L'Orientale Sarda in bici permette di scoprire alcuni angoli della Sardegna poco conosciuti al turismo di massa e, con le dovute accortezze e le corrette alternative, di pedalare in sicurezza da sud a nord dell'isola (o vicevresa). L'Orientale Sarda, o strada statale 125, è la più antica via di collegamento della Sardegna dell'est e venne istituita nel 1928. Nel corso degli anni il tragitto è stato migliorato o modificato con varianti più scorrevoli per il traffico veicolare, molti tronconi della vecchia strada sono stati abbandonati dalla viabilità ordinaria e oggi si presentano come magnifiche alternative per scoprire questo versante della Sardegna in bicicletta.
Orientale Sarda in bici
La Sardegna è una delle regioni più incredibili della nostra penisola da visitare in bici: la costa con le calette nascoste, l'entroterra montuoso e i suoi borghi, i siti archeologici e i piatti tipici, l’isolamento che ne ha accentuato le caratteristiche rispetto al resto dell'Italia e per tanti altri motivi tra cui sicuramente il clima soleggiato durante la maggior parte dell’anno. Da Villasimius a Olbia, l'itinerario dell'Orientale Sarda in bici alterna strade costiere e ascese montuose nel cuore del territorio sardo attraverso paesi nascosti agli occhi distratti, ex basi militari, spiagge incantate, prime fra tutte quelle dell'Ogliastra, e il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu dove si trova la cima più alta dell'isola, Punta La Marmora con i 1.834 metri di quota.
Da Villasimius tra spiagge e stagni
Il nostro percorso dell'Orientale Sarda in bici inizia dalla famosa Villasimius, nell’estrema punta sud-orientale dell’isola. La località, molto frequentata dai vacanzieri da fine primavera all'autunno, nelle stagioni di basso flusso turistico appare quasi come una città fantasma. L’itinerario cicloturistico, che si può percorrere in 4-7 giorni, raggiunge la spiaggia di Simius lungo la provinciale 18 salendo con due tornanti all'inaspettato punto panoramico su Punta Molentis e l’isola Serpentara. La strada scende poi verso Cala Pira e la piana di Cala Sinzias. Restando sulla costa si oltrepassano Sant’Elmo e Costa Rei con la misteriosa casa della Contessa, prima di costeggiare Piscina Rei e tagliare Capo Ferrato con il suo splendido promontorio. Il percorso fino a questo punto risulta essere un po’ nervoso, ma mai davvero impegnativo. Sempre con il mare a vista, si attraversa la zona paludosa degli stagni di San Priamo dove i colori della fioritura primaverile si incontrano a quelli del mare e del cielo e dove si scorge per la prima volta la Statale 125, l'Orientale Sarda. In bici si percorerranno diversi tratti della strada originale che in molti luoghi è stata soppiantata da una variante divenuta oggi più trafficata. L’itinerario cerca comunque, dove possibile, di immettersi su strade alternative ancor più secondarie, soprattutto perché durante l'alta stagione il gran flusso di turisti affolla anche questa arteria.
Villaputzu e il poligono di Quirra
Dopo un breve tratto di SS125, nella piana che precede Muravera, in bici si inizia a seguire una sterrata che corre a monte della statale fino al paese. Villaputzu sorge appena oltre il Flumendosa, a 3 km dalla costa. Nella località delle launeddas, uno strumento musicale molto antico in grado di riprodurre la polifonia, si raggiunge l’antica chiesa di San Giorgio Martire realizzata dai genovesi nel XII secolo per imboccare un breve tratto di itinerario ciclabile.
Tornati sulla SS125 all'altezza di Santa Maria, si prosegue fino a Quirra dove si lascia nuovamente per svoltare a destra su strade secondarie verso Torre Murtas. In bici ci si inoltra nella macchia mediterranea costiera superando il Rio Quirra e procedendo per circa 4 km, l'ultima parte in salita, fino a Torre Murtas, costruita alla fine del XVIII secolo. Prima di raggiungere l'edificio conico si incontrano dei cartelli dove si evidenzia il divieto ad attraversare l'area del poligono di Quirra. Dal 1956 infatti la zona è soggetta a stagionali esercitazioni militari... o almeno questo accadeva fino al 2011, anno in cui la procura di Lanusei aprì un'inchiesta sulla cosidetta Sindrome di Quirra. Una serie di morti sospette per tumore tra militari e pastori della zona oltre a strane deformazioni rinvenute negli animali nati negli ultimi anni seguì il ritrovamento di casse di uranio all'interno dell'area del poligono. Come anticipato prima, il passaggio nella zona del poligono è vietato, ma al tempo del nostro itinerario l'area appariva completamente abbandonata. Noi abbiamo deciso di proseguire verso Torre Murtas e la costa a nostro rischio e pericolo. Se anche tu deciderai di continuare in questo itinerario attraversando l'area militare sarà solo una tua responsabilità.
Da Torre Murtas inizia uno struggente sterrato, a tratti sassoso e difficile da pedalare, sul mare cristallino di Sardegna. Sali e scendi impegnativi si susseguono veloci in una cornice a dir poco meravigliosa. L'ameno tratto costiero sterrato è lungo circa 7,5 km dopo i quali si torna su asfalto all'altezza di località Barisoni.
Dal mare ai monti verso Tertenia
Barisoni ci accoglie nuovamente su asfalto, ma è un passaggio veloce. Presto il piccolo agglomerato resta alle spalle mentre ci si avvicina alla Torre di San Giovanni Sarrala, forse la torre più conosciuto della regione storico-geografica dell'Ogliastra. Questo edificio difensivo, durante un attacco di navi dei mori provenienti dalla Tunisia nel 1812, respinse l'assalto evitando che Tertenia fosse depredata. Dalla torre si riprende velocemente l'Orientale Sarda in bicicletta cominciando una lenta ascesa panoramica in direzione di un valico a 220 m. Dallo scollinamento la strada inizia a scendere in un contesto idilliaco e verdeggiante fino a superare ancora una volta il Rio Quirra e giungendo poi a Tertenia. La cittadina è stata costruita all'interno del complesso del Monte Ferru, la più grande formazione vulcanica dell'isola. L'Orientale Sarda da Tertenia in parte costeggia la nuova SS125 inoltrandosi poi nella vegetazione selvaggia dell'entroterra.
Il paese di Maria Lai
Una dolce risalita nel verde, con successiva discesa, permette di raggiungere Cardedu e Bari Sardo, dopo essere passati davanti al suggestivo paesaggio di Jerzu e Ulassai abbarbicati a 750 m sulle prime propaggini montuose dell’Ogliastra. Sormontato dal pittoresco Tacco di Ulassai, l'omonima località è inserita nella zona blu internazionale (per gli ultracentenari!) ed è il paese natio dell'artista Maria Lai, che ha esposto alcune opere anche ad Aggius in Gallura. Ulassai appare immobile alla vista, come una pietra preziosa incastonata tra la dolomia e il calcare. Oltre alla grotta di Su Marmuri, nei dintorni della cittadina non si può perdere il complesso bizantino di Santa Barbara.
Con Cardedu e Bari Sardo si avvicina anche il mare che si raggiunge percorrendo stradine nascoste tra Punta Su Mastixi e la spiaggia di Cea. Si arriva a Tortolì, il centro più popoloso della zona, dopo diversi chilometri. Tortolì si trova a poche pedalate da Arbatax ed è quindi un luogo ideale per partire alla scoperta della cattedrale di rocce rosse sul mare. Proseguendo nell'itinerario, per attraversare Lotzorai, si è costretti a seguire un breve tratto di strada ad alto scorrimento prima di deviare le ruote della bicicletta verso Santa Maria Navarrese da dove inizia un’impegnativa risalita verso Baunei.
Dal mare al cuore della Sardegna
Santa Maria Navarrese, frazione di Baunei, vanta la candida chiesa di Santa Maria di Navarra del XI secolo che sorge in una bella radura punteggiata da olivastri secolari. Poco sopra Santa Maria Navarrese quindi si ricomincia a percorrere l'Orientale Sarda in bici e non la si lascerà più fino a poco prima di Cala Gonone. Questa fetta del territorio sardo è parte del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu che può essere visitato in barca, a piedi o in bici, in modalità totalmente diverse!Baunei appare all'improvviso come un presepe aggrappato alla roccia. Dal paese si diramano strade che permettono di arrampicarsi fino all’Altopiano del Golgo: se hai qualche giorno extra consiglio di investirlo nell'esplorazione della zona. L’Orientale Sarda, superata Baunei, sale dolce fino al valico di Genna Ramene a 670 metri per poi infilarsi ancora nell’entroterra ricoperto dalla macchia mediterranea. Pinete e boschi di leccio accompagnano l'avanzata dei viaggiatori verso il paese di Urzulei che appare isolata più in basso. Dal punto di vista panoramico lo sguardo può spaziare dai pascoli in quota del Supramonte Urzulei fino alle alte vette del Gennargentu. La salita continua imperterrita con pendenze accettabili verso il valico di Genna Silana, appena oltre i 1000 m di quota. La strada è panoramica e le gole del Gorropu, impressionante squarcio nella roccia dell'entroterra sardo, appaiono misteriose. Le gole sono visitabili durante la bella stagione a piedi. La SS125, in un susseguirsi continuo di scorci mozzafiato, supera le asperità più ardue per poi iniziare a scendere lentamente verso il mare.
Le meraviglie costiere dell'Orientale Sarda in bici
Per poter raggiungere la costa di Cala Gonone, prima di entrare a Dorgali, ci si troverà costretti a lasciare la statale, percorrere un lungo tunnel e gettarsi a capofitto nei tornanti che sovrastano il paese. Il mare della piccola frazione di Dorgali è davvero cristallino e invitante, soprattutto nella bassa stagione turistica quando le spiagge sono praticamente deserte. Lungo la costa di Cala Gonone si trovano anche le famose Grotte del Bue Marino dove viveva la rara foca monaca, oggi purtroppo scomparsa dall'area. Da Cala Gonone per proseguire nel percorso si dovrà risalire nell'entroterra per superare il passo di Littu a quota di 300 m. Orosei è piuttosto vicina e percorrendo l'Orientale Sarda in bicicletta si raggiunge in 12 km. La località della storica regione delle Baronie vanta una biodiversità variegata dove pini marittimi, ginepri e oleandri sono i veri protagonisti. Il mare nell'ultimo tratto dell'itinerario è il fidato compagno di avventura del viaggiatore e la costa regala spiagge, cale e scogli da mille e una notte per una sosta pancia all'aria. Olbia è ormai prossima a essere raggiunta ma prima si potrà sostare nel bel borgo di Posada, sulla lunga spiaggia bianca di San Teodoro chiamata La Cinta o a Budoni per un'ultimo tuffo. Posada in particolare merita di spendere qualche parola in più: arroccata su una rupe dove a dominare la scena è il Castello della Fava (XIII secolo), questo paese è parte delle Bandiere Arancioni Touring Club e dei borghi più belli d'Italia. Posada sorge nel cuore del Parco di Tepilora dove lagune, stagni, foreste e dune di sabbia creano un ambiente unico in cui praticare mountain bike, camminare o fare birdwatching.
Avvicinandosi a Olbia si superano aree davvero affollate in estate come le suddette San Teodoro, Budoni e Capo Coda Cavallo. Gli ultimi chilometri prima della città regalano panorami sull'isola Molara, sulla Tavolara e sul Mediterraneo.Olbia è una località importante della regione e uno dei porti (e aeroporti) principali per rientrare sul continente dopo un viaggio in Sardegna, lungo l'Orientale Sarda in bicicletta.
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