Avio e Nadia ci aspettano in piazza per un caffè: oggi si tiene il mercato e il viavai di persone è continuo. Durante un viaggio in bici, dopo aver conquistato chilometro dopo chilometro con il sudore che riga la fronte, è sempre toccante salutare quel luogo che ti ha accolto come un'amica, quel luogo che ti ha fatto sentire come a casa. Con questo pensiero che annebbia la testa giro e rigiro il cucchiaino nel caffè e, per un attimo, non mi accorgo di quello che succede intorno. Una risata mi riporta alla realtà e alle voci affabili dei nostri compagni di colazione, meglio godersi questi ultimi istanti a Carovilli prima che sia troppo tardi...
Il Molise non è piatto
Poco traffico, strade secondarie mediamente curate, paesi che spuntano all'improvviso da dietro una collina mostrandosi in tutto il loro orgoglio. Il Molise in bicicletta è una continua sorpresa. Le gambe devono alternare tratti di riposo in discesa a momenti di impegno fisico notevole mentre si cerca di raggiungere lo scollinamento: il Molise non è una regione pianeggante, anzi...
Lasciando Carovilli alle spalle e proseguendo verso sud, poco prima di attraversare il fiume Trigno, abbiamo deciso di deviare verso Pescolanciano e il suo feudo.
Pescolanciano è un borgo accogliente che profuma di pane appena sfornato e di pino, uno di quei paesi del sud Italia dove in tanti si fermerebbero dove i giovani però non riescono a vivere.
Negli ultimi 15 anni si è registrato uno spopolamento pari a quasi il 20% della popolazione e così anche questo angolo di Appennino resta sempre più desolato.
Prima di entrare nel nucleo più storico del borgo un grande prato cattura l'attenzione: Pescolanciano era attraversata da un distaccamento del tratturo Pescasseroli - Candela, una delle grandi vie di transumanza dei decenni scorsi. Se valorizzati nel giusto modo, questi tracciati attraverso l'Appennino di centinaia di chilometri potrebbero essere un ottimo veicolo turistico: a te non piacerebbe percorrerli in mountain bike?
Il castello domina le case in pietra dall'alto del colle e incute una certa riverenza a chi lo visita. Approfittiamo della sosta per fare rifornimento di cibarie per pranzo in un invitante panificio. Il profumo del pane appena cotto inebria lo spirito, è proprio vero che nel Nord Italia sono davvero in pochi a produrre un buon pane, mentre nella parte più meridionale della nostra penisola... non si resta mai delusi!
Per tornare sui nostri passi siamo costretti a percorrere una strada trafficata per un paio di chilometri: la bicicletta vibra sotto le sferzate dell'aria prodotta dai mezzi lanciati a velocità folle, resisto e cerco di pedalare più velocemente possibile. Lasciamo la terribile SS651 per svoltare in direzione di Pietrabbondante. La strada oltrepassa il
fiume Trigno ed inizia a salire dolcemente allontanandosi dal rumore infernale delle auto in corsa. L'aria è tiepida e l'ascesa costante, ma non importa.
Fare cicloturismo in luoghi come quelli molisani è piacere puro. 
Il territorio di
Collemeluccio e Montedimezzo costituisce
una riserva naturale MAB ossia un ambiente dove uomo e Natura convivono in armonia.
La strada è un corridoio nel verde del parco: pedaliamo in silenzio quasi temendo di disturbare chi qui vive in serenità. E' bassa stagione turistica ma qualcuno anche oggi ha scelto Collemeluccio per un picnic.
La salita ci porta sempre più in alto, verso i 1000 metri di un altro comune appartenente alla riserva naturale Mab, quello di Pietrabbondante. Sormontata dalle imponenti
morge (grossi massi tondeggianti) del Monte Caraceno (che alcuni chiamano anche Saraceno),
Pietrabbondante è semplicemente ammaliante: in questo viaggio in bici attraverso l'Italia ci è capitato spesso di incontrare sobborghi ameni, castelli maestosi e paesaggi sublimi dell'Appennino, ma in pochi sono riusciti a farci spalancare la bocca per un
meritato "uaoo" come Pietrabbondante (sicuramente tra questo annovero anche Castelmezzano sulla
ciclovia delle Dolomiti Lucane, ma te ne parleremo più avanti).

Poco prima del paese si estende il sito archeologico sannita di
Bovianum Vetus, una delle più belle testimonianze dell'epopea del popolo italico. Il biglietto di ingresso ha un costo irrisorio (2€) e vale davvero la pena calarsi per un istante nel
passato dell'Alto Molise. L'ampio teatro, il tempio, le case, il sito archeologico prende vita mentre lo si percorre leggendo le descrizioni dei vari ambienti. Dal Bovianum Vetus si aveva una panoramica eccezionale su tutta la vallata sottostante e sui colli nei dintorni, la posizione quindi lo rendeva un luogo di estrema importanza strategica per i sanniti.

Immagino di sedermi su uno dei sedili in pietra per osservare lo spettacolo che sta per iniziare sotto un cielo stellato, il sogno però dura poco perchè la strada ci chiama...
Raggiungere la parte più alta di Pietrabbondante in bicicletta richiede una buona dose di volontà, una decisa spinta sui pedali e la voglia di calarsi completamente nella vita del paese... quando si giunge in cima poi non resta che sedersi ad osservare le meraviglie di questa terra.
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Partiamo verso il 18 aprile e ...
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