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Ande in bicicletta
lifeintravel.it
Partenza/Arrivo
Nasca/Salta
Luogo
Perù, Bolivia, Cile, Argentina
Stagione
Autunno, Inverno
Durata
Giramondo (31 giorni +)
Lunghezza
3200 km
Percorso
Lineare
Dislivello
5001 e oltre
Difficoltà
Grande avventura
Tipo di fondo
Gravel (fondo misto)
Asfalto
50%
Sterrato
50%
Single Trail
0%
Valutazione
Difficoltà
5/5
Panorama
5/5
Bici consigliata
Bici da ViaggioAdventure bike
 
 
Le Ande in bici... un sogno divenuto realtà! Che sapore ha percorrere 3200 km attraverso le Ande in bici partendo da Nazca, la cittadina resa famosa dalle linee tracciate sul terreno in epoca pre-incaica, e raggiungendo Salta, conosciuta anche con l'appellativo de "la linda"?
Ha un sapore dolce come un fumante mate di coca a 4000 metri, ha un sapore intenso come gli sterrati della Bolvia, sabbiosi e sassosi, ha un sapore duro come i tratti dei campesinos andini, senza età, con la pelle bruciata dal sole, ha un sapore che ti lascia senza fiato come le salite per raggiungere l'altiplano e i valichi che sfiorano i 5000 metri di quota.
e Ande in bici dal Perù all'Argentina pedalando dal caldo torrido della costa del Pacifico fino alle alture dell'altiplano, sfiorando le foreste pluviali e le grandi distese di sale degli sconfinati laghi boliviani... Le Ande in bicicletta ti insegnano a vivere e a confrontarti con la natura più estrema e con te stesso, con le conoscenze, la volontà e la determinazione. Le Ande ti ammaliano e poi ti sconfiggono, perchè ad alta quota dove gli alberi non crescono più sono loro a tenere le redini del gioco. Tra le vette, il deserto avanza senza che niente o nessuno lo riesca a fermare e poi c'è il vento... che dire del vento?
Quell'entità invisibile ma tangibile quando sferza il volto facendoti imprecare ti fa maledire il giorno in cui hai scelto di affrontare un viaggio in bici di questo tipo.parco nazionale di sajama in bici
 
Il calore affanna il respiro, il sole brucia la pelle e lasciare i 620 metri di Nazca sembra più difficile del previsto. La strada solitaria si inoltra tra le dolci montagne, panettoni spogli che si susseguono uno dopo l’altro e sembrano non finire mai. 1500 metri, 2700 metri, 3200 metri, il caldo si è smorzato nel blu del cielo, ma il respiro continua ad essere faticoso: ogni curva è sempre più pendente, ogni rettilineo sempre più lungo nonostante nulla cambi nella morfologia del territorio. Il primo altopiano è un lungo sospiro di sollievo che si scioglie tra i sorrisi dei primi avvistamenti di fenicotteri e la prima notte glaciale a 4200 metri.
Incontri, come quello con Ana che vive sola a 4500 metri nella Riserva nacional de Pampa Galeras o come quello con il condor, l’uccello con l’apertura alare più grande al mondo; parole, come quelle scambiate con i pastori sulla lunga strada delle lagune peruviane, stupore, come quello provato da noi di fronte alla Natura andina e come quello del bimbo che vive a Negro Mayo e non ha mai visto due cicloviaggiatori… Per affrontare le Ande in bici bisogna pagare un pedaggio oneroso fatto di litri di sudore, salite lunghe quasi 100 km, giornate infuocate e notti glaciali sotto un manto di stelle. Dalle quote proibitive si scende a sfiorare la foresta pluviale del Rio Apurimac, una delle ramificazioni del Rio delle Amazzoni: i colori mutano, la vegetazione e la fauna si trasformano, l’umidità raggiunge livelli impensabili. Machu Picchu e la valle sacra sorgono in un limbo sospeso tra le alte vette (alcune delle quali sfiorano i 6000 metri) e il clima tropicale della giungla. Si sale, ancora, si sale sempre più in alto superando Cusco, la capitale inca, avanzando a grandi falcate verso il lago Titicaca, il bacino navigabile più alto del mondo. In Bolivia non si scherza più, i 4000 metri diventano compagni fedeli, gli sterrati sabbiosi, i deserti di sale, i valichi tra le nuvole, le insidie di tutti i giorni. Magica Bolivia, forse il mio cuore è rimasto sull’altopiano, tra le Ande in bicicletta più dure ma anche più indimenticabili del nostro viaggio. Zigzaghiamo smarriti come bimbi, coraggiosi come veri esploratori: i vulcani cileni ci accolgono fumanti, tra le venature striate e colorate dei loro pendii scoscesi. Sabbia, pueblos spopolati, lama e campesinos arsi dal sole che non da mai scampo. La stagione delle piogge non vuole arrivare e la terra soffre, arida e polverosa. I grandi nevai dei vulcani Parinacota e Sajama si sciolgono mentre ci godiamo il meritato riposo tra le fauci della terra, sprofondando in pozze melmose nell’acqua calda delle terme naturali. Il Coipasa e Uyuni, due immensi salares, le colazioni in strada con gli anziani del paese sorseggiando succo di quinoa e sgranocchiando frittelle unte, il formaggio di pecora, salato e gustoso, la strada de las joyas, il deserto di Atacama e l’Argentina arrivata come un miraggio tra le ruote stanche delle nostre biciclette…
Il grande Norte e gli ultimi passi andini tra le insidie di un territorio incontaminato: abbiamo raggiunto Salta sognando un asado e del buon vino rosso argentino e il sogno è diventato realtà. È difficile descrivere un viaggio in bici sulle Ande di 3200 km, 4 nazioni, 5 frontiere, 20 notti in tenda, 2 salares… in poche righe. Per capire la vera essenza di questi paesi andini si può solo fare una cosa: pedalarli!
 
 
Ultima modifica: 10 Gennaio 2025
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Vero

Correva l'anno 1983: anch'io vidi per la prima volta la luce del sole estivo e sorrisi.  Nel 2007 ho provato per la prima volta l'esperienza di un'avventura a due ruote e, da quel momento, non ne ho potuto più fare a meno... nel 2010 sono partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la nostra prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, Il Sudafrica e Lesotho... e il #noplansjourney...

Se non siamo in viaggio, viviamo sul lago d'Iseo!

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