Difficile spiegare a parole quella sana fatica provata a scalare i tornanti della strada militare verso il
Rifugio Bozzi in MTB. Il sudore scivola lento sulla pelle arrossata dal sole ma quella gocciolina subdola accelera, è troppo veloce per essere fermata, Corre verso il tuo occhio e, mentre ti sforzi per mantenere costante il respiro, inizi a sbraitare per il bruciore causato da quella goccia, maledizione!
I panorami montani intorno ti cullano immobili, ma la fatica non si placa. Il parco nazionale dello Stelvio, abitato da ungulati e grandi rapaci, ti avvolge nella sua atmosfera idilliaca e tu, stanco ma appagato, continui a pedalare verso una meta che ancora non vedi...
Dati tecnici
Rifugio Bozzi e Dosso di Meda in MTB
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Temù |
Tempo |
6-7 ore
|
Dislivello |
1500 m circa
|
Lunghezza |
40 km
|
Tipologia di fondo: |
Asfalto 25%
Sterrato 50%
Single trail 25%
|
VALUTAZIONE
Difficoltà |
|
Panorama |
|
Files GPS
Parco nazionale dello Stelvio in mountain bike
Ciclovia dell'Alta Valle Camonica
L'itinerario
MTB del Rifugio Bozzi inizia nel paese di Temù dove, ai piedi degli impianti di risalita Roccolo-Ventura, è presente un grande e comodo parcheggio. Bastano poche centinaia di metri per ritrovarsi a pedalare sulla
ciclovia dell'Oglio, un itinerario che collega il Passo del Tonale al fiume Po seguendo il corso del fiume. Questo percorso ciclabile segue piste in sede propria e strade promiscue a bassa percorrenza permettendo ai ciclisti di godere delle bellezze dei territori attraversati.
Da Temù, sede dell'interessante
Museo della Guerra Bianca, si giunge presto a Pontagna, una piccola frazione situata nella sua quasi totalità sulla riva orografica occidentale del fiume Oglio. Si guadagna lentamente qualche metro di quota approdando nel comune di Ponte di Legno all'altezza di Poia e del
Castello di Castelpoggio, struttura risalente, nella sua forma attuale, al 1922. Ci si avvicina al centro del paese svoltando a sinistra e superando il ponte sul fiume. La via centrale di Ponte di Legno, Corso Milano, è caratterizzata dalla presenza di numerosi negozietti e da quella di una
piccola ruota idraulica adagiata sulle tumultuose acque del Torrente Oglio Frigidolfo che, insieme al torrente Narcanello, dà vita al vero e proprio fiume.
Gli scütüm
Per conoscere meglio la Valle Camonica e poterne apprezzare il retaggio culturale bisogna comprendere il significato della parola scütüm. Tra Temù, Ponte di Legno e i comuni della basse valle, agli abitanti di ogni località veniva attribuito uno scütüm, letteralmente un nomignolo o soprannome che fosse in grado di descrivere le caratteristiche della popolazione. Lo scütüm attribuito viene poi tramandato ai discendenti finchè non cade in disuso. Alcuni esempi della Valle Camonica (questa tradizione esiste un po' in tutte le aree rurali e montane italiane, soprattutto in Lombardia nel Triveneto):
- berlìf ossia diavoli, riferito agli abitanti di Precasaglio;
- sìnghegn ossia zingari, riferito agli abitanti di Pontagna;
- cèc ossia scricciolo, riferito agli abitanti di Temù;
- benüi ossia donnole, riferito agli abitanti di Pezzo.
Precasaglio, la Strada del Gavia e il borgo di Pezzo
Da Ponte di Legno optiamo per una via alternativa che ci eviterà di pedalare nel traffico, in particolar modo motociclistico, della strada provinciale del Passo Gavia. Due tornanti ci conducono ai 1360 m di quota della frazione di Precasaglio dove si può ammirare la chiesa parrocchiale dei SS Fabiano e Sebastiano. La particolarità di questo edificio religioso è quella di avere il portale in marmo di Vezza, una pietra che veniva estratta proprio nella località della Valle Camonica. Da Precasaglio la strada secondaria prosegue ancora mezzo chilometro per poi concludersi sulla strada statale del Gavia.
Se non hai mai avuto il piacere di raggiungere il
Passo Gavia in bicicletta, ti consiglio, prima o poi, di provarci perchè è una bella esperienza. Il nostro
itinerario MTB al Rifugio Bozzi però, non salirà fino al valico al confine con la Valtellina ma, dopo un chilometro e due tornanti, devierà sulla destra verso l'antico borgo di Pezzo.
Pezzo, frazione di Ponte di Legno, sfoggia ancora vecchie case in legno con i tetti ricoperti da tegole in ardesia. In questo borgo sospeso nel tempo venne edificata una chiesa con il portale in marmo di Vezza proprio come a Precasaglio. Attraversarlo in MTB è un po' come fare un piccolo viaggio nel tempo e, con un po' di attenzione, sembra di percepire i profumi della polenta che si cuoce lentamente nel paiolo e quello dei formaggi dall'alta montagna.
Dai 1565 m di Pezzo e dei suoi Vaui, gli stretti vicoli che si intersecano nel paese, l'itinerario si insinua nel cuore della Valle di Viso su un piacevole sentiero erboso. Lo spettacolo offerto dalla Natura cambia di minuto in minuto mentre si pedala verso il cielo e il Rifugio Bozzi.
Da Case di Viso al rifugio Bozzi in 5,5 km e 700 m
L'ultimo tratto di avvicinamento a Case di Viso, un borgo d'alta quota con case in muratura originali, avviene su una facile forestale in falsopiano che si incontra subito dopo aver oltrepassato il torrente Arcanello. Gli ultimi istanti di tranquillità prima di iniziare l'infernale ascesa al Rifugio Bozzi, a quota 2478 m, sono memorabili tra vette imponenti e il miraggio della conca del Montozzo, 700 metri più in alto.
Anni fa Leo e due amici avevano percorso il
giro del Montozzo in MTB e al loro rientro avevano narrato momenti epici tra trail interminabili e salite spezzagambe, ma torniamo al nostro Rifugio Bozzi.
In MTB il rapporto scala lento mentre si attraversa l'ammaliante Case di Viso.
Isuf e Andrea sono al lavoro nel
piccolo caseificio della frazione dove producono Silter, Case di Viso e altri formaggi locali. Il profumo ci riempie lo spirito mentre li salutiamo pieni di nuova energia. Lungo la vecchia mulattiera costruita durante la
Grande Guerra (ora segnavia CAI n° 52) inizia l'estenuante ascesa al rifugio. I primi tratti, con fondo ottimale, non ci spaventano, al terzo tornante, dove si incontra l'ultimo parcheggio, tutto cambia. Le pendenze si fanno più rigide, il tracciato è a momenti cosparso da pietre fastidiose che complicano la guidabilità della bici, l'aria è sempre più rarefatta mentre i picchi intorno ci scrutano torvi. Cima delle Graole è ancora spolverata di neve ma la sua bellezza è indiscutibile. I tornanti si susseguono di continuo, la quota cambia: 1900 m, 2000 m, 2100 m... ma non arriviamo mai.
Finalmente i
laghetti di Montozzo e il rifugio Bozzi, dedicato ad un militare deceduto nel primo conflitto mondiale sul Torrione di Albiolo, appaiono sopra la mulattiera. Ad inizio secolo il rifugio venne utilizzato come caserma dalla Finanza che con questa postazione cercava di impedire il contrabbando con l'Austria, mentre successivamente, nelle vicinanze del Bozzi, vennero organizzate delle trincee e un piccolo villaggio militare. Dopo un pranzetto rigenerativo (fai attenzione a non arrivare troppo tardi!) non mancare una visita ai
resti del villaggio e delle trincee.
Single trail verso il Dosso di Meda
Poco più a valle del rifugio parte il
sentiero Camós in direzione del Dosso di Meda e del passo del Tonale. Questo single trail, che si può imboccare anche un pochino più sotto, si allontana dalla
conca del Montozzo senza però lasciare il territorio del
Parco nazionale dello Stelvio. Il tracciato, non particolarmente tecnico ma comunque impegnativo, corre in costa perdendo dolcemente quota. Di fronte si staglia il monte Coleazzo e la
Bocchetta di Val Massa, mentre sulla destra il passo delle Graole nascosto dall'omonima cima.
Sopra le teste dei bikers si stagliano prima la vetta della
Punta di Albiolo e poi quella di
Cima Casaiole in un tripudio di atmosfere alpine meravigliose. Una volta in sella vorresti che il divertente percorso non si decida mai a scendere definitivamente ma questo purtroppo non accade.
All'altezza del Dosso di Meda si incrocia un bivio sulla destra che scende repentinamente verso l'alta valle. Proseguendo dritti si raggiungerebbe il passo del Tonale ma la nostra traccia non ammette obiezioni. Dal Dosso di Meda quindi ci si ritrova a pedalare su una spettacolare sequenza di tornanti che perdono drasticamente quota, prima in un ambiente d'alta montagna e poi in un bosco di conifere. Da single trail, entrando nel bosco, ci si ritrova su forestale fino ad incontrare una sterrata battuta in fondo alla discesa: la Tonalina.
Seguiamo la Tonalina per 1,5 km fino a sbucare sulla SS42 asfaltata del Tonale. Una velocissima discesa su strada promiscua ci porta all'ingresso della Ciclovia della Val Sozzine che, presto, si ricollega alla ciclovia dell'Oglio per rientrare al punto di partenza dopo 40 km e 1500 m di dislivello.
Ultimi commenti
Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!