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Salerno – Matera in bici a modo nostro
Partiamo da Salerno, dove abbiamo lasciato la macchina all'Hotel Polo Nautico che ce la terrà per due settimane. Alcune microperdite di tre pneumatici su quattro ci lasciano un po' di ansia, ma 42 km di rotazione rimetteranno il lattice a posto. La litoranea fino ad Agripoli è comunque veramente noiosa...
Day 1 - 51 km 225m d+
Tutta diritta o quasi, costeggia per lunghi tratti una fitta pineta con molti accessi al mare. Pare di essere in Maremma ma, siccome abbiamo dei carissimi amici in Maremma che minacciano ritorsioni, devo precisare che mi riferisco solo all’alternanza spiaggia, pineta, statale. Arriviamo e saliamo fino al castello di Agropoli da cui si gode un bel panorama (dalle 12,30 alle 16.00 pausa pranzo e castello chiuso). Meta del giorno Castellabbate. Per arrivarci vorremmo passare dal monte Tresino. Uno sterrato visto "su maps sul divano" che si rivelerà un mezzo incubo. La parte iniziale ti ammalia con lievi dislivelli e panorami stupendi, ma poi iniziano i cazzi. Nel senso che sali per circa 250 metri su un sentiero per capre con una bici da 35 kg (per lunghi tratti a spinta). Che culo pazzesco: se non ha chiesto il divorzio oggi non lo farà mai più.
Scendiamo finalmente a S. Maria, frazione di Castellabate, dove la solita Ichnusa fronte spiaggia dà un senso alla giornata. Siamo così stravolti che cerchiamo un B&B il più vicino possibile. Il gestore del Tonyco è molto gentile e la camera molto carina. Un salto in spiaggia prima di una cena semplice, ma onesta corredata da due ottimi Spritz al limoncello, chiude la giornata. Anzi no... crollo in catalessi appena toccato il letto, verso le 3 am Chicca mi chiede l'acqua e io in cambio le chiedo... - no non è come pensate - solo il risultato di Cagliari - Inter... Samp salva, mi riaddormento sereno.
Day 2 - 47 km 822 m d+
In effetti la parte più importante del viaggio non è la meta. Anzi, in quel momento il viaggio finisce. Il fascino di un viaggio è anche un po' d'improvvisazione. Ieri ci è andata male con una deviazione a rischio divorzio (o soccorso alpino) oggi invece rimediamo. Il programma prevedeva un S.M. Castellabbate - Pioppi via costa. La signora (consiglio: fatela scegliere, è sempre meglio) faceva giustamente notare l'opportunità di visitare il castello che domina la costa, 250 metri sopra le nostre teste, col famoso belvedere del "qui non si muore" pronunciato da Murat. Il panorama merita la salita, ma soprattutto la vista sulla parte interna del parco nazionale del Cilento. L'itinerario era parzialmente in programma per l'indomani ma, visto che ci trovavamo già lì...Seguiamo quindi il percorso della Via Silente fino a Mercato Cilento e poi verso Pollica e Acciaroli. La strada sale molto tranquillamente sino a circa 800 metri e poi scende con un lunghissimo percorso, una pendenza così dolce che quasi non usi i freni. Ricorda un po' la discesa da Passo Ghenna Silana, in Sardegna.
Ci si gode appieno tutto il panorama di queste verdissime colline, in fondo molto simili a quelle liguri. Un percorso che ci lascia molto soddisfatti, almeno quanto il bagno in una spiaggetta di Acciaroli. Si fatica, e continuerà sino a Matera, a trovare posti dove mangiare. Molti locali sono ancora chiusi o aprono solo nel weekend. In compenso c’è pochissima gente soprattutto sulle strade, benefit da non sottovalutare.
Day 3 - 42 km 600 m d+
Partiamo dalla bella Acciaroli dopo una colazione e quattro chiacchiere con la simpatica Florinda, proprietaria col marito del B&B Plano de Laczarulo (non è portoghese, semplicemente Piano di Acciaroli). La mia gomma posteriore sembra aver preso coscienza che il suo compito è quello di rimanere gonfia, tuttavia un aiutino in partenza non fa male. La strada è un bel "mangia e bevi" ma ce la godiamo tutta, anche le salite. Sarà per il periodo, sarà per il giorno ma di traffico ce n'è veramente pochissimo. Ci sarebbe anche un'interruzione per frana prima di Pisciotta, ma ci dicono che è così da 15 anni. Il cartello di divieto sembra solo voler dire "se ti capita qualcosa so' 'azz toi". Ci fermiamo anche al parco archeologico di Velia dove abbiamo uno stuolo di custodi e guide tutto per noi (un turista, cinque addetti). Arriviamo grazie alla solita discesa dolce dolce a Palinuro dove ci spariamo una camera con terrazzo fronte mare (un po' di riccanza ma solo fuori stagione, ad Agosto costa 15 volte tanto)
Day 4 - Relax
Oggi giorno di riposo con visita a Capo Palinuro in barca. Com'è che sono più stanco di ieri??? Da qui in avanti seguiremo (forse) il saggio pensiero della moglie: tappe più brevi e leggere ma senza giorni di ozio completo. In realtà resterà una pia illusione, faremo sempre più chilometri e dislivello.
Day 5 - 51 km 1.050m d+
“Ohibò cos'è tutto 'sto traffico??”
La partenza da Palinuro fino a Marina di Camerota ci lascia stupiti. Ma solo per quei pochi chilometri. Da lì saliamo a Lentiscosa, 500 metri di salita non particolarmente ripida. Un altro "dentello" fino a San Giovanni A Pino e poi giù fino a Policastro Bussentino dove ci rinfreschiamo con un bagnetto. Una pattuglia di Carabinieri poco prima di Sapri ci conferma che la strada verso Maratea è interrotta e che quindi dovremo prendere il treno. Cosa che facciamo alle 14,30 arrivando a Maratea una mezz'oretta dopo. Imbocchiamo la direzione "centro" ma scopriamo che Maratea è formata da una serie di frazioni sparse sulla collina.Il centro storico è a 250 m. Solito B&B, dove issiamo i 27,5 kg di bici su per 15 gradini in pietra, doccia, vino e tagliere di prodotti locali, un cabaret di pastine per 4 euro e 50 e il solito spettacolare tramonto. Giornata abbastanza tosta anche per il caldo e il vento, domani ci si addentra in Basilicata.
Day 6 - 51 km 1.050m d+
Oggi percorriamo parte della 7° tappa del Giro 2022, passata pochi giorni fa. Dal centro storico di Maratea saliamo per 300 metri sino a Passo Colla scendendo, con la solita dolcezza, fino a Trécchina, un paesone sulla destra della valle del Noce. Per risalire sullo spartiacque opposto ed evitare la statale il Garmin ci fa passare dalla vecchia SP3 e da stradine secondarie. Prima di Lauria e fino oltre Pecorone la strada s'impenna un po' e dobbiamo usare un po' più il motore. In fondo abbiamo già percorso 1.000 metri di dislivello di cui 700 nell'ultima salita. Il panorama è comunque stupendo, la giornata splendida e il clima perfetto per pedalare, anche sotto il sole. Certo, viene da pensare cosa dev'essere col clima estivo, improponibile. Scendiamo per un po' di chilometri fino al bivio per Latronico dove ci attende l'erta finale. Entriamo in una zona del nostro tour dove hotel e B&B non pullulano di certo per cui la lunghezza delle tappe è anche in funzione del dormire (e del mangiare). Anche arrivare nelle primissime ore del pomeriggio e fuori stagione in questi paesi non contribuisce a una buona impressione, che al contrario abbiamo entrando nel B&B Porta d'Alpi, dove parcheggiamo le bici nel sottoscala e ci riposiamo in una bellissima camera guardando i chilometri finali del Giro, i 1.250 metri di salita si fanno sentire. Il B&B di Ivan e la moglie è probabilmente il più carino di tutta la vacanza. Bravi.
Day 7 - 72 km e 735m d+
La quantità di marmellata con cui la simpatica proprietaria della pasticceria "da Biase" mi riempie la brioche potrebbe bastare per pedalare fino a Reggio Calabria. Un "local" ci consiglia di scendere lungo la vecchia statale anziché sulla superstrada e così facciamo. Usciti dal paese troviamo un "divieto di transito a motocicli e biciclette". Per 10 km incontriamo due macchine e nemmeno una casa, che fa escludere il divieto per "tranquillità " che tuttavia può valere per le moto, non certo per le bici. L'ultima dose di asfalto probabilmente risale agli anni '70, ma non ho mai visto un divieto "per buche", anche perché il 40% dell'entroterra ligure sarebbe vietato.
L'arcano viene svelato da un gentile signore che, poco prima di Episcopia, ci avvisa che la strada vecchia è interrotta e che il divieto a moto e bici è stato messo per i tanti cinghiali pericolosi per le due ruote.
Lo ringraziamo pensando che a Genova ultimamente gli ungulati fanno il bagno sul lungomare e prendiamo la superstrada. Le macchine viaggiano veloci, ma la sede stradale è ampia e la discesa ci fa viaggiare sopra i 35 km orari. Fortunatamente c'è poco traffico e molto rispettoso. A Senise lasciamo la SS635 e prendiamo la SS92 che risale verso nord. Il traffico è inesistente, ma in compenso inizia a farsi sentire il caldo, tanto caldo. Maps ci indica come primo paese Alianello di sotto e lì decidiamo di sostare. Il paese in realtà è costituito da quattro palazzoni di tre piani, un campo da calcetto, una chiesina in cemento e, almeno quello, una fontana. Ci sarebbe anche un parco giochi sotto un ombreggiato boschetto, ma è infestato dalle zanzare. Troviamo anche posto per dormire ad Aliano per miracolo, il piano B sinceramente non c'era.
Dal bivio di Contrada Leo parte la bellissima strada che attraversa tutta la zona dei calanchi e arriva ad Aliano. 10 km per 430 metri di dislivello resi veramente tostissimi dal caldo torrido, assenza di ventilazione e da un chilometro finale al 15%. Quando penso di averne ancora per un po' di chilometri ecco che appare Aliano, arroccato sul bordo dei calanchi e rossastro come le nostre braccia.
Day 8 - 60 km 1320m d+
Il simpatico cuoco de "Gli amici di Levi" dove abbiamo mangiato la sera precedente ci consiglia un tracciato alternativo per Castelmezzano. Risparmieremmo 150 metri di salita, gli stessi che buttiamo via in partenza. Eh già, perché scendiamo lungo una variante dove si apre una voragine di 20 metri. Si potrebbe anche passare di lato, ma la moglie fa per fortuna notare che qui e là per il crinale svolazzano centinaia di metri di guard-rail. Un cartello sulla piazza del paese avrebbe tolto suspence, un paio di porcattroia e qualche watt di pila. Cominciamo male e non è finita.
La statale 92 è pressoché deserta, ma è veramente monotona. Chilometri di rettilinei sotto il sole mi fanno rivalutare il percorso più duro lungo l'interno (come dice il mio maestro:” se sei da solo, dopo 40 km di pianura un po’ di salita te la preghi”). Corleto Perticara si palesa col solito dislivello di 200 metri dal fondovalle. Ma siamo sulla strada e quindi la voglia di una sosta ci fa sopportare il 10% sotto il sole.
“Certo che questo rumore di sgasate al motore rompe non poco, ma poi... dove sono tutte 'ste moto??”
Non sono moto, sono prototipi di auto che gareggiano proprio sulla nostra via maestra, per circa sei chilometri. La prima delle tre manche sta per finire, una macchina è finita fuoristrada con bandiera rossa e ambulanza, ne approfittiamo per raggiungere un bar in piazza. Tra "la strada riaprirà stasera" e "seguite le indicazioni dei cartelli gialli" (che ci allungano la strada di almeno 20 km) cerchiamo una via d'uscita mangiando un panino con la salsiccia e riposandoci forzatamente. Il piano d'attacco comprende un lungo periplo con tanto di scendi e risali ma quando arriviamo alla fine del giro troviamo di nuovo il nastro bianco e rosso della corsa. L'addetto è però veramente gentile: telefona alla partenza ottenendo il via libera per farci passare prima che la manche riparta. Siamo solo a 400 metri dal traguardo, ma li percorriamo come se fosse una volata al Tour. E siamo doppiamente fortunati. Perché su quella bellissima e tortuosa strada (che un ciclista locale ci confessa essere sede di gare clandestine di moto nel weekend) rimarremo solo noi. In 25 km, compresa la fantastica strada rurale che porta a Castelmezzano, incontreremo solo una macchina della forestale. Dopo l'ultima salita si scollina e appaiono bellissime Pietrapertosa e Castelmezzano. Optiamo per la seconda e la sera sembra di affacciarsi su un presepe illuminato, bellissima. Buona cena e pernotto al Becco della Civetta.
Day 9 - 94 km 1249m d+ | La nostra tappa regina.
"Mi scusi, si può prendere la superstrada in bici?"
"So che due signori l'hanno fatta la settimana scorsa".
Bene, già mi vedo percorrere i 65 km e 650 metri di dislivello per Matera in modalità Turbo. Basta col calcolare il consumo dalla pila, che poi ti fai un mazzo tanto e arrivi con tre tacche su cinque.Domani la nostra ultima tappa sarà "una passeggiata di salute". Seeee, come no. Dopo essere scesi da Castelmezzano sulla vecchia strada chiusa al traffico dove si fa lo slalom tra massi tipo "trolley Samsonite", un bel cartello "vietato il transito alle bici" ci fa studiare un piano B. I TIR che sfrecciano ci distolgono subito da qualunque azzardo. Il Garmin sentenzia: 85 km e 1.190 d+. La strada che "taglia" un po' è uno sterrato con alcuni muri sopra il 20% ma ormai siamo lì. Saliamo per oltre 600 metri, la giornata è molto calda.
Ci fermiamo a Tricarico a mangiare e scendiamo in una vera fornace, con l'acqua della borraccia puoi farci il the. Ma ormai vediamo Matera. Altri 250 metri di salita e arriviamo stravolti al B&B.
Finale
Restiamo a Matera a fare i turisti per un giorno e mezzo e in fondo ne vale la pena. Parcheggiamo le bici in un garage vicino e andiamo col bus turistico al Parco della Murgia Materana, un'area naturale protetta storico archeologica con molte chiese rupestri e da cui si gode una vista frontale dei due sassi di Matera, il Barisano e il Caveoso. Matera è veramente piena di turisti e locali di tutti i tipi. Ripartiamo Mercoledì 25.
Una lotta contro il tempo per prendere il treno da Metaponto per Salerno ci fa pedalare con la lingua sul manubrio. Riusciamo ad arrivare con 12 minuti di anticipo salvo scoprire che l’orario si riferiva alla stazione prima (piano B) e il treno arriverà regolarmente mezz’ora dopo. Chiudiamo il tour con una serata nel centro di Salerno dove festeggiamo il 46 anniversario con un’ottima cena al ristorante Hydra, il mattino dopo, carichi di mozzarella e sfogliatelle ritorniamo in Liguria.
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Paolo Serra
Ciclista "tardivo", dopo i 46 anni, e sovrappeso. Cicloturista da quando sono riuscito a convincere mia moglie a seguirmi. Primi anni con giri a margherita e poi itineranti. Un'esperienza di coppia entusiasmante che consiglio a tutti.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico