Ce l'avevamo in testa da anni, da quando Roland Stauder aveva ideato questo percorso di oltre cento chilometri al confine tra Austria e Italia. Stoneman trail, il percorso degli omini di pietra, da fare in uno, due o tre giorni. Chiaramente noi ce la volevamo prendere con calma e avremmo dovuto impiegare tre giorni a chiudere l'itinerario ma... come sarà andata a finire?
Dati tecnici
2 giorni MTB tra Italia e Austria
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Sesto Pusteria |
Tempo |
3 giorni |
Dislivello |
Tappa 1: 1370 m
Tappa 2: 1300 m
Tappa 3: -
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Lunghezza |
Tappa 1: 32 km
Tappa 2: 30 km
Tappa 3: 11 km
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Tipologia di strada |
30% asfalto
60% sterrato
10% single trail
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Stoneman trail: inizio facile da Sesto a Dobbiaco
Lo Stoneman Dolomiti è un itinerario MTB tra Alto Adige e Austria, percorribile in uno, due o tre giorni a seconda dell'allenamento. Il tracciato è stato studiato dall'ex campione di MTB Roland Stauder e si snoda principalmente su strade forestali, militari, ciclabili e qualche sentiero in Alta Pusteria.
Il punto di partenza si trova a Sesto in val Pusteria, già oltre lo spartiacque alpino, sede anche dello Stoneman Info Point dove si possono acquistare mappa e pacchetti vari. Nel nostro caso abbiamo preferito il fai-da-te perché incerti sul nostro allenamento e sulle tempistiche di percorrenza dell'itinerario. Si lascia Sesto imboccando la pista ciclabile della Val di Sesto subito in discesa in direzione di San Candido. L'itinerario in paese è su asfalto ma ben presto lascia spazio a un bel brecciolino battuto e divertente. La temperatura mattutina è fresca ma non fredda e le gambe hanno il tempo di scaldarsi senza faticare troppo sui pochi saliscendi presenti.
Circa 7 km più a valle si esce dal bosco e si raggiunge San Candido. Il percorso della Stoneman Dolomiti non entra in paese e prosegue innestandosi sulla pista ciclabile della Val Pusteria verso Dobbiaco. È sempre un piacere seguire questo itinerario ai piedi delle Dolomiti e del parco naturale delle Tre Cime. Dopo un breve tratto promiscuo su strada, si raggiunge il vero e proprio itinerario su sede propria e lo si segue mentre si inoltra nel bosco. Saranno sufficienti cinque chilometri per raggiungere la stazione dei treni di Dobbiaco e il bel parco davanti al Grand Hotel (oggi centro culturale). Si oltrepassa il paese fino a raggiungere il bivio dove si abbandona la pista ciclabile verso Brunico e si seguono le indicazioni ciclabili verso S. Maria.
Già qui si inizia a salire dolcemente di quota per entrare nel centro di Dobbiaco. Una breve sosta per rifocillarsi e fare rifornimento (da qui in avanti, per oggi, non ci saranno altre occasioni di trovare negozi di alimentari) e poi si potrà risalire in sella e dirigersi verso la valle di San Silvestro.
Strada militare verso il Cornetto di Confine
Dobbiaco, porta delle Dolomiti, ha un centro storico raccolto attorno alla chiesa barocca di San Giovanni Battista. La superiamo per iniziare la salita che ci condurrà alla meta di giornata. Inizia così l'accesso alla valle di San Silvestro, laterale che si stacca sul versante settentrionale della val Pusteria. In questo tratto di Stoneman trail si rimane su strada asfaltata per oltrepassare l'abitato di San Silvestro che si mantiene sulla sinistra. La strada sale decisa ma ben presto si può anche imboccare il sentiero ciclopedonale che si trova di tra la strada e il torrente. Ben presto, intorno ai 1400 m di quota, si incontra un bivio dove proseguiamo dritti con una rampa decisamente tosta.
La strada prosegue asfaltata ancora per poche centinaia di metri prima di lasciare spazio allo sterrato che conduce, svoltando verso est, alla piana dove si trova la Silvesteralm. Il percorso coincide con l'Alta Via di Dobbiaco e giunge a un altro bivio: pedalando dritti si proseguirebbe verso un'altra malga, la Steinberg, mentre noi giriamo a destra e aggiriamo la malga San Silvestro. Poco oltre si trova anche la cappella di San Silvestro a Monte.
Più avanti si tiene la sinistra imboccando la strada militare che ci terrà impegnati per il resto della giornata e ci condurrà ai piedi del Cornetto di Confine o Markinkele (2545 m). Ci troviamo nei monti del Villgraten, nelle Alpi dei Tauri Occidentali, al confine tra Italia e Austria. La strada dal fondo stradale ottimo, sale nei boschi di conifere con pendenze costanti e impegnative. Superata la quota vegetativa il panorama si apre a 360° ed è una meraviglia tutta da gustare. Di fronte a noi si staglia il gruppo delle Tre Cime di Lavaredo che si mostrano in tutta la loro imponenza. Le stratificazioni montuose creano un orizzonte articolato e affascinante che ci lascia senza fiato come o più della pendenza della strada.
Oltre i 2000m i tornanti si susseguono: ci troviamo in un ambiente che assomiglia più a quello delle Alpi Occidentali che non a quello dolomitico. Un ragazzo americano sfortunato ha forato la ruota posteriore per la seconda volta e ci fermiamo a dargli una mano per gonfiare la camera d'aria. Ci ringrazia ripetutamente ma in realtà siamo noi a dover ringraziare la sua sfortuna: aiutarlo ci ha dato una scusa per fare una pausa e tirare il fiato sulle ultime rampe della meravigliosa strada militare verso Markinkele.
Un ultimo traverso ci permette di guadagnare gli ultimi metri di quota e raggiungere il valico ai piedi del monte della Chiesa. Non possiamo non fermarci un'altra volta per ammirare il panorama strepitoso che spazia dagli Alti Tauri alle Dolomiti. La Marchhütte e la meritata birra di fine giornata sono a due colpi di pedale e visto che non è nemmeno troppo tardi ci intratteniamo all'aperto a fare due chiacchiere con il gestore di questo particolare rifugio recentemente rinnovato e ricavato da alcune casermette ai piedi del cornetto di Confine, sulla linea del Vallo Alpino del Littorio.
La serata si conclude con un piatto di zuppa e una salsiccia, oltre alla seconda birra per innaffiare il tutto. Le energie per l'indomani sono incamerate, non resta che riposare un po' e ripartire di buon'ora.
Single trail e sterratoni sullo Stoneman Dolomiti
Il risveglio ai piedi del Cornetto di Confine è velato da veloci nubi basse che ci precludono l'orizzonte e la visione del sorgere del sole. La lauta colazione ci convince a salire comunque sulla cima del monte, tre minuti a piedi dal rifugio. Le nubi corrono veloci e si lacerano lasciando aprire squarci d'azzurro. Risaltiamo in sella e ci prepariamo per tuffarci in discesa verso Sillian, in territorio austriaco. La prima parte di strada militare prosegue in quota con dolci saliscendi che ci portano a raggiungere altre casermette, nei pressi di Pausa Alta (2433 m). Da qui inizia un breve ma intenso single trail divertente in picchiata.
Raggiunta una nuova strada sterrata, la imbocchiamo spostandoci alla fine in territorio austriaco dopo aver inseguito per tutto questo tempo la linea di confine. La strada resta in quota attorno ai 2100 m per poche centinaia di metri prima di iniziare a scendere con dolci ma numerosi tornanti. Ci troviamo di nuovo sul versante settentrionale della val Pusteria, a picco sulla Drava. Dopo una numerosa serie di tornanti, raggiungiamo il fondovalle tornando a toccare l'asfalto nei pressi di Arnbach.
Imbocchiamo la pista ciclabile San Candido-Lienz e la seguiamo in discesa per pochi chilometri fino a raggiungere il bivio verso Sillian. Proporio nei pressi del ponte che entra in città si stacca la strada, inizialmente asfaltata, che conduce verso la malga Leckfeld.Prima di riprendere l'ascesa però decidiamo di fare una breve deviazione e concederci una seconda colazione a Sillian, graziosa e tranquilla.
In Austria verso la Sillianer Hütte
La salita si presenta subito impegnativa e ben presto l'asfalto lascia spazio allo sterrato. Le auto sono poche e i loro occupanti ci salutano incitandoci. Alcuni fungaioli ci raccontano di quanto questo versante della valle sia cambiato, devastato dalle tempeste e dalle alluvioni di qualche anno fa. In effetti, la devastazione è visibile: centinaia di piante a terra e quelle in piedi spesso attaccate dal bostrico. Sembra quasi di stare sull'altopiano di Asiago dove Vaia ha massacrato il bosco.
Lenti ma con ritmo costante, raggiungiamo la malga Leckfeld (1900 m), punto più alto raggiungibile in auto. Non ci facciamo tentare dal profumo di bratwürst e crauti, consapevoli (almeno in parte) della salita che ci attende. Poco oltre il parcheggio della malga troviamo una fontanella e riempiamo le borracce. Subito ci accorgiamo del fondo molto più sconnesso di prima e al tornante successivo siamo già con i piedi a terra a causa della pendenza.
Le rampe ben oltre il 20% proseguiranno da qui per tutti i due chilometri e mezzo che ci separano dalla Sillianer Hütte. Scendo di sella mentre Vero, tosta e imperterrita, prosegue pedalando senza mollare. Nonostante lei stia pedalando e io spingendo però, proseguiamo praticamente affiancati. Usciti dal bosco, i pascoli svelano anche la sagoma imponente del rifugio ristrutturato da poco. Lassù, lontano e dominante, sembra irraggiungibile.
Proseguiamo sotto il sole, in parte in sella e in parte a piedi, fino a raggiungere un'ampia conca ai piedi del Corno Copia e del Tovo Alto. Più lontano, il monte Elmo domina le vallate di Sesto e Sillian, solitario e sormontato da un edificio ormai affaticato dagli anni. Giunti sulla linea di cresta, davanti a noi si apre uno spettacolo strepitoso sul parco naturale delle Tre Cime, con Punta Tre Scarperi e i Baranci a contendersi il cielo. Dense nubi si stanno però accumulando all'orizzonte. Spingiamo la bici fino al rifugio e ci sediamo all'aperto in contemplazione, concedendoci una meritata birra e un pezzo di strepitosa torta di grano saraceno.
È presto, ma ci vogliamo godere con calma lo spettacolo e rilassare un po'. Tra l'altro le nubi si sono addensate sopra di noi e promette pioggia a breve. Prendiamo possesso dei nostri letti nel bel dormitorio nuovo di zecca del rifugio Sillianer e attendiamo la cena impazienti. La zuppa e gli spätzle ci soddisfano e visto che non piove, facciamo una passeggiatina serale per spiare un po' ciò che ci attende l'indomani: il temibile e super panoramico Demut passage.
Niente Demut passage... rientro a Sesto forzato
Durante la notte lampi e fulmini hanno illuminato i nostri sonni e al mattino le cose non sono migliorate di molto. Fuori piove a dirotto anche se non fa freddo. Optiamo per fare colazione e rimandare ogni decisione di qualche decina di minuti ma purtroppo le cose non migliorano e reputiamo inutile proseguire seguendo il tracciato ufficiale. Le previsioni sono peggio per il pomeriggio, quindi studiamo la mappa e tramite Komoot individuiamo un tracciato alternativo che ci condurrà a valle in pochi chilometri.
L'unica incognità è il primo tratto di sentiero ai piedi del monte Elmo, ma guardando verso nord-ovest si intravvede tra le nuvole e sembra fattibile. A malincuore giriamo le ruote della bici e lasciamo il rifugio in discesa anziché in salita, rinunciando definitivamente a chiudere il tracciato ufficiale dello Stoneman Dolomiti: niente Demut passage per questa volta, ma ci ripromettiamo di tornare al più presto.
Il sentiero che ci conduce al ristorante monte Elmo si rivela divertente anche se le rocce umide richiedono un po' di attenzione. Questo breve traverso raggiunge le stazioni a monte degli impianti che salgono da Sesto e da Versciaco e da qui in avanti la strada di discesa sarà piuttosto facile e veloce. Si deve solo fare attenzione al dedalo di forestali, seguendo le indicazioni per Sesto. Si ritroverà l'asfalto poco a monte del forte di Mitterberg poco oltre il quale si potrà prendere sulla sinistra un sentiero tecnico ma divertente anziché la strada per raggiungere il centro di Sesto e chiudere questo anello monco ma comunque davvero splendido.
L'ultima giornata di questo nostro percorso ha poco senso se le condizioni meteo sono buone e se decidi di seguire questo itinerario, puoi proseguire sul tracciato ufficiale dello Stoneman trail oppure chiudere il giro in due giorni anziché pernottare al rifugio Sillianer. Nonostante il rientro forzato a Sesto, la nostra esperienza su questo tracciato resta più che positiva sia per la qualità del paesaggio che per l'ottima organizzazione del territorio su cui si innesta anche quella dello Stonneman trail.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico