Dati tecnici
Adige, Mincio e Po: tre fiumi in bicicletta
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Ala/Argenta |
Tempo |
3 giorni |
Dislivello |
500 m circa |
Lunghezza |
268 km |
Tipologia di strada |
85% asfalto
15% sterrato
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Bici consigliata |
Bici da viaggio
Bici da corsa
Gravel
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Quando il virus (contagiosissimo) del cicloviaggio prende possesso del tuo corpo, della tua mente e del tuo spirito… è proprio la fine. La voglia di pedalare è costantemente presente, quando pensi alla bicicletta ti si illuminano gli occhi ed inizi a sbavare come un cane rabbioso, se poi sei costretto a salire su un autobus o un treno, le braccia e le gambe ti si riempiono di macchie rosse e gialle ed il prurito diventa insopportabile. Avete mai avuto questi sintomi? Se la risposta fosse affermativa… sareste proprio spacciati!!!
1° tappa: Ala - Valeggio sul Mincio | 69 km
L'appuntamento è per le 9, ma una serie di sfortunati eventi ci fa ritardare la partenza costringendoci ad accorciare la tappa: è autunno e le giornate son sempre più corte, ahimè! Ste non hai mai affrontato un viaggio in bici in vita sua ed io sono emozionata quanto lei: spero davvero che si diverta e che si ammali di bicicletta ed avventura proprio come me! Da Ala diamo un ultimo sguardo al castello di Sabbionara sulla destra orografica dell'Adige a ridosso delle montagne, imbracciamo la bici, saltiamo in sella e partiamo barcollanti sotto il peso delle borse.
Un cartello indica lavori in corso sulla
ciclabile dell'Adige, ma ci arrischiamo a proseguire per la nostra strada sperando di non trovare ostacoli insormontabili. La temperatura è piacevole anche se il
cielo uggioso non è certo fra i migliori che questo autunno possa offrire. Avanziamo con un buon ritmo, la pista ciclabile è deserta. Il cartello di
ingresso in Veneto decreta la fine del percorso dedicato ai ciclisti, un vero peccato.
Pedaliamo da soli pochi chilometri ma decidiamo che, visto l'orario, sia meglio pranzare per poi riprendere il viaggio a pancia piena! Le automobili ed i camionisti oggi sono proprio gentili: allargano la la traiettoria quando ci sorpassano, ci strombazzano e ci salutano...
Ad un pugno di chilometri dai forti Rivoli e San Marco rientriamo sulla ciclabile rossa di foglie appena cadute dagli alberi, mancano poche pedalate all'inizio della breve ma intensa (soprattutto con i bagagli!) salita ai due edifici difensivi, ce la faremo?
Cercando l'Eurovelo 7
Il panorama sulla valle sottostante è sempre più suggestivo ma abbiamo ancora tanta strada da fare ed un'altra sosta non ci è concessa.
Cerco di seguire l'
itinerario ciclabile Eurovelo 7, quello che inizia a Capo Nord e scende fino a Malta. Un
semaforo per le bici all'altezza di
Coletto mi fa sorridere ma poi, durante uno strappetto in collina, perdiamo la strada. Un simpatico cicloamatore si offre di scortarci fino alla vecchia stazione di Affi dove un'antica locomotiva è ormai da anni in pensione. Mi ricordo questo luogo, ero passata qui la scorsa estate per seguire
un percorso in mountain bike verso Caprino Veronese. Da
Affi procediamo verso
Cavaion ma la minaccia della terribile gardesana è ancora presente.
L'ultima volta che ho pedalato lungo queste strade sono distrattamente finita sulla SR249 comunemente detta Gardesana, una
strada anti-biciclette.
Mi concentro, guardo il gps e, con l'aiuto di Ste, riesco a trovare una via alternativa che corre parallela al lago. Inizia a piovigginare, ma non importa! Peschiera è vicina ed una volta raggiunta la località decideremo se fermarci o proseguire ancora un po' verso sud.
Ci rifocilliamo in un bar del centro: Ste è davvero in forma, entusiasta per la nuova esperienza e piena di energie... ma quanto mangia?!?
La guardo stupida ma, dopotutto, deve reintegrare... vero?
La discesa sterrata che da appena fuori le mura di Peschiera ci porta sull'argine del Mincio mi eletrizza: sembro una bambina sulle montagne russe, peccato sia così corta!
La ciclabile del Mincio è deserta, con questo tempo dubbio, hanno deciso tutti di disertare! Pedaliamo lungo il fiume, le nostre biciclette scivolano leggere fra le foglie rosse e gialle cosparse sull'asfalto.
Valeggio sul Mincio non è distante e visto l'orario ancora favorevole, decidiamo di procedere con calma e goderci il paesaggio.
I lampioni iniziano ad accendersi ed in pochi minuti ci ritroviamo nell'oscurità. La salita al paese di Valeggio è abbastanza illuminata, ma per sicurezza decidiamo di utilizzare il frontalino per farci vedere anche dagli automobilisti. Il bed and breakfast che abbiamo scelto dovrebbe trovarsi vicino al centro ma con questo buio cercare qualsiasi cosa diventa dieci volte più complicato.
Ripercorriamo diverse volte la stessa strada finchè non scoviamo il nostro tetto per la notte.
Il
B&B Dolce Vita è un posto davvero accogliente: ben arredato, pulito e molto economico! La notte al caldo ci costa 20€ a testa e siamo proprio soddisfatte.
Salto nel buio a... Borghetto!
La giornata è stata una buona prova per Ste che ha testato la propria resistenza in bicicletta. 69 km non sono male come inizio!
Dopo cena ci raggiunge Daniele che abita in zona, anche lui è un
folle appassionato di mountain bike e viaggi in bici, una persona interessante e sempre sorridente, un cicloviaggiatore che ti mette di buonumore.
Daniele si offre di accompagnarci a
Borghetto, un posto davvero speciale! A Borghetto stasera non c'è nessuno, Borghetto è tutta nostra. Le ruote d'acqua dei vecchi mulini sono ancora ben conservate e l'atmosfera di religioso silenzio ricorda quella di un paese del passato, forse dimenticato! Io e Ste siamo ammaliate e ci perdiamo ad osservare dettagli talvolta forse, anche insignificanti.
Chissà domani dove ci porterà la strada...
2° tappa: Valeggio sul Mincio - Castelnovo Bariano | 100 km
... If the sun refused to shine I would still be loving you... la calda voce di Robert Plant esce dal telefonino di Ste mentre cerchiamo di capire chi sarà la prima ad andare in bagno. In questa seconda tappa del nostro viaggio in bici verso la Romagna raggiungeremo Mantova prima di proseguire sulla riva del Mincio e poi su quella del Po... ma sono le 7 del mattino e siamo ancora ignare dell'avventura che vivremo oggi!!!
Fare un'abbondante e lunga
colazione è il modo migliore di iniziare la giornata, questo è uno dei momenti preferiti di Ste che degusta, assaggia, sorseggia per minuti che a me sembrano eterni. Se ci fossime preposte di lasciare il bed and breakfast entro le 10 e 30, saremmo state puntualissime, ma non è andata proprio così. Prima di riprendere la
ciclabile del Mincio verso Mantova, decidiamo di dare uno
sguardo diurno al sito di
Borghetto.
Dal ponte sulla strada Viscontea il minuscolo paese appare immobile e silenzioso: solo l'acqua del fiume scorre chiassosa verso il mare, ignaro di ciò che ruota intorno. In realtà i locali di Borghetto che a quest'ora servono la colazione sono già popolati da sguardi attenti e proiettati verso una nuova giornata lavorativa... proprio come noi, una nuova giornata sui pedali!!!
Inforchiamo le nostre mountain bike e ci rimettiamo in cammino: la ciclabile scivola noiosa fra i campi ingialliti dall'autunno e noi le andiamo dietro senza porre alcuna resistenza. Una manciata di chilometri ed il ritmo sostenuto al quale ci stavamo abituando cala drasticamente di fronte alla curiosità di scoprire la minuscola Massimbona, ad un tiro di schioppo dalla ciclabile.
Un anziano signore è seduto su una vecchia ed impolverata sedia, sussulta nell'incrociare il mio sguardo indagatore.
L'osteria-tabaccheria è l'unico negozietto di Massimbona, chissà che incontri si potevano fare qui ai tempi di Amarcord... avanzo timida ma poi ricordo di avere le scarpe sporche di fango e così mi immobilizzo sull'uscio. Chiedo se sia possibile visitare la chiesetta del borgo ed il mulino risalente all'anno 1000 e, dopo una prima risposta affermativa per il luogo sacro, mi viene comunicato che i proprietari del mulino sono deceduti qualche tempo fa lasciando l'edificio storico in vendita, che disdetta!!!
vute le massicce chiavi dall'oste, con Ste intenta a cercare noci sul piazzale, decidiamo di aprire la porta della chiesetta restaurata da poco per esplorarla: San Pietro in Vincoli è di fondazione benedettina e cela, al suo interno, degli affreschi medievali inaspettati. Curiosiamo con discrezione perdendoci in dettagli poco importanti. Riporto poi le chiavi all'anziano signore ringraziandolo per la sua gentilezza. Io e Ste siamo due brave ragazze, ma di fronte ad un mulino così antico rischiamo di cedere alla tentazione di scavalcare la rete ed infiltrarci nella limitrofa proprietà privata... per stavolta lasciamo perdere, ma la prossima volta chi lo sà!
In meno di 5 minuti ritorniamo sulla ciclabile per proseguire il nostro viaggio in bici itinerante. Mantova non è così lontana, ma al nostro ritmo, lento e meditato ci impieghiamo quasi 3 ore. L'ingresso nel centro storico cittadino avviene grazie ad un ponte e la città ci ammalia immediatamente.
La pancia brontola e la nostra priorità è quella di farla smettere!
Suggestioni mantovane
Mantova, la città dei Gonzaga,
la bella Mantua, al nostro arrivo è animata più che mai. Sostiamo davanti al Palazzo Ducale per sgranocchiare una
tortina fatta di mandorle e tagliolini secchi, seguiranno gelato e varie leccornie estratte dalla borsa. Ci riposiamo un po', anche se di chilometri non ne abbiamo fatti molto, ne abbiamo bisogno ugualmente!
La ciclabile del Mincio termina proprio a Mantova così il nostro itinerario dovrà proseguire su strade secondarie lungo il fiume, finchè non vedremo all'orizzonte il ben più ampio Po, il padre di tutti i corsi d'acqua italiani... ce la faremo a trovare la strada giusta? Lo scopriremo solo pedalando!
Mantova non è eccessivamente grande ma se non la si conosce bene, ci si può perdere ugualmente! Con un pizzico di fortuna riusciamo a raggiungere la zona sud-est del centro urbano ed un cartello marrone e blu con le stellinegialle indica che siamo sulla retta via, quella che porta a Ferrara ed in altri paesi dei dintorni lungo gli itinerari
Eurovelo 7 (Mediterranean Route) ed
Eurovelo 8 (Sun Route).
In bici sul Mincio e sul Po
Mantova è chilometri dietro di noi quando giungiamo ad
Andes, il paese che ha dato i natali al
sommo poeta Virgilio!
Non sapevo assolutamente della provenienza del poeta ed è stata una sorpresa ritrovarmi davanti ad una statua in sua memoria.
Una viuzza secondaria ci spinge in prossimità del Mincio,
lontani dal traffico e dallo smog della città, quel traffico nemico delle biciclette.
Seguiamo la destra Mincio ed i paesaggi della Pianura Lombarda si sussegguono uno dopo l'altro. Stiamo entrando in quell'estremo lembo di Lombardia che attira sempre l'attenzione quando si consulta una cartina geografica, viene quasi da pensare a chi abbia deciso i confini territoriali...
I paesi scivolano via senza lasciare tracce particolari nella memoria: San Biagio, Gazzo, Bagnolo San Vito... In cielo due rapaci si rincorrono stuzzicandosi mentre io e Ste, appena sotto di loro, continuiamo a pedalare verso il Po ed il Polesine veneto. L'argine, a tratti sconnesso e sterrato, è un buon punto di osservazione per ciò che ci circonda o accompagna lungo la via; il Po, da adesso in poi, sarà la nostra guida fino a Ferrara che, nonostante le buone intenzioni, oggi purtroppo non riusciremo a raggiungere.
Dopo aver attraversato il Mincio all'altezza di
Governolo, in pochi chilometri ci troviamo a pedalare sulla
sinistra Po senza però avvertire alcun repentino mutamento nel panorama:
pianura era e pianura resterà per tutto il corso del nostro viaggio in bici!
Sinistra o Destra Po, questo è il problema!
L'argine continua a seguire il corso del Po e noi con lui fino a quando non appare
Ostiglia e con la cittadina, un dilemma.
Sinistra Po o destra Po?
La cartina che porto con me è della provincia di Mantova e, seguendo ciò che dice, dovremmo attraversare il ponte e proseguire sulla destra del grande fiume. Non avendo un secondo termine di confronto, dopo una veloce riunione pedalante con Ste, concludiamo che quella sia la via corretta.
I cartelli marroni (quelli della ciclovia del Po) infatti ci portano proprio ad attraversare il fiume sopra il ponte di Ostiglia dove, un passaggio ciclopedonale piuttosto comodo ci attende!.
Appena superato il Po è necessario deviare lungo una rampa in discesa. La si incontra subito a destra appena superata la scalinata ed il cartello che ricorda ai visitatori che questi sono i luoghi di
Matilde di Canossa. Gli ultimi chilometri della nostra tappa trascorrono sereni fra paesi di
tre case (non una di più!!!), campi,
edifici abbandonati da decenni,
stormi di uccelli migratori.
Continuiamo a pedalare nella provincia di Mantova, sulla Destra Po, lungo l'itinerario 8 dell'Eurovelo anche se, per trascorrere la notte, saremo costrette a tornare ancora sull'altra sponda. Il b&b scelto all'unanimità si trova a Castelnovo Bariano, nel Polesine veneto e prima di giungerci, ci attende ancora una bella sorpresa... Arrivate a Sermide nel buio più completo, tiriamo un sospiro di sollievo sapendo che oltre il ponte sul Po potremo finalmente farci una doccia e riposarci.
Il ponte è ampio e noi siamo certe della presenza del passaggio ciclopedonale... che non c'è! Come non c'è?!?! Dannazione! Ed ora come passiamo? Le alternative non ci sono: indossiamo il frontalino e spingiamo al massimo sui pedali per superare questo tratto di strada infuocata!
Sono quasi le 19 e gli abitanti dei paesi stanno tornando a casa: la strada è un inferno di fari e lamine, un vero e proprio tentativo di suicidio da parte nostra ma, dopotutto, che altro potevamo fare?!
Ste mi precede mentre io, indossato il frontalino come fosse la fascia di rambo, prego che ci vedano tutti!
Fortunatamente se ve lo stò raccontando è perchè siamo ancora vive e vegete!!! Il
b&b Fiume si trova a due passi dal Po, isolato e silenzioso, invaso da simpatiche raganelle e rospi, colorato ed accogliente... proprio quello che ci voleva dopo una giornata così!
In ritardo (ancora!!!) sulla tabella di marcia, le nostre intenzioni erano quelle di terminare la tappa a Ferrara, un vero e proprio miraggio... per ora!
3° tappa: Castelnovo Bariano - Argenta | 99 km
Oggi sarà l'ultima giornata del nostro viaggio in bici verso il mare ma il mare, ahimè, non lo raggiungeremo in bicicletta. Castelnovo Bariano si trova nel Polesine veneto: è un tranquillo paesino di pianura dove il macellaio (se c'è) conosce ogni abitante del comune e sa anche dove abita! Dal silenzio del nostro Bed and Breakfast temiamo di doverci tuffare nel selvaggio caos del ponte sul Po ma fortunatamente non sarà così...
Tornati sull'argine che ieri sera avevamo abbandonato per recarci al nostro alloggio, costeggiamo il paese senza mai entrarci sul serio fino a lasciarcelo alle spalle. L'argine Po corre verso est costeggiando il fiume più importante d'Italia ed il confine fra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è davvero labile. Per evitare di attraversare il trafficato ponte che ci condurrebbe a Sermide, sulla sponda lombarda, proseguiamo nel Polesine Veneto senza incontrare nè confusione di motori rombanti, nè nuvole di smog o camion a tutta velocità.
A poche pedalate da
Castelnovo Bariano troviamo
Castelmassa che è ancora addormentata poco sotto l'argine Po: un cartello racconta che
Giovannino Guareschi, durante uno dei suoi giri cicloturistici nel 1941, si soffermò in questo luogo scattando una fotografia e non solo... Tra le altre cose ho scoperto da poco che il Club dei 23 dedicato agli estimatori di Guareschi si trova proprio di fianco alla casa natale di Giuseppe Verdi, a Busseto, coincidenze o... forse le coincidenze non esistono, vero?
L'asfalto scivola gentile sulla pianura padana accompagnandoci nel nostro viaggio in bici: i cartelli della
Ciclovia Sinistra Po e quelli di benvenuto nei paesi passano veloci al nostro fianco: Salara, Ficarolo, Gaiba... nomi che non ho mai sentito nominare prima, ma la mappa non mente! Lentamente ci stiamo avvicinando a
Ferrara, la città delle biciclette come viene chiamata, spero, a ragion veduta! Il sole, ancora basso all'orizzonte, ci acceca mentre spingiamo sui pedali ma l'argine prosegue dritto quindi non temiamo, almeno per ora, di cadere in acqua o ruzzolare fra la rugiada del mattino. Superiamo
Occhiobello e, a
Santa Maria Maddalena, attraversiamo il ponte senza paura visto che è fornito di passaggio ciclopedonale ( dovrebbero averlo tutti!!!), l'Emilia Romagna è a pochi metri da noi!
Ferrara, la città delle biciclette
Eccola Ferrara, luminosa nella luce di mezzogiorno, è un
labirinto di stradine e passaggi ciclopedonali che, da forestiere come avrebbero detto in una locanda qualche decennio fa, non conosciamo assolutamente. Una signora del posto, dopo averci visto disperate alla ricerca della corretta strada per raggiungere il centro storico, si offre con gentilezza di accompagnarci per un tratto. Pedalando in un dedalo di giardinetti e vicoli, finalmente spuntiamo davanti al
castello Estense, una fortezza datata 1385 ma ancora conservata in modo impeccabile. Ferrara, al primo sguardo, è davvero la città a misura di bicicletta: gli abitanti, approfittando delle strade a traffico limitato e delle ciclabili, si spostano sulle due ruote quotidianamente preservando la città da un inquinamento folle, dal rumore dei motori truccati e, ovviamento, vivendo meglio Mi sento proprio a mio agio sul ciottolato del centro e così Ste che, con la coda dell'occhio, ha individuato una bancarellina dove vendono
matrioske: non faccio in tempo a dirle quanto mi piaccia Ferrara che lei scompare fra i passanti in direzione del venditore. Ne approfitto per fare
qualche scatto veloce ma sono un po' tesa, non ho idea di dove arriveremo stasera e non vorrei ritrovarmi ancora a pedalare nel buio con un solo frontalino in due.
A Ferrara bisognerebbe fermarsi almeno un paio di giorni per scoprirne gli angoli più reconditi e curiosi ma, come vi dicevo, il tempo stringe e, dopo un fugace spuntino, risaltiamo in sella in direzione di Argenta.
Con un paio di mappe piuttosto dettagliate avute all'ufficio turistico della città (lo troverete nel cortile interno del Castello Estense!) abbiamo attraversato con sicurezza e consapevolezza di essere sulla retta via
Corso Martiri della Libertà passando davanti alla cattedrale. La nostra intenzione era quella di imboccare la
ciclabile che corre lungo le mura della città fino al Baluardo dell'Amore per poi proseguire, su strade a basso traffico, verso Argenta ma qualcosa è andato storto...
Pedalando fra i pittoreschi vicoli ferraresi (e lo consigliamo a tutti, sono magnifici!!!) ci siamo ritrovate in Piazza Medaglie d'Oro... insomma da tutt'altra parte rispetto alle nostre aspettative! Chiediamo indicazioni a destra e a sinistra ed infine riusciamo a percorrere la ciclabile fuori le mura costeggiando il centro storico cittadino in direzione corretta. Non riesco ad orientarmi molto, non sono mai stata una stimata giovane marmotta (che novità, direbbe Girumin!), ma ci provo ugualmente: alcuni studenti attraversano un ponticello sopra il Po di Volano e noi con loro.
Ancora non mi spiego bene come, ma riusciamo ad immetterci sulla strada corretta, quella strada che dalla periferia sud-est di Ferrara ci dovrebbe guidare fino ad Argenta.
In bici nella pianura ferrarese
Ferrara è un puntino sempre più lontano mentre pedaliamo verso
Torre Fossa, un paesino senza particolari attrattive a soli 3 km dal capoluogo. Seguono molti altri borghi: Fossanova San Biagio, Sant'Egidio, Marrara, Bova... Ognuno ha una curiosità da offrire al visitatore: chi il silenzio, chi un campo cinofilo ben attrezzato, chi un vecchio ponte sul canale. Ci fermiamo poco: qualche fotografia ed una sosta per sorridere davanti ad un'apecar con la scritta
"Da grande sarò un tir" (Ste stà ridendo ancora adesso!!!). Le
uniche due pause che ci imponiamo sono quelle per raccogliere dei melograni da un albero dimenticato lungo un canale del Po e per mangiare un gelato (quest'ultima ci sarà fatale!).
Annebbiate dal miraggio di un cono a due gusti, perdiamo la strada e sbagliamo completamente rotta ritrovandoci in un paese che non ci era stato nominato neppure all'ufficio turistico. La nota positiva è che il gelato meritava davvero, quella dolente è il fatto di ritrovarsi costrette a percorrere una strada provinciale trafficata per raggiungere Argenta giusto in tempo a perdere il treno.
Pochi chilometri, lo ammetto, ma pedalare fra i camion e le automobili non piace a nessuno!
La nostra bravata ci fa perdere quinidi il treno per Rimini ma, dopo averci pensato un po' decretiamo che non importa, dopotutto i ritmi di viaggio li decide il viaggiatore e ad un gelato non potevamo proprio rinunciare!!!
Se avessimo avuto a disposizione un'altra giornata saremmo senz'altro arrivate fino a Rimini, ma talvolta il tempo stringe ed il nostro era proprio terminato. L'indomani saremmo dovute essere in fiera anche se, la confusione del polo fieristico ci ha fatto ben presto rimpiangere le pedalate spensierate lungo i nostri fiumi!!! Durante un viaggio in bici, la parola d'ordine dovrebbe sempre essere: riprendiamoci il nostro tempo, anche se spesso, purtroppo, non è così!!! Se cerchi qualche informazione su Ferrara,
collegati al sito ufficiale del turismo o a
Ferrara in bici, il portale sullla ciclabilità della città e dintorni.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico