra Vello e Toline mantiene in pieno le promesse. La ciclabile è breve, ma ti puoi tuffare nel lago da tanto sei vicino. Dopo Pisogne, e fino a Boario Terme, il percorso non è molto interessante, ma vogliamo portarci avanti il più possibile. Doveva piovere alle tre e così è stato, ma noi eravamo già in camera a pedalare sulla salita del Tour de France in TV. Mangiamo veramente bene “da Sapì” nel tranquillo paese di Esine mentre continua a piovere anche se, per l’indomani, è previsto bel tempo. Domani si sale al (verso il) Tonale.
Tapp nambertciù: Esine - Ponte di Legno
Bellissima la ciclovia dell’Oglio, ma anche abbastanza impegnativa. Il dislivello complessivo aumenta con tanti saliscendi in mezzo al bosco, ma evitando totalmente traffico e macchine.
La Valcamonica è veramente verdissima e pian piano iniziamo a costeggiare il massiccio dell’Adamello.
Un bravo a chi l’ha ideata e realizzata. Direi una ciclovia troppo sottovalutata visto che abbiamo incontrato una ventina di ciclisti in 65 km. Inoltre è adatta all'estate visto che è molto ombreggiata. Ci fermiamo a Rino per uno spuntino e, mai successo prima, carichiamo le pile delle bici su due colonnine in piazza.
Un’ora di carica è praticamente niente ma per fare 300 metri di dislivello sarà assolutamente sufficiente visto che da Esine ne abbiamo fatti oltre 850. Da Vezza d'Oglio fino a Ponte di Legno la valle si apre ed è una bella cavalcata in mezzo ai prati. Ci fermiamo qui, in fondo il nostro l’abbiamo fatto per oggi.
Tapp namberfrì: Ponte di Legno – Madonna di Campiglio
Un risveglio con notevoli problemi alla mia cervicale ci fa optare per la salita al Tonale in funivia.
Un peccato perché dall’alto si vede parte del bel percorso ma in fondo meglio così visto che la tappa prevede un d+ di circa 1.600 m. Una veloce discesa stradale ci porta sino a Ossana dove prendiamo la bellissima ciclabile della Val di Sole che scende sul lato destro della valle. "E questa cabinovia dove va??"
Dopo un rapido consulto con un gentilissimo ragazzo del bike-rent Val di Sole, a Daolasa, e con la moglie leggermente ostile verso gli sterrati, decidiamo di prenderla. Doveva essere la tappa più pesante, ma diventa la più leggere. In fondo sfondarsi di fatica in vacanza non è poi così figo e poi l'alta montagna è sempre il top.
Salendo ai 2.050 mt del rifugio Solander vediamo scendere i ragazzi del downhill sulle piste verticali sotto la cabinovia. Un primo tratto di discesa ripida su strada forestale ci porta alla Malga Dimaro.
Da lì un lungo traverso fino a Passo Campo Carlo Magno e alla bellissima Madonna di Campiglio.
Day namberfòr: Giro delle Malghe di Madonna di Campiglio
Il “day off” è un bel giorno in ogni giro, alzarsi senza dover rifare i bagagli e montarli, le bici senza pesi, pedalare senza meta... una libidine. Saliamo con gli ovetti al Monte Spinale, fantastica terrazza panoramica sul gruppo del Brenta (che ricordi sciistici la “nera” dello Spinale)
Da lì imbocchiamouna discesa molto ripida fino alla malga Montagnoli e a Campo Carlo Magno. Si risale sul versante opposto, cascina Zeledria, Patascoss, Malga Ritorto.
Un'altra picchiata verso la statale e il percorso in mezzo al bosco ci riporta sul versante Brenta... bisogna risalire! Per arrivare a Malga Venesella troviamo pendenze quasi proibitive anche per l'ebike. Il sentiero dopotutto costeggia le cascate…
La ruota posteriore slitta e se sposti il peso indietro la ruota davanti si alza a qualche centimetro dal suolo. Persino scendere dai pedali diventa un rischio di caduta quasi certa. Riesco, non so come, a pedalarla tutta, ma la moglie è veramente fenomenale nel fermarsi solo a 20 metri dalla vetta. Mangiamo e ripartiamo mentre comincia a piovere. Un traverso di pochi chilometri ci riconduce in albergo. Bellissimo giro e splendide montagne e, nonostante la salita in funivia, il dislivello è di quasi 800 metri, non poco.
Tapp namberfaiv: Madonna di Campiglio - Arco
Le previsioni meteo danno al 100% pioggia quindi partiamo un po' prima da Madonna di Campiglio. Scendiamo lungo la statale fino a Pinzolo dove inbocchiamo la ciclabile della Val Rendena, molto carina! Scegliamo la strada per scendere velocemente, ma c’è comunque il sentiero ciclabile che in parte abbiamo percorso ieri. La pioggia ci prende dopo Pinzolo ma tiriamo drittii e ci va bene. Dopo Tione il fiume Sarca forma delle belle gole mentre la strada sale verso Stenico costeggiando pareti rocciose verticali.
Stupenda e percorsa più da bici che da auto. Da Stenico scendiamo a Ponte Arche e, anziché andare verso Sarche, facciamo il Passo Ballino - molto bello - dove mangiamo al bici grill e scendiamo stile toboga a Riva del Garda.
Tanta discesa e poca salita... What else?
Unico problema: partiamo con 13 gradi e arriviamo con 32! Dormiamo ad Arco, patria dei climbers, togliendoci dalla bolgia di Riva del Garda. Un mega temporale prima di cena non ci disturba più di tanto, anzi ci consente di trovar posto alla Piccola Osteria Bianchin, un microscopico Bacaro veneziano dove stiamo veramente molto bene.
Tapp nambersics: Arco – Gardone Val Trompia
L'ultimo giorno del mio 59° anno inizia alle 7,20 con un "Cazzoooo le pileeee..."
Eh sì, ci siamo dimenticati di ricaricarle e quindi partiamo con almeno un 20% in meno. L'itinerario è studiato nei minimi particolari: dal Garni On the Rock di Arco a "dove arriviamo andando verso Iseo". Abbiamo deviato verso il Garda per fare la famosissima “Strada del Ponale” scavata nella roccia e a picco sul lago.
Nei primi 5 km. da Arco a Riva incontriamo un migliaio di ciclisti di ogni tipo, praticamente in coda. L'affollamento diventa persino pericoloso sulla salita del Ponale e di Ledro. Incontri famiglie con e-bike a noleggio in modalità turbo o deficienti che scambiano le ciclabili per una pista da downhill solo perché non è asfaltata. Quanto ci manca la densità di popolazione stile Wyoming della ciclovia dell’Oglio. La salita verso Ledro non è uno scherzo soprattutto se ti sei dimenticato di caricare le pile e vai sempre in modalità Eco.
Arriviamo al lago d’Idro passando per il Passo d’Ampola e un bel discesone con poco traffico. Sarà l’ultimo.
Eh sì, perché la statale che costeggia il lago ci riporta a contatto col traffico veloce e pesante. Probabilmente con più tempo (e più pile) avremmo potuto scegliere qualche alternativa di percorso, ma ora siamo in ballo e cerchiamo di arrivare più lontano possibile. Tenendo anche conto che nei paesini limitrofi non c’è una grossa offerta di alberghi o B&B. Poco prima di Casto, con 70 km.nelle gambe, oltre 1.000 metri d+ e poca pila, facciamo il punto della situazione: per Gardone Val Trompia ci sono ancora 8,5 km. salita e 20 di discesa. E qui scattano i complimenti alla mia compagna di vita e di bici che stanca e mezza disidratata aderisce con un "vabbè...proviamo!" Arriviamo a Gardone verso le 18 e 30 dopo una giornata davvero intensa.
Alla macchinaaaa...
Ripartiamo da Gardone Val Trompia per Iseo con un ottimo consiglio della proprietaria del B&B. Subito dopo Polaveno prendiamo la deviazione per Santa Maria del Giogo. Una salita tosta e un lungo traverso frequentato da soli ciclisti ci porta sopra a Sulzano e da lì torniamo alla macchina e a casa.
È stato un gran bel giro, un po' improvvisato, con qualche variante "á la carte", tipo la funivia, ma in fondo è lo spirito dell'avventura. Belle tutte la montagne attraversate, l’Adamello, il Brenta e le sconosciute e verdissime Giudicarie, che ci sentiamo assolutamente di consigliare.
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Paolo Serra
Ciclista "tardivo", dopo i 46 anni, e sovrappeso. Cicloturista da quando sono riuscito a convincere mia moglie a seguirmi. Primi anni con giri a margherita e poi itineranti. Un'esperienza di coppia entusiasmante che consiglio a tutti.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico