Da El Chalten in poi non ho potuto decidere quasi più nulla del mio viaggio in bici. Tempi, modalità, pause... tutto è stato deciso dal vento che qui regna incontrastato da secoli. Del resto la pampa Argentina è un deserto, anche se vegetato e non esiste deserto senza vento...
Qui come altrove il vento tende a spostare le cose in blocco, spingendo tutto nella stessa direzione. Cosi è successo che tanti viaggiatori solitari, me compresa, si sono ritrovati a dover pedalare in gruppo per far fronte alle raffiche che a volte raggiungono i 70 km/h.
Le nuvole, trasformate in magnifiche opere d'arte, ne danno il preavviso.
A volte a favore, spesso contro o peggio di tutto laterale, il vento ci accompagna fino al gigante di ghiaccio, il grande Perito Moreno che avanza e si consuma a un ritmo impressionante.
Lo guardo incantata quando un rumore simile a quello di un forte tuono mi fa sobbalzare.
Un blocco alto più di 50 metri si stacca e precipita in acqua creando un piccolo tsunami.
Di fronte a tale grandiosità rifletto sul terrore dell'umanità per l'invisibile all'occhio nudo.
Come un granello di sabbia rientro nella mia duna di viaggiatori e riprendo la strada
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