Guardando l'orizzonte ci accorgiamo che davanti a noi spuntano montagne innevate e proprio sotto quelle vette si trova la nostra meta odierna: avevo sofferto il freddo a 200 m di quota... figuriamoci oggi che la nostra tenda verrà picchettata praticamente in mezzo alla neve! In ogni caso, di gran lunga la più bella e divertente giornata di viaggio in bici dal momento del nostro arrivo qui in Norvegia.
Continuiamo a pedalare, ora in discesa, fino all'ennesimo punto panoramico dove decidiamo di soddisfare le richieste del nostro stomaco.
La Norvegia è il paese dei laghi e non facciamo in tempo ad abbandonare le sponde di uno che subito iniziamo a segure quelle di un altro.
Per oggi le bici restano al palo e così ci incamminiamo lungo la strada che conduce all'inizio del sentiero, 2 km e mezzo più a nord di Geiranger, in una zona dove sono presenti numerosi campeggi. Il sentiero si inerpica subito impegnativo ed in meno di un chilometro si raggiunge quota 250 m: un'ampia radura permette di ammirare uno splendido panorama sulla parte terminale del fiordo dove oggi soo ancorate svariate navi da crociera. Rientrando nel bosco il sentiero si addolcisce e, di tanto in tanto, lascia intravvedere tra la vegetazione qualche scorcio sull'insenatura. Il cielo torna ad essere del colore che ormai siamo soliti vedere: grigio. Dopo un paio d'ore di camminata raggiungiamo la nostra meta, la Homolong farm, due casette abbandonate, un tempo utilizzate come fattorie. 300 m oltre i piccoli edifici, dove ci dissetiamo al torrente che scende dalle vette, sostiamo al belvedere che permette di ammirare un altro tratto del Geirangerfjord oltre alla cascata delle Sette Sorelle Proseguendo sul sentiero che ora scende, si raggiungerebbe Skagefla, altro complesso di malghe famoso perchè i reali di Norvegia vi hanno festeggiato le nozze d'argento nel 2006. Noi però decidiamo, visto il tempo, di tornare sui nostri passi e facciamo appena in tempo ad entrare in tenda che fuori si scatena il finimondo. Dedichiamo le ultime ore della giornata alla visita del Norsk Fjordcenter, una delusione enorme dato che la visita dell'esposizione presente costerebbe 110 Nok, circa 15€, mentre l'unica parte accessibile gratuitamente è il negozio di souvenir e cafè. Domani si riparte, indecisi se prendere il traghetto fino a Valldal per scoprire i fiordi dal basso, o proseguire esplorando anche questo tratto di Norvegia in bici e conquistare la risalita con le nostre gambe... si vedrà
Tappa 7: Geiranger - Trollstigen | 77 km
Si riparte verso nord. Dopo una giornata dedicata al trekking sulle montagne che cingono il Geiranger, uno dei fiordi norvegesi più suggestivi, si risalta in sella per pedalare la strada turistica più nota e fotografata di Norvegia, la Trollstigen.
Indecisi se risalire la ripida serpentina sulla costa settentrionale del fiordo o imbarcarci per evitare il primo saliscendi di giornata, vediamo prevalere la voglia di pedalare e così alle 8 siamo già in sella.
I
tornanti che risalgono il fiordo norvegese del Geiranger ci permettono di respirare doppiamente dato che alla ridotta pendenza si aggiunge l'ottima scusa di una foto alla lingua di acqua salata ed alle Sette sorelle, una delle cascate che alimenta di acqua dolce il fiordo.
La giornata è di quelle da cartolina, con il cielo azzurro punteggiato di nuvole bianche, lo scenario perfetto per una sessione fotografica in bici.
Per coprire i 700 metri di dislivello, tra soste e ritmo blando, impieghiamo quasi tre ore. La vallata attraversata dalla strada che collega il fiordo di Geiranger a quello di Norsk è da favola... i paesaggi neozelandesi de Il Signore degli Anelli in confronto sfigurano.
Completata la discesa ci attende il nostro primo traghetto (di una probabile lunga serie) per attraversare il fiordo norvegese e riprendere la marcia sulla strada 63 che da Valldal salirà regolare ma eterna verso la Trollstigen. La piana, prima piuttosto chiusa e coltivata a fragole e patate, si apre mano a mano che si guadagna quota diventando uno splendido anfiteatro tra alti picchi montuosi.
A metà strada, una vistosa passerella in metallo (orribile, come l'annesso caffè... ma è solo un mio parere) si insinua tra betulle ed abeti a sbalzo sul fiume che scende impetuoso: è Gudbrandsjuvet, un piccolo diversivo sulla strada verso Andalsnes.
Come spesso capita, l'opera della Natura supera di gran lunga quella dell'uomo e le rapide sotto alle passerelle sono davvero impressionanti. Una pausa ci voleva ma è bene rimettersi in sella: prima di raggiungere il culmine della salita ci fermeremo almeno altre otto o nove volte per fotografare un paesaggio o un laghetto naturale: ci sentiamo come nel nostro Trentino anche se il meteo è davvero bizzarro tra i fiordi norvegesi!
Tocchiamo quota 890 m e ci sembra di aver raggiunto i 2700 m dello Stelvio che ci tornerà in mente poco oltre guardando la strada scendere a valle in ampi tornanti. La
Trollstigen è sicuramente
la strada turistica più fotografata di Norvegia e ora capiamo meglio il perchè
. I tornanti che la compongono e permettono di scendere in pochi chilometri fino ad Andalsnes sono soltanto 11 ma i picchi montuosi Bispen, Kongen e Dronninga che troneggiano attorno ad essa e la maestosa
cascata Stigfossen che si tuffa nel dirupo intrecciando il suo corso con quello della stretta striscia di asfalto, ne fanno uno spettacolo unico da pedalare a bocca aperta.
La discesa è rapida ma divertente nonostante l'odore acre di freni surriscaldati dei camper che la percorrono in questo periodo.
Troviamo sistemazione poco oltre la fine della Trollstigen, tra Troll e caravan... e la solita notte piovosa vola via al riparo del nostro tiepido sacco a pelo.
Tappa 8: Trollstigen - Skjoesetra | 79 km
Dopo la magnifica giornata di ieri tra i fiordi norvegesi e strada dei troll (Trollstigen), le emozioni scarseggiano oggi e così decidiamo di dare un po' di brio alla giornata cambiando i piani a metà pomeriggio. Durante la mattinata abbiamo pedalato fino ad
Andalsnes per poi aggirare il fiordo su cui sorge la piccola cittadina dirigendoci verso
Molde. Un battello per attraversare l'ennesimo fiordo ed una deliziosa strada sterrata lungo la costa di quello successivo sono un bell'aperitivo, ma percorrere a ritroso il lungomare controvento ancora una volta sarebbe davvero faticoso così, dopo aver scoperto che saremmo stati costretti a percorrere un tunnel sotto un altro fiordo, optiamo per una deviazione verso sud-est e le montagne. La nostra avventura in bicicletta proseguirà fino a Trondheim lungo il
percorso ciclabile Eurovelo 3 segnalato abbastanza bene.
Ancora pochi chilometri per oggi e ci fermiamo in un campeggio (il Gammelsetra -
consulta l'elenco dei campeggi low cost in Norvegia dove abbiamo sostato) un po' sperduto: ci viene incontro un vecchietto che in norvegese stretto ci mostra una hytte, la casetta-bungalow tipica della Norvegia, proponendocela allo stesso prezzo della tenda... come dire di no? Piccola ma carina, la casetta contiene tutto il necessario per sopravvivere: un letto a castello, un tavolino e due punti fuoco elettrici. Tutti questi comfort ci lusingano dopo 10 giorni consecutivi in tenda e, con la consapevolezza che probabilmente sarà la prima e ultima volta, ce li godiamo come fossimo al Grand Hotel.
Tappa 9: Skjoesetra - Munkvoll | 109 km
Ci stiamo abituando a pedalare duro ed anche oggi non possiamo esimerci dal farlo... la strada verso Capo Nord è ancora lunga e tortuosa. Abbiamo ormai imparato sulla nostra pelle che in Norvegia la pianura è una sconosciuta: saliscendi spaccagambe si alternano a lunghe e tortuose ascese seguite, per fortuna, da folli discese.
A parte i paesaggi incantevoli, quella di oggi è davvero una giornata epica per il nostro viaggio in bici: è la prima in cui sono riuscito a togliere gambali e canottiera tecnica grazie allo spendido sole che brilla sopra le nostre teste. Siamo anche riusciti a sudare sulla salita verso Oppdall... che esista l'estate anche in Norvegia?
Dopo aver trascorso la nostra prima notte in una hytte e non in tenda, ci siamo spostati per tutta la mattinata tra i fiordi fermandoci lungo il Sunndals, nella cittadina di Sunndalsora al suo inizio. Per evitare due tunnel di 2 e 6 chilometri, abbiamo deciso di seguire la vecchia strada abbandonata che sale tra la vegetazione che lentamente si sta riappropriando della carreggiata.
La prima sorpresa che ci ha regalato la lunga vallata che sale verso Oppdal è stata una gran distesa di fragoline di bosco rosse e mature lungo la pista ciclabile poco fuori dalla città.
Una pausa, anche se avevamo appena concluso il pranzo, non potevamo non farla, no?
La seconda sorpresa, meno gradita, è stata l'erta salita che ci ha condotto fino ad un altopiano: 4 km al 9% dopo averne percorsi quasi 100 sono stati letali per le nostre gambe.
Degna ricompensa per tanta fatica è stato il campeggio trovato per la notte: situato in una splendida posizione, è popolato da decine di auto d'epoca qui per un raduno annuale.
Stanotte dormiremo sotto un cielo stellato sperando di vivere ancora giornate estive in Norvegia...
Tappa 10: Munkvoll - Viggja | 75 km circa
Una tappa lunga e divertente, un'altra tappa portata a termine. Dopo i soliti preliminari alla partenza, lasciamo il campeggio per riprendere da dove avevamo interrotto il giorno prima: si sale! Seguendo il percorso dell'itinerario ciclabile Eurovelo 3, deviamo dalla strada principale per raggiungere un altro lago in una splendida location a 900 m di quota. Lungo il percorso ci fermiamo spesso per fotografare i boschi di betulle che in questo periodo sono adorni di un colorato sottobosco floreale.
La discesa è dolce e lunga ma il sole mattutino è già stato sostituito dalle nubi grigie che sono ormai fidate compagne di questo viaggio in bici in Norvegia. Per qualche chilometro fa la sua apparizione anche lo sterrato che ci catapulta nella vallata che seguiremo nel pomeriggio. A farci compagnia sul palo della luce un picchio verde che, dopo aver fatto il timido, si lascia immortalare. Riprendiamo a pedalare lungo l'Eurovelo 3 con la spiacevole sorpresa di un forte vento contrario e, seguendo il corso del fiume, raggiungiamo il mare a fatica sui continui saliscendi ai quali non ci siamo ancora abituati.
Il gps ci salva da un'escursione sulla European road (una sorta di superstrada ad una corsia) ed imbocchiamo l'itinerario ciclabile tra Orkanger e Trondheim lungo il fiordo di Trondheim. Al primo campeggio cediamo alla stanchezza e ci rifugiamo in tenda per il meritato riposo... ma fuori c'è un vento che sferza la tenda a più non posso e addormentarsi stanotte non sarà affatto facile...
Tappa 11: Viggja - Storvatnet | 69 km
Tappa inutile... così avremmo definita quella odierna se non fosse per le due alci al pascolo incontrate a bordo strada: un attimo, un secondo, un istante interminabile prima di vederle fuggire nel folto della foresta. Quell'istante ha però ripagato la giornata per il resto scialba.
Al mattino ci svegliamo di buon'ora ma fino alle 11 restiamo in campeggio per scrivere e lavorare un po'. Il camping è in una posizione splendida sul fiordo di Trondheim, ma il costante vento che lo sferza ci infastidisce non poco.
Dopo la partenza abbiamo imboccato nuovamente l
'itinerario ciclabile Eurovelo 3 segnalato verso Trondheim. Poche pedalate decise prima di fermarci per pranzo al culmine di una bella salitella... per scoprire, appena concluso il pasto, di aver sbagliato strada ed essere saliti sulla collina che in realtà avremmo dovuto aggirare. Per nulla scoraggiati abbiamo trovato l'alternativa e in poco tempo siamo riusciti ad attraversare
il fiordo di Trondheim.
Il controllore ha provato a rallegrarci la giornata facendoci viaggiare gratis sul traghetto, ma siamo diventati ancora più metereopatici viaggiando in Norvegia...
Risaliti in sella, sempre e comunque con un cielo grigio da bella giornata estiva norvegese, dopo l'ennesima tosta collina superata, ci siamo ritrovati dinnanzi un bel paesaggio lacustre. Costeggiando il lago ci siamo imbattuti in un campeggio privato carino: non trovando nessuno a custodirlo, abbiamo chiesto ad un ospite che ci ha indicato la farm in cima alla collina: "Chiedete lì, ma non dovrebbero esserci problemi!"
E invece, dopo un buon paio di chilometri di risalita su sterrato la padrona di casa e proprietaria del terreno fronte lago ci ha negato il permesso di campeggiare (sarà stata colpa della mia barba?). Ancora un po' scocciati per l'opportunità persa, abbiamo svoltato sulla strada ritrovandoci di fronte due alci. Esaltati dall'incontro, ripartiamo con il sorriso sulle labbra a caccia di un posto dove dormire. Alcune roulotte e nessuno che ci accolga... vorrà dire qualcosa?
Decidiamo di fermarci al Peaceful (scritto Piece full) camping: piantiamo la tenda ma intorno a noi niente si muove, nessuno parla...
Ci bastano 5 minuti fermi per capire il motivo dell'abbandono: nugoli di moscerini ci assalgono e siamo completamente in loro balia. Riusciamo a sfuggire montando la tenda in tempi record e tuffandoci dentro: per stasera niente doccia!
Tappa 12: Storvatnet - Fossland | 109 km
L'alzataccia per provare a cogliere di sorpresa i i fallisce e fuori diluvia... richiudere la tenda diventa una gara ad ostacoli ma ce la facciamo e la fuga è completata in men che non si dica. Nel frattempo però siamo già fradici e sulla strada verso nord-est non incontriamo nulla sotto cui ripararci.
Decidiamo di proseguire nella vallata che già iniziamo ad odiare e siamo colti di sorpresa quando ci attraversano la strada in lontananza due enormi uccelli... potrei azzardare che siano struzzi che si sono persi, ma quando ci avviciniamo un po' capiamo che si tratta di una coppia di gru. Teleobiettivo alla mano, scattiamo qualche foto e ripartiamo. Poco più avanti esce dalla foresta un ungulato, probabilmente una cerva che non appena si accorge della nostra presenza se la dà a gambe levate.
Finalmente un edificio, forse una scuola abbandonata, (ma scuola per chi non si sa, visto che da queste parti non si vede traccia di presenza umana!) che ci offre riparo per fare colazione riscaldando del thè da mangiare con biscotti.
Ripartiamo ma... fuori non ha ancora smesso di piovere e il paesaggio è struggente: il fiordo che costeggiamo, avvolto dalle nubi basse, ricorda il nostro mare d'inverno.
Finalmente raggiungiamo il primo paese degno di tale nome e dopo di esso un secondo. Malm è adagiato sulle ultimi propaggini del fiordo di Trondheim che stiamo seguendo da ormai tre giorni. La tanto agognata strada 17, la coastal route che seguiremo in bicicletta fino alle isole Lofoten è raggiunta. Girando verso nord, il vento finora benevolo ci soffia in faccia ed i 20 km fino al campeggio sono la degna conclusione di una giornata un po' storta.
La chiacchierata con il proprietario del campeggio nella stube davanti al caminetto acceso è un momento indimenticabile: birra, racconti e storie di vita che si incontrano ed incrociano in una Norvegia dai ritmi metal e dai cieli grigi. Lui lavora sulle piattaforme petrolifere e si divide tra Norvegia e Thailandia dove trascorre tutto l'inverno lontano dal gelo e dalle notti buie.
Al caldo del fuoco e con una birra in mano è sempre bellissimo parlare di viaggi ed avventure...
Tappa 13: Fossland - Flått | 88 km
Al peggio non c'è mai fine, ma oggi abbiamo toccato il fondo e da domani risaliremo, di questo ne sono certo! Ci svegliamo con
una certa flemma e dopo aver perso tempo nel valutare la possibilità di un cambiamento di programmi (vedi tornare in Italia anzitempo o fuggire in un paese caldo), risaltiamo in sella decisi a dare ancora una
chance alla Norvegia che finora ci ha riservato poche soddisfazioni. Non facciamo in tempo a raggiungere
Namsos che un altro diluvio si abbatte su di noi. Davanti a
due scatole di biscotti (in questi giorni stiamo affogando la frustrazione nel cibo), decidiamo di spostarci in centro e cercare un bus verso nord per vedere se il tempo più in alto migliora. Anche in questo caso la sorte ci è avversa (oppure no... chissà) e non troviamo indicazioni utili dalla giovane e inesperta dipendente che ci accoglie in quella che tutti ci hanno indicato essere la stazione ma che non ne ha molto le sembianze.
Riprendiamo la strada verso nord e la Route 17 non senza qualche difficoltà nell'uscire dal centro città. Alla pioggia si alternano schiarite inaspettate che ci sollevano leggermente l'umore. Il freddo pungente di ieri e del mattino si attenua e dopo un lauto pranzo a base di sandwich raggiungiamo un piccolo borgo insignificante per 361 giorni all'anno, ma che da oggi per quattro giorni sarà la sede di un festival della comicità norvegese che attira migliaia di visitatori da tutto il paese. Strani personaggi si aggirano per le vie mentre noi lo attraversiamo incuriositi ed anche per oggi ci accingiamo a raggiungere un campeggio dove pernottare.
Inaspettato, come un lampo di luce nell'oscurità, arriva l'incontro che illumina la giornata: sulla porta del bagno incontro John con cui inizio a chiacchierare. Insieme alla moglie Daisy sono partiti da Bodø, la porta settentrionale della Route 17, su un
tandem a cui hanno attaccato un carrellino in cui comodamente viaggia Brian, il loro piccolo di 10 mesi... completeranno il loro itinerario ciclabile a
Trondheim e ci raccontano della
felicità del piccolo nel vedere ogni giorno paesaggi nuovi. A loro va la nostra stima ed il nostro ringraziamento per averci fatto comprendere che
la volontà di fare prevale su insicurezze e paure dietro le quali si cela spesso pigrizia e comodità.
Tappa 14: Flått - Vennesund | 89 km
Stiamo diventando ripetitivi ma anche oggi
la principale protagonista della giornata è la pioggia: ci siamo svegliati sotto l'acqua e stiamo andando a dormire sotto un cielo nero e nubi basse e cariche che puntualmente riversano litri d'acqua sulla nostra testa. Lasciamo il campeggio
ottimisti come sempre, confidando di arrivare ai piedi del
monte Torghatten, 150 km più a nord. Iniziamo di buona lena ma dopo dieci minuti abbiamo già le
scarpe inzuppate ed i piedi fradici con l'umore che già inizia a barcollare...
cantiamo a squarciagola canzoni senza senso per farci forza vicendevolmente e ridere un po' di questa
situazione ormai tragicomica. La
Route 17 si insinua verso nord passando di fiordo in fiordo e sotto le basse nuvole ci lascia intuire quanto maestosi siano i suoi panorami.
In un sentimento misto tra delusione, rabbia e rassegnazione, proseguiamo a rilento e già dal primo pomeriggio rinunciamo a rincorrere la meta di giornata: arrivarci con un tempo del genere non avrebbe alcun senso. Per un paio d'ore sembrerebbe che il dio della pioggia abbia deciso di concederci una tregua ma è solo un'illusione: riusciamo ad asciugarci a malapena il viso che subito ricomincia il diluvio e siamo nuovamente col morale sotto i tacchi. I fiordi ed i paesaggi attorno a noi sembrerebbero davvero magnifici e questo accresce la nostra frustrazione.
Ci accingiamo, dopo 80 chilometri di calvario, a raggiungere il primo dei sei traghetti che collegano i vari tratti di Costal road quando, in un prato come tanti altri sembrano esserci un paio di cavalli al pascolo... ma non appena ci avviciniamo ci accorgiamo che non si tratta di cavalli ma di alci: due enormi animali con delle piccole corna che fuggono rapidamente nel bosco. Il cuore ancora una volta batte a mille ma non ci siamo ancora ripresi dall'emozione che dall'altro lato della strada, in un'area sosta delle auto, un piccolo animale dal pelo fulvo sta furtivamente frugando col muso nell'erba. Un lampo e sparisce lasciandoci il dubbio in testa: sarà stata una volpe artica? Probabilmente no, ma il solo pensiero di questi due rapidi incontri ci riscalda l'animo. Il supplizio di un traghetto in ritardo di mezz'ora a causa di un guasto e quello di dover montare la tenda sotto una pioggia battente sono meno dolorosi dopo queste piacevoli visioni.
Tappa 15: Vennesund - Torghatten | 65 km
Nessuna sveglia per oggi: briglie sciolte e ci si alza quando si ha voglia. Così lasciamo il campeggio quando ormai sono quasi le 11, dopo una colazione calmissima nell'attesa che le scarpe completino la loro opera di asciugatura. Per fortuna oggi è una giornata positiva: il cielo è plumbeo ma non piove! Pedaliamo svogliatamente guardandoci attorno visto che il paesaggio costiero tipicamente nordico ci affascina. Lentamente e con soste continue per fotografare o mangiare (nonostante i chilometri fatti credo che torneremo ingrassati da questo viaggio in bici in Norvegia), proseguiamo il percorso lungo la Route 17verso Bronnøysund, piccola e graziosa cittadina adagiata all'imbocco di un fiordo chiuso verso il mare dall'istmo che culmina con Torghatten, monte famoso in Norvegia per la sua gigantesca apertura che lo trapassa a mezz'altezza.
Oggi quindi
il nostro orizzonte è dominato dalla sagoma arrotondata del monte che prima sorge gigantesco come un'isola in mezzo al mare e poi, da Bronnøysund in poi, appare come ultimo baluardo della sottile e bassa lingua di terra che protegge il fiordo dalle intemperie del mare aperto. Giunti in città, andiamo prima alla disperata quanto vana ricerca di un pacchetto di pasta ad un prezzo decente, setacciando ogni supermercato, e poi ci avventuriamo nel centro informazioni dove, per l'ennesima volta sperimentiamo l'incompetenza ed inadeguatezza del personale dipendente che non riesce a fornirci mezza informazione utile:
sembra proprio che in Norvegia il turismo sia una seccatura più che una possibile fonte di guadagno. Proseguiamo verso
Torget dove dovrebbe essere presente un
campeggio ai piedi del monte-ciambella che vorremmo, tempo permettendo, salire domani. Appena fuori Bronnøysund scavalchiamo un ponte che ci garantisce un bellissimo panorama sulla città e sulle decine di isole che la circondano ed in un'oretta su una strada per nulla trafficata raggiungiamo il campeggio:
posizione splendida ma prezzo stellare... speriamo almeno che domani il tempo ci assista!
Torghatten | A piedi nel buco di roccia
Giorno di riposo assoluto o quasi. Diluvia tutta la mattina e noi ci richiudiamo in cucina per scaldarci un po'. Per fortuna nel pomeriggio inoltrato la pioggia cessa e noi decidiamo di salire all'
enorme cavità scavata dal ghiaccio nel bel mezzo del monte Torghatten che lo rende un'attrazione particolarmente conosciuta da queste parti. La salita dura poco più di mezz'ora ma facciamo in tempo a prendere la pioggia ancora. Ci ripariamo nella caverna che
attraversa la montagna e che è effettivamente impressionante per dimensioni e spettacolare per panorama: dalla parte opposta a quella da cui noi siamo saliti infatti, oltre il buco, è possibile ammirare un
arcipelago di piccole isolette che, in una giornata di sole, sarebbero deliziose ma che fanno la loro scena anche con il cielo grigio. Scendiamo dal lato del mare fermandoci spesso per raccogliere
mangiare mirtilli e fragoline di bosco e quando raggiungiamo nuovamente il campeggio, il sole si affaccia tra le nuvole: ci concede 30 minuti e noi li sfruttiamo per
fotografare la baia magnifica su cui siamo affacciati, rimpiangendo
quello che potrebbe essere la Norvegia se solo un po' di sole la baciasse. Facciamo a malapena in tempo a rientrare in tenda che inizia a piovere.
Tappa 16: Torghatten - Sandnessjoen | 74 km
Si riparte verso nord e la temperatura, come è normale che sia, scende. Siamo però ampiamente sotto la media della stagione quando pedaliamo attraverso Bronnøysund, ritornando sui nostri passi per una quindicina di chilometri: il termometro segna un impietoso 8°C... e tanto per gradire dal cielo scende una lieve pioggerellina timida di cui però non ci curiamo, abituati a ben altri standard.
Mi piacerebbe parlare di quanto sia bella la Norvegia, dei magnifici paesaggi che stiamo attraversando, delle mille isole al largo della sua costa, dei picchi rocciosi a strapiombo sui fiordi...
ma tutto questo resta per ora solo nell'immaginazione, preservata da uno spesso strato di nuvole. Dopo la deviazione riprendiamo la
Route 17 e poco più avanti ci imbarchiamo per il nostro primo traghetto odierno. Il primo
cicloviaggiatore di giornata che incontriamo scende mentre noi saliamo, altri 4 di cui due in tandem, salgono mentre noi scendiamo. Il tratto che ci accingiamo a percorrere è un breve lembo di asfalto lungo la costa: 17 chilometri che collegano un imbarco ad un altro e guardando la nostra cartina fa impressione pensare alle centinaia di chilometri quadrati di nulla che si estendono verso l'interno. Purtroppo
il ritmo lento ci fa perdere il traghetto e siamo costretti ad attendere il successivo, due ore dopo... si gela, vento e pioggia ci sferzano il viso e così ci rifugiamo in un baretto adiacente all'imbarco: 10 euro per due cioccolate allungate, ma non ce ne pentiamo affatto!
Altri due cicloviaggiatori ci raggiungono, i primi che incontriamo che vanno nella nostra direzione... il forte vento a favore ci spinge e prima di raggiungere il campeggio di oggi, facciamo in tempo a visitare anche una delle sole 7 chiese del nord della Norvegia costruita dove sorgeva una chiesa medievale ed a fianco della quale è stato installato il museo dedicato al poeta Peter Dass. Alla sera facciamo due chiacchiere con dei giovani norvegesi che sono saliti fin qui da Bergen per assistere ad un festival musicale sulla minuscola isola di Træna che attira migliaia di appassionati e con un afgano che è qui per accompagnare due uomini d'affari e che ci dice di aver vissuto a Trapani per due anni. La giornata termina in tenda, a due pedalate dalla Route 17... ancora sotto la pioggia, in un campeggio sul mare con l'isola di Donna proprio di fronte, ancora una volta celata dalle basse nubi.
Tappa 17: Sandnessjoen - Nesna | 44 km
Altra giornata difficile e contiuano ad essercene... ma la conclusione è spettacolare, con un arcobaleno che ci ripaga delle sofferenze di questi giorni. Ma partiamo dal mattino... ci svegliamo presto perchè in previsione ci sono 120 chilometri, ma sulla tenda il solito ticchettio ci avverte che anche oggi sarà una giornata umida! Questa volta, per cambiare un po' la musica, partiamo già sotto la pioggia battente che non ci abbandonerà fino a sera. La prima sosta è devastante: fradici da testa a piedi, ci addentriamo nel supermercato per fare provviste e non vorremmo più uscire: il tepore del riscaldamento acceso ci ha stregato. Ci costringiamo a ripartire e ringraziamo la sorte che ci ha concesso il vento alle spalle, a differenza dei tanti cicloviaggiatori incrociati. Tra di loro, ci fermiamo a chiacchierare con una coppia di svizzeri che, partita da casa, ha raggiunto Istanbul per risalire l'Europa oltre il mar Nero, pedalando fino a Capo Nord: ora stanno scendendo verso casa e il loro racconto di sole splendente sulla Norvegia del nord fino a tre settimane fa è come girare il coltello nella piaga. Li salutiamo e proseguiamo sconfortati fino alla nostra tratta di traghetto quotidiana qui sulla Route 17.
Un'ora di attesa nel bagno dell'imbarco tremanti ci convince che oltre il fiordo per oggi può essere sufficiente: le temperature oscillano tra gli otto ed i sei gradi ed i nostri piedi hanno raggiunto temperature di poco superiori. Sono soltanto le 14.00 quando entriamo fradici nella reception del campeggio di
Nesna e chiediamo un posto tenda... nel pomeriggio il diluvio prosegue fino verso le 19.00 quando uno squarcio azzurro si apre in cielo e noi ci fiondiamo fuori come tutta la popolazione norvegese per assorbire quanti più raggi di sole possibile. Il paesaggio muta nel giro di pochi minuti e si accende di un verde intenso ma così come rapidamente il sole è apparso, tanto velocemente se ne va, portandosi via ciò che aveva portato, la cosa più bella della giornata: uno
spettacolare arcobaleno sul fiordo!
Tappa 18: Nesna - Lovund | 67 km
Tappa lampo per raggiungere l'imbarco verso l'isola di Lovund in tempo per il traghetto che ci condurrà ad esplorare la patria delle pulcinelle di mare. L'enorme scoglio che costituisce Lovund infatti è il luogo prescelto da migliaia di questi simpatici volatili per trascorrere l'estate ed allevare i propri piccoli. La partenza ci regala un cielo minaccioso come sempre sulla testa, ma squarci d'azzurro all'orizzonte che ci fanno essere ottimisti. La strada sale costeggiando l'ennesimo fiordo e ci sorbiamo la nostra dose d'acqua quotidiana. Ma questa volta è un timido scroscio che si conclude quando raggiungiamo il culmine della salita ed ammiriamo finalmente uno di quei panorami mozzafiato per cui è famosa la Norvegia: in primo piano il fiordo su cui si affaccia Nesna, più lontane in mare aperto le inconfondibili sagome di Lovund e Traena.
La mattinata trascorre veloce aggirando il fiordo che la route 17 costeggia in questo tratto. L'unico brivido ce lo regalano
due gallerie di quasi tre chilometri piuttosto anguste... per fortuna il traffico è davvero poco! Ad una sosta incrociamo un pescatore olandese in vacanza, che con fiocina e tuta, rientra dal mare con tre grossi pesci sul tridente. Pensiamo a quanto dev'essere stato freddo gettarsi in acqua qui e non lo invidiamo. Ultimi chilometri per raggiungere Stokkvagen, punto da cui salpano i traghetti verso le isole in mare aperto: obiettivo di giornata è Lovund, su cui vivono circa 300 abitanti e dove, come detto, nidificano le pulcinelle di mare... speriamo di avvistarne qualcuna! La traversata dura circa due ore e un quarto e tocca altre due isole prima di raggiungere Lovund.
Al largo della
costa dell'Helgeland vi sono circa 14000 isole, di cui una minima parte abitate. Passiamo dall'unico hotel dell'isola per vedere se fosse possibile dormire in una cabina dei pescatori, ma la spropositata cifra di quasi 200€ ci fa impallidire e scappare... una notte in tenda lungo il mare è decisamente più adatta ai nostri standard e soprattutto... gratuita. Trovato il posto giusto, piantiamo la tenda in fretta e ci dirigiamo verso le scogliere di nidificazione delle pulcinelle di mare. Subito ci accorgiamo del movimento tra quelli che all'apparenza sembrano semplici rocce ed ogni tanto un piccolo essere bianco e nero prende il volo alla velocità della luce: sono loro, questi buffi volatili dal becco strano e simpatico. Veronica inizia a scattare senza sosta e in ogni dove appaiono pulcinelle.
Non è soltanto l'animaletto a rendere unico questo posto: il panorama da questa posizione privilegiata è struggente e ringraziamo il tempo di averci concesso un giorno di clemenza. Ci spostiamo ad un altro punto di osservazione e restiamo con il fiato sospeso ad assistere alla lotta per la sopravvivenza delle pulcinelle in fuga dai pericolosi
labbo. Nel nostro conteggio è 4 a 0 per le pulcinelle ma poi su uno scoglio notiamo due zampe e molte piume, indice di una sconfitta.
Tra paesaggio e birdwatching, non ci accorgiamo del tempo che passa e rientriamo in tenda per cucinare e coricarci quando sono già le 22 passate. Una spettacolare giornata che ci fa amare un po' di più questo paese che ci ha tanto fatto penare.
Tappa 19: Lovund - Kilboghamn | 26 km
Apriamo la tenda ed una insolita luce illumina le rocce davanti a noi: impieghiamo un po' a capirlo ma...
è il sole! Decidiamo di sfruttare ogni singolo secondo di cielo azzurro, saltiamo la colazione e, imbracciate le macchine fotografiche, risalamo il pendio percorso ieri sera per immortalare le pulcinelle. Con nostra grande sorpresa sono decisamente molte di più della giornata precedente e sono anche più intraprendenti... se ne stanno al sole come lucertole prima di involarsi verso l'oceano.
Il cielo è punteggiato di questi buffi volatili che sfreccabo fino ad 80 km/h. Oltre a loro avvistiamo anche un'aquila di mare dalla coda bianca e alcune labbo che ingaggiano duelli aerei emozionanti con le pulcinelle. Soddisfatti della caccia fotografica, rientriamo alla tenda. Non facciamo in tempo a smontarla che il cielo è già competamente coperto di nuvole... la nostra esplorazione di Lovund finisce qui! Il traghetto ci salva dalla pioggia ma una volta giunti a terra dobbiamo indossare guanti e giacca antipioggia. È la giornata degli incontri: al molo c'è un cicloviaggiatore tedesco con cui scambiamo qualche chiacchiera, poi arrva un'intera famiglia: mamma, papà e tre figli che insieme difficilmente arriveranno ai dieci anni. Sulla strada poi ne incontreremo ancora una decina, tutti del nord europa (svizzeri e tedeschi dominano). Per oggi i chilometri in sella sono pochi e veso le 18 raggiungiamo il campeggio... si chiama Polar, in onore della posizione in cui si trova, 4 km a sud del circolo polare artico. Il freddo pungente e la pioggia intensa non fanno altro che confermarcelo. Ci rintaniamo in cucina e osserviamo dalla finestra la nostra tenda in balia degli agenti atmosferici, pensando affettuosamente agli amici Ale e Sara che ce l'hanno data in prestito... se solo sapessero cosa le stiamo facendo passare!
Tappa 20: Kilboghamn - Svartisen - Forøy | 58 km
Evitando di parlare del solito tempo, veniamo subito alla narrazione della giornata che è stata densa e proficua. Trovandoci a 4 km dal circolo polare artico, saliamo a bordo del traghetto che ci porterà ad attraversare la linea immaginaria che identifica l'area in cui, per almeno un giorno all'anno, si ha il sole di mezzanotte. Un piccolo monumento lontano indica il circolo ma nel nostro caso si perde tra le basse nuvole. Il numero di cicloviaggiatori che incontriamo quotidianamente è impressionante: almeno 10! La
route 17-coastal road è particolarmente gettonata... per la maggior parte i ciclisti sono nordici: locali, svizzeri e germanici. Dopo un'ora circa di attraversata risaltiamo in sella per affrontare un tratto particolarmente selvaggio di strada: circa 20 km in cui incontriamo poche auto zigzagando tra i fiordi.
Ancora una volta i ciclisti in questo viaggio in bici in Norvegia la fanno da padrona. Nuovo traghetto, preso al volo, e sbarchiamo a Forøy insieme ad un gruppo di 6 cicloviaggiatori norvegesi che stanno completando la traversata da sud a nord della Norvegia in quattro anni (15 giorni all'anno). Il campeggio sarebbe ad un chilometro ma prima di fermarci decidiamo di proseguire verso il secondo ghiacciaio più grande di Norvegia, lo Svartisen.
Dalla strada si inizia ad intravvedere la calotta ghiacciata ricoprire le cime oltre il
Melfjorden: le nubi celano solo in parte l'immensità del ghiacciaio. Proseguendo ci avviciniamo alla lingua di ghiaccio chiamata Enga, piccola parte del maestoso Svartisen che scende fin quasi al livello del mare. Un'altra traversata in traghetto ed un
trekking di 6 chilometri ci portano prima sulle rive del lago ai piedi del ghiacciaio e poi a sfiorarne l'ultimo lembo: che magnifica vista si gode da là in alto. Rientriamo tardi perchè persi nel fare foto e quindi risaliamo in sella verso le 21 dopo aver attraversato nuovamente il fiordo. Ritorniamo sui nostri passi e raggiungiamo il campeggio quando ormai sono già le 22 passate... la luce è ancora molta e lo sarà anche quando andremo a dormire circa due ore più tardi.
Tappa 21: Forøy - Skauvoll | 68 km
Dopo le ore piccole di ieri, ci svegliamo con calma e con ancor più calma facciamo colazione, ripartendo dal bel campeggio verso le 11. Non facciamo in tempo a rimetterci in strada che iniziamo ad incontrare altri cicloviaggiatori... che bello vedere tanta gente inforcare le bici e pedalare nonostante le condizioni climatiche avverse. In questo tratto di percorso abbandoniamo la strada 17 fatta ieri verso lo Svartisen per aggirare il tunnel di 7 chilometri presente più avanti: noi cicloviaggiatori aggiriamo un piccolo fiordo per oltrepassare in traghetto quello maggiore, il Nordfjord. Vento contro, vento a favore, saliscendi e paesaggi da favola incappucciati da nubi minacciose... ormai conosciamo quel che ci aspetta. Il traghetto non tarda ad arrivare e ci ritroviamo ad Ornes, una cittadina splendidamente incastonata tra monti, fiordi e isole.
Nel pomeriggio, insieme alla pioggia arrivano gli incontri che ti cambiano la giornata. Pedalando lungo il mare di questa folle Norvegia, ci manca poco che ci scontriamo quando Vero frena bruscamente e io non me ne accorgo: dopo le mie pacate lamentele (l'avrei uccisa, le ho gridato addosso l'impossibile), mi spiega di aver visto un'
aquila di mare dalla coda bianca posarsi sugli scogli proprio sotto la strada. Attraversiamo, lasciamo le bici ed un attimo dopo la vediamo levarsi in volo a pochi metri da noi: è davvero maestosa e gigante!
Ancora emozionati ci sorbiamo, dopo l'ultimo traghetto anche l'ultimo lungo tunnel della route 17 (3100 m) sotto una pioggia battente. Usciti dalla galleria una macchia scura sulla riva di un lago attira la nostra attenzione: un'alce si sta riposando e questa volta riusciamo ad immortalarla prima che si rifugi nella foresta. I campeggi segnalati sulla nostra mappa ci tradiscono un po': il primo è vecchio e abbandonato mentre noi ci fermiamo nel secondo che però è incustodito, senza bagni e con sole cabine disponibili. Telefoniamo al numero attaccato alla porta del negozietto davanti al campeggio ed un anziano ci risponde in norvegese: non parla inglese ma capisce che vogliamo campeggiare, abbiamo la tenda e siamo in bici... la sentenza è: "For you it's free"
Tappa 22: Skauvoll - Bodø | 84 km
Si dice che
al peggio non c'è mai fine e la Norvegia decide di dimostrarcelo alla sua maniera, riversando sui nostri caschi litri e litri d'acqua, conditi da abbondanti raffiche di vento! È l'ultima giornata di pedalate prevista per
#scandibike e ci condurrà a Bodø, al termine della
route 17, la strada che da Steinkjer, poco a nord di Trondheim, sale lungo la frastagliata costa norvegese zigzagando, attraversando decine di fiordi e scavalcando montagne e colline a picco sul mare.
Lasciamo la tenda controvoglia mentre fuori continua imperterrito a diluviare e le nubi avvolgono tutto e tutti. Per fortuna c'è da scaldarsi a suon di pedalate in salita mentre la discesa ci regala un paio di lunghi tunnel da attraversare. Paesi degni di questo nome non se ne vedono e mentre in genere sarebbe per noi una gran gioia, oggi è un supplizio dato che vorremmo un supermarket per acquistare un po' di cibo e, con la scusa, scaldarci un po'. Per la prima volta cediamo alle lusinghe di un autogrill e spendiamo sei euro per un pacchetto di patatine pur di poterci sedere protetti. Dopo oltre cinquanta chilometri di saliscendi in paesaggi che, ancora una volta, paiono essere meravigliosi sotto la fitta coltre di nubi che li copre, raggiungiamo la località di Saltstraumen ed il primo negozio della giornata. Mentre appoggiamo le bici al muro per poterci fiondare al caldo del negozio, un sorridente signore che si appoggia a due bacchette da trekking zoppicando, ci osserva incuriosito e dopo un attimo di esitazione si presenta con un italianissimo accento torinese.
Bruno è un gran chiacchierone e senza quasi accorgercene ci ritroviamo seduti attorno al tavolo del suo camper a
bere un caffè fatto dalla moglie Silvana guardando il tour de France sulla rai. Fuori ha smesso di piovere e trascorriamo un paio d'ore piacevoli a parlare di viaggi, Namibia, Marocco, alci ed aquile di mare, merluzzi e sgombri (Bruno è pescatore)... ci alziamo solo perchè la strada ci attende e dobbiamo percorrere gli ultimi chilometri del nostro
viaggio in bici fino a Bodø.
Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo: usciamo dal negozio dopo aver fatto a spesa e la pioggia ricomincia, prima lieve e via via sempre più insistente. Ci fermiamo sul ponte che scavalca il Maelstrom, una tra le correnti marine dovute alla marea più forti al mondo... effettivamente i gorghi creati sotto di noi sono pazzeschi! Proseguiamo la marcia ed inzuppiamo nuovamente quelle poche parti del corpo che eravamo riusciti ad asciugare sul camper.
Il saluto a #scandibike e alla Norvegia in bicicletta non poteva essere diverso: gli ultimi 15 km fino a Bodø sono da film (horror). La pioggia si intensifica ulteriormente per quanto possibile, le nubi si abbassano ed un vento feroce e gelido ci spara in faccia la sua rabbia. Sei, al massimo sette chilometri in un'ora. L'arrivo al campeggio suona più come una liberazione che come una fine indesiderata.
Da domani, forse, penseremo a quello che potrebbe essere stato e non è stato fare cicloturismo in terra norvegese.
Da stasera, sicuramente, penseremo a quelli che potranno essere e che saranno!
Il viaggio continua...
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico