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Albania in bici: bikepacking nel Paese dell'aquila bicipite
Una scoperta continua. L'Albania in bici ci ha regalato davvero tante sorprese. In questo articolo ti presentiamo un percorso ad anello di circa 900 km, per esplorare il sud dell'Albania in bicicletta attraverso tutte le attrazioni da non perdere in questa meravigliosa nazione ospitale, economico e ancora poco toccato dal turismo di massa che con ignoranza e troppa velocità, spesso passa lasciando il segno, non entrando per davvero nella cultura del Paese visitato.
Durazzo - Berat - Fier, la scoperta dell'Albania in bici
Fare coppia con lo slavista-cicloviaggiatore Alessio è ormai un classico per le mie estati da pedalatore. Il nostro tour dell'Albania in bici parte da Durazzo, che raggiungiamo con il traghetto da Ancona, già sperimentato e approvato per l'avventura in Peloponneso in bicicletta. Arrivati in mattinata, dopo una notte incredibilmente riposante sul ponte esterno del traghetto, giusto il tempo di risistemare le nostre borse bikepacking e di acquistare una SIM albanese (il roaming è gratuito in tutta Europa, Albania esclusa), e si può partire per un anello che ci condurrà verso sud, prima a Berat, poi a Fier, Valona, Saranda, Ksamil, e nell'entroterra di Argirocastro, Permet, Korce, al lago di Ochrid e infine a Elbasan, Tirana per rientrare a Durazzo.
L'uscita dalla città è come sempre particolarmente traumatica, per due ragioni. Prima di tutto per l'incontro-scontro col nemico principale di questo viaggio in Albania in bici, il caldo e, secondariamente, per il traffico, che non si fa mai troppo intenso ma che in alcuni punti è estenuante. La prima giornata ci vede giungere a Divjake non senza alcune minori difficoltà, facendoci fraternizzare con la guida del popolo albanese, a una prima impressione sbadata, ma che si rivela piuttosto rispettosa di noi ciclisti. Qualche inconveniente nella pianificazione della tappa ci porta a salire a spinta su un colle (non l'abbiamo messo in traccia, non preoccuparti!) per poi ridiscendere a livello della spiaggia, a percorrere un breve tratto vietato alle bici e alla scoperta dei ruderi del castello di Bashtovë, unica seppur interessante attrazione della giornata.
I due giorni successivi ci vedono dirigerci prima a Berat attraverso la natura e piccoli villaggi che stupiscono per la loro semplicità e che ci danno l'impressione di vivere un tempo passato e lontano, e poi verso Fier, prima grande città che incontriamo dopo Durazzo.
Ma andiamo per tappe: senza grandi difficoltà, il secondo giorno della nostra avventura in bicicletta in Albania parte col passaggio nel Parco Nazionale Divjake-Karavasta, con le sue paludi e le lunghe lingue di terra, la torre di legno alta 36 metri o le 230 specie di uccelli che popolano l'area. Non ci facciamo mancare qualche scatto, sperando che venga a farci un saluto uno dei pellicani ricci che vivono qui. Purtroppo l'amico non si palesa, così ripartiamo passando abbastanza rapidamente da molti piccoli paesi su quelli che definiamo "drittoni infiniti", da Babunje e Ura Vajgurore, fino a sfidare il caldo di fine luglio (che sconsigliamo anche ai nostri peggiori nemici) e verso l'una inoltrata raggiungiamo Berat.
Patrimonio Unesco, "la città dalle mille finestre" ci accoglie a braccia aperte coi suoi tre quartieri - Mangalem, Gorica e Kalaja - dove convivono Cristianesimo e Islam, i ponti sul fiume Osum, le piccole casette, le viuzze di pietra, il muezzin che chiama alla preghiera mentre numerosi turisti passeggiano lungo i larghi viali di ispirazione sovietica. Assolutamente da non perdere a Berat una lunga passeggiata per i quartieri, una scalata al sua Castello e un buon pasto in uno dei tanti ristoranti tipici davvero economici.
Con il giusto riposo e la giusta preparazione mentale per affrontare il caldo che ci attacca già dalle prime ore del giorno, lasciamo a malincuore Berat per scalare le colline che ci separano da Fier, prima su piacevole asfalto lungo una goduriosa salita che non è mai troppo tosta, e poi sulle sterrate che tanto andavamo cercando. Il gravel albanese ci soddisfa e ci punisce allo stesso tempo, divenendo anche - a tratti - impedalabile per quanto sia scassato. Non demordiamo e con una settantina di chilometri e circa un migliaio di metri di dislivello positivo raggiungiamo Fier, una grande città che ricorderemo per sempre per la grande abbuffata della sera, portata a casa con una spesa ridicola.
Fier - Valona - Llogara - Ksamil, la costa entusiasmante
Lasciare Fier è meno doloroso del saluto dato a Berat. La giornata inizia uscendo rapidamente dalla città, per poi permetterci di allontanarci da strade troppo trafficate e visitare i resti archeologici di Apollonia, presso Pojan. Fondata da coloni provenienti da Corfù, risulta uno dei più importanti siti archeologici albanesi, di cui non bisogna perdere il monastero di Ardenices e la chiesa di Shën Mëri. Dopo questa attrazione siamo nuovamente su strada, ma fortunatamente si tratta di una larga "pista ciclabile" che corre a fianco dell'autostrada.
Praticamente solo noi e i greggi di pecore con relativo pastore e cane pastore frequentano quest'asfalto, che in breve tempo, ma non senza alcuni strappetti, ci conduce a Valona, da dove proseguiamo fino alla località balneare di Orikum sulla strada principale che tanto (troppo, ahimé) ricorda la Costiera Amalfitana, stretta e trafficata specialmente a fine luglio. A Orikum, dopo un meritato bagno e un'altrettanto piacevole cena a base di pesce, passeremo la notte.
Da Orikum parte quello che ricordiamo come "lo Stelvio del mare", il temuto Llogara Pass, che affrontiamo di prima mattina. Il Wahoo indica continui segmenti di un acceso colore giallo, con qualche tratto in cui la pendenza sembra dare tregua con del modesto giallo (che significa comunque pedalare tra l'8% e il 12%...)
I 20 km di salita apparentemente interminabili finiscono con lo spettacolo del passo, inspiegabilmente maestoso nonostante siamo sul lungomare. La vista sulla costa e sulla strada che percorreremo il pomeriggio e i prossimi giorni sembra non finire mai. C'è anche chi ci suggerisce di scrutare bene l'orizzonte, per cercare il punto di incontro dei due mari, Ionio e Adriatico, ma siamo rapiti dalla bellezza del valico e dal numero spropositato di bunker che quest'area offre e non riusciamo a vedere il punto d'incontro delle distese d'acqua salata.
Scendiamo mettendo alla prova i freni - nonostante siamo su asfalto e sia pastiglie che dischi siano nuovi - fino a Dhermi, per poi proseguire fino alla vivissima cittadina di Himare, dove non possiamo dire di no a un rinfrescante bagno al tramonto per mostrare la nostra abbronzatura "scientifica" e successiva scorpacciata di pita gyros, che un po' ci ricorda le abbuffate in Peloponneso.
Il giorno successivo ci vede proseguire sulla SH8, che in questo tratto corrisponde all'Eurovelo 8, la ciclovia del Mediterraneo che dalla Grecia conduce in Spagna, fino alla movimentata Ksamil, passando per la spettacolare baia di Porto Palermo e la movimentata e popolosa Saranda, una delle località balneari e turistiche più in voga sulla costa albanese. Bisogna recuperare le fatiche e riposarsi, i giorni successivi ci vedranno attraversare l'entroterra, che da temuto sulla carta per i dislivelli, almeno ci darà respiro per quanto riguarda il caldo, sulla costa piuttosto inclemente.
Ksamil - Argirocastro - Korçë - Lin, l'entroterra inaspettato
Ed eccoci al temutissimo entroterra. Temuto quanto sconvolgente, per la gradevolezza della temperatura che incontriamo, il calore delle persone, la bellezza dei borghi attraversati, come Argirocastro e Korce. Ma andiamo con calma. Dalla sottile lingua di terra di Ksamil - non lontano da Butrinto e la sua area naturale - ci dirigiamo verso Argirocastro e le montagne meridionali dell'Albania. La tappa in direzione di Argirocastro risulta estremamente piacevole, con una salita davvero godibile, una breve deviazione verso il monumento naturale dell'Occhio Blu (Syri i Kalter), una vista spettacolare sulla vallata del fiume Drino e - purtroppo - un lungo e interminabile drittone verso la città patrimonio Unesco.
Ad Argirocastro visitiamo il Bunker della Guerra Fredda, il Castello che domina la città veramente meritevole di una visita approfondita e le allegre vie del centro. Però sono le persone a lasciare il segno, come chi ci ospita (B&B Mani Guesthouse), madre e figlia di una gentilezza estreme, e la cultura del luogo. Cultura che sta anche nel cibo: uscendo dalle vie battute dai turisti che prendono d'assalto la città, scopriamo una piccola trattoria dove, a un prezzo ridicolo, ci serve i piatti della tradizione, lasciandoci senza parole.
Arriva il momento di salutare Argirocastro e di proseguire lungo il "drittone infinito" della SH4, che fortunatamente lasciamo poco prima di Tepelene, per entrare nella spettacolare vallata del Vjose: altissime montagne sembrano inghiottirci nella valle. A piccoli colpi di pedale raggiungiamo Permet, piacevole e piccola cittadina nota soprattutto per le terme. Dopo esserci concessi il meritato riposo e una sontuosa cena per ben 1000 lek in totale (circa 8€!), è ora di proseguire lungo la strada più piacevole di tutto il viaggio, verso Karshove e la old road che conduce a Leskovik e ancora più su a Korce (in italiano Corizza).
Lungo un dolce susseguirsi di tornanti mai troppo impennati, pedaliam immersi nel profumo dei boschi di conifere, con la giusta quantità di fontanelle e sfruttando una sosta strategica per la notte nell'unico albergo B&B della zona, dove in serata approfittiamo addirittura dell'abbigliamento pesante (inatteso). L'arrivo a Korce è davvero piacevole. La attraversiamo con piacere, visitandone il vivacissimo e particolarissimo centro storico.
Da Korce è davvero un attimo raggiungere l'immenso Lago di Ocrida - per gli albanesi Lago di Pogradec -, a circa 700 metri di altezza, tra Macedonia del Nord e Albania. In bici si può pedalare in assoluta sicurezza sulla lunga pista ciclabile che costeggia il lago, fino a raggiungere il minuscolo centro di Lin.
Lin - Elbasan - Tirana - Durazzo, il rientro dall'Albania in bici
L'ultima sezione del nostro anello meridionale dell'Albania ci vede percorrere la strada che da Lin conduce a Elbasan, toccando successivamente la capitale Tirana e concludendo l'avventura a Durazzo. Da Lin si tratta di risalire per qualche tornante, dopodiché ci si può (quasi) dimenticare di pedalare, perché il dislivello negativo aiuta notevolmente la discesa verso Elbasan, la città dalla fortezza (il-basan, dal dominio turco significa proprio "fortezza"). Peccato per il traffico, che rende un po' odiosa questa mezza giornata sui pedali, oltre il già citato caldo torrido. A Elbasan sperimentiamo con piacere altri piatti della tradizione albanese, prima di affrontare l'ultima versa salita del viaggio in Albania in bici, sulle montagne appena a nord della città.
La strada, inizialmente a tornanti e poi in cresta, è un ultimo regalo dell'Albania, prima di percorrere a capofitto la discesa che praticamente conduce a Tirana, la capitale. Qui decidiamo di sostare per un giorno di turismo senza le bici, per apprezzare davvero la città e i suoi quartieri: dalle ampie vie e i palazzi di influenza fascista, alla villa in pieno centro del dittatore Enver Hoxha, ai BunkerArt (1 e 2) che raccolgono testimonianze del periodo della dittatura e del terrore, alla riammodernata piazza Skanderbeu, il bazar con i suoi odori e rumori, i resti di mille passati messi a fianco della modernità cui questo Paese sta puntando.
La capitale ci affascina e ci strega: non avevamo ancora visto tanta gente tutta insieme e arrivando dall'entroterra e dai piccoli villaggi dove insieme alle auto, sulle strade scassate passano greggi di pecore e carretti trainati dai muli, fa ancora più effetto.
Salutiamo a malincuore anche Tirana, per allungarci sull'ultimo tratto di strada che ci conduce a Durazzo, dove non abbiamo nemmeno il tempo di visitare l'ampio anfiteatro romano che vediamo il nostro traghetto attendere per riportarci a casa, sicuramente cresciuti e felici delle scoperte sensazionali che questo mezzo ci ha concesso di fare, ancora una volta, in questa avventura in Albania in bici.
Scopri l'esperienza di Leo e Vero in bici in Albania:
Da Fier a Valona inseguiti dai cani Il passo di Llogora tra Valona e Dhermi Mangia e bevi verso Sarande Alla scoperta di Butrint Dal mare di Sarande ai monti di Girocastro...e dopo il racconto delle loro avventure, qualche consiglio utile:
Dieci cose da vedere in un viaggio in bici in Albania
- Una passeggiata per il centro di Tirana
- Un passaggio a Berat, la "città dalle mille finestre"
- Visitare Argirocastro, città medievale patrimonio Unesco
- Il Lago di Ocrida e la sua ciclabile
- Il centro storico di Korce
- I piccoli borghi dove il tempo si è fermato
- Come raggiungo Durazzo? Durazzo può essere raggiunta comodamente in traghetto. Noi abbiamo preso il traghetto della linea Adria Ferries da Ancona, anche se esistono collegamenti anche da e per Bari.
- L'itinerario è segnalato? L'itinerario non è segnalato, quindi consigliamo di scaricare la traccia GPS.
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo la prima parte di itinerario non sono presenti fonti d'acqua, mentre nell'entroterra è più frequente. Quindi fai scorta nei borghi attraversati, ma meglio bere acqua imbottigliata rispetto a quella dal rubinetto.
- Com'è la qualità delle strade dell'itinerario? Il percorso si svolge in prevalenza su strade asfaltate secondarie, ma alcuni tratti sono in pessima forma, ma comunque percorribili.
- Lungo il percorso è possibile dormire in numerosi B&B o presso affittacamere sempre molto economici. Quello che sentiamo di consigliare ad occhi chiusi è la Guesthouse Mani di Argirocastro, imbattibile in ospitalità.
- Cosa mangiare lungo l'itinerario? La cucina tradizionale albanese è ricca di piatti a base di carne. Insalate come contorni, piatti unici con vari tagli di carne o pesce, vista l'influenza italiana anche molta pasta... Da provare assolutamente Byrek, Fergese e Qofte, oltre a Shishkebap e zuppe varie, pesce sulla costa, senza dimenticare il Dhalle, una sorta di Ayran allungato con acqua.
- Dove mangiare lungo l'itinerario? Lungo l'itinerario hai una scelta infinita tra piccole trattorie frequentate dai locals (le nostre preferite) o catene di ristoranti. A Berat vai assolutamente all'Homemade Food Lili, mentre ad Argirocastro scappa dalle vie centrali per mangiare tipico al Rrapi sottol'albero secolare.
- Visit Albania: portale turistico albanese a Milano
- Turismo Albania: il portale turistico albanese.
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Francesco G
ITA - Ho 33 anni e sono piemontese, anche se da qualche anno vivo e lavoro in Lombardia. Dopo un inizio da totale inesperto in questo campo, mi sono avvicinato al mondo dei cicloviaggi e della bicicletta sempre più. Oggi posso definirmi "cicloviaggiatore", e assieme all'altra mia passione - il videomaking - non mi fermerei mai! Cyclo ergo sum, pedalo quindi sono, per cercare di capire perché andare in bici sia così bello, terapeutico, ricco... E ogni volta che provo a capirlo, non ce la faccio, e sono costretto a ripartire sui pedali!
ENG - I'm from Piedmont and I'm 33 years old, I have been living and working in Lombardy for a few years. After a start without any competence in this field, I then approached the bicycle world more and more. Today I can call myself a bicycle traveller and videomaker who would never ever stop. Cyclo ergo sum, I cycle therefore I am. I ride my bike trying to understand why it is so beautiful, rich, therapeutic. And every time I try, I do not understand it. So I must leave again...
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Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!