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Val Venosta: dal Passo Resia a ritroso con furore
Superiamo di buon'ora il casello austostradale di Bolzano sud e proseguiamo in direzione di Merano dove acquisteremo un po' di pane nero ai cereali per i due giorni di svago in Val Venosta: vogliamo raggiungere il Passo Resia e poi tornare indietro lentamente, godendoci gli edifici innevati, il silenzio e le... dita congelate delle mani senza guanti... nooo i guanti!!! Li abbiamo dimenticati e ce ne accorgiamo solo all'altezza di Merano, ma ormai non si torna più indietro... Le cime delle montagne che costeggiano la valle dell'Adige sono imbiancate e la temperatura ondeggia fra i 3 e i 7 gradi, il cielo è plumbeo e la giornata non si prospetta fra le migliori per praticare un po' la fotografia paesaggistica, ma l'ottimismo ci accompagnerà ugualmente dall'inizio alla fine della due giorni in questo mese di gennaio! La SS38 sfiora l'abitato di Lana e quello di Merano per poi entrare bruscamente nella valle delle mele Marlene, la Val Venosta che inizia con il paese di Castelbello e termina con il comune di Curon Venosta ed il passo Resia (dove nasce il fiume Adige), confina con la regione Lombardia grazie al passo dello Stelvio, con l'Austria e con la Svizzera. Forse il tempo ci concederà la possibilità di fare un trekking con le ciaspole ai piedi, oppure ci accontenteremo di una tazzona di cioccolata calda con panna in caso di nevicata improvvisa: siamo pronti a tutto!
Dal Passo Resia alla Val Slingia
Camminiamo fino al passo che divide l'Italia dall'Austria, il Passo Resia, ma non essendoci molto da osservare,decidiamo presto di continuare in auto da Burgusio verso la Val Slingia, una valletta laterale dell'Alta Val Venosta dove sono percorribili svariati percorsi escursionistici panoramici anche con le ciaspole di cui ci siamo muniti vista la stagione e la presenza di neve. Inizialmente l'idea era quella di raggiungere il rifugio Sesvenna fornito, almeno secondo le informazioni che ho recuperato prima della partenza, di locale invernale sempre aperto per ospitare gli escursionisti durante la notte, ma purtroppo ancora una volta le condizioni metereologiche e l'instabilità della neve con conseguente rischio valanghe di livello 4 (sui 5 livelli esistenti) condizioneranno le nostre scelte convincendoci a deviare la nostra ciaspolata in direzione della sicura e poco impervia cima del Monte dei Vitelli (non sono ancora convinta del nome di questa montagna consigliataci da un vecchietto sud tirolese proprietario di un negozio di attrezzatura sportiva di Slingia, ma in mancanza di altre informazioni attendibili, lo daremo per buono...). Dal paesino risaliamo il sentiero che inizia e si interseca con la pista da sci di fondo, camminiamo su un bel tracciato innevato sprofondando di tanto nella neve fresca nonostante le ciaspole ai piedi. Ė faticoso, ma divertente non riuscire a percorrere certi tratti per l'eccessiva presenza del manto bianco. Osserviamo numerose tracce di leprotti ma non riusciamo a scorgerne nemmeno uno in carne ed ossa, così dopo quasi due ore di lanci di palle di neve e cadute da Paperissima, ci accorgiamo che l'oscurità sta lentamente impadronendosi del cielo plumbeo e che forse è il caso di tornare indietro, verso l'abitato. Un thè caldo ed una fetta di torta sono indispensabili al ripristino delle nostre funzioni motorie scomparse per qualche minuto. Decidiamo di tornare giù in valle per spostarci in direzione di Malles dove passeremo la notte in maniera spartana e piuttosto tranquilla, aiutati dalla stanchezza accumulata in giornata e da un leggendario toccasana, un bel paio di birre.L'indomani con il cielo limpido sopra le nostre teste,ritorniamo a Burgusio (Burgeis) per dare un'occhiata alla cittadina e visitare poi una maestosa struttura religiosa che ha catturato la nostra attenzione il giorno precedente: si tratta dell'Abbazia benedettina di Monte Maria, fondata intorno all'anno 1200 dai conti di Tarasp e situata a 1340 m di altitudine, in posizione panoramica sulla valle (sembrerebbe essere l'abbazia benedettina più alta d'Europa!). Entriamo nel cortile interno attraverso un portale ad arco e ci soffermiamo ad osservare i particolari con cui è arricchito l'esterno dell'edificio come un interessante affresco nei pressi del portone d'ingresso alla Chiesa. Purtroppo non riusciremo ad entrare nel convento e nel vero e proprio edificio dell'abbazia benedettina di Monte Maria ma ci accontenteremo della divina veduta dalla terrazza panoramica esterna sulla cittadina di Burgeis, su Malles, sull'intera vallata sottostante e sui monti che incorniciano la val Venosta.
A Glorenza, uno dei borghi più belli d'Italia
Guidiamo lungo la SS40, superiamo Malles e decidiamo di sostare a Glorenza (Glurns), un borgo considerato fra i più belli d'Italia con appena 884 abitanti. Il paese è circondato da antiche mura interrotte solo da tre porte e da sette torri con cuspidi. Uscendo dalla porta a sud, visitiamo rapidamente la chiesa di San Pancrazio e poi costeggiamo l'Adige che qui è solo poco più grande di un torrente e le mura della cittadina fino ad immetterci sulla destra in un sentierino che si inoltra nella campagna per poi, dopo qualche centinaio di metri, rientrare in paese attraverso un altro accesso. Con porticati, case colorate con i balconi e le finestre colorate dai vasi di fiori, Glorenza è davvero uno fra le decine di borghi più belli d'Italia! Salutiamo Glorenza e ci avviamo in direzione di Sluderno (in tedesco Schluderns) e di Castel Coira. Castel Coira, maniero medievale del XIII secolo si staglia a monte dell'abitato di Sluderno ed è facilmente raggiungibile anche in automobile risalendo il vicolo Churburg (toponimo di Castel Coira in tedesco aperto dal 20/03 al 31/10). Castel Coira è conosciuto per custodire la più grande armeria privata europea. Intorno alla fortezza si snoda un sentiero che la costeggia da vicino permettendo agli avventori di ammirare esternamente ogni parte della struttura. Il giro è percorribile in circa 15/20 minuti e riporta al parcheggio posto appena al di sotto del portone d'ingresso. Estasiati dal castello e distratti dal bel paesaggio sulla valle, non pensiamo alle difficoltà in cui potremmo incorrere parcheggiando l'auto all'interno di un piazzale innevato che cela malignamente lastroni di ghiaccio sotto la soffice superficie e questo errore di valutazione ci costringerà a montare goffamente le catene per riprendere la marcia e uscire dalla trappola del parcheggio di castel Coira, beh anche questo fa parte dei possibili inconvenienti evitabilissimi in un'avventura! Per fortuna nessuno spettatore prende parte allo svolgimento dei fatti qui narrati e così riusciamo a risparmiarci delle risate sicure durante il montaggio delle catene datate 1850 e miracolosamente ancora funzionanti. Lasciata Sluderno, continuiamo a percorrere la valle a ritroso verso il capo e ci stupiamo delle molteplici valli che dipartono lateralmente fra gli scoscesi pendii garantendo agli escursionisti un ottimo banco di pratica, annotiamo nomi, caratteristiche dei luoghi e particolarità ripromettendoci di tornare al più presto per esplorare ancora meglio la zona, in particolar modo certe valli come la Val Senales che attira subito la mia attenzione incuriosendomi per l'asprezza del territorio adiacente e l'accesso davvero stretto. La valle è poi conosciuta principalmente per essere stata nel 1991 il luogo di ritrovamento della mummia Similaun. I paesaggi si susseguono togliendoci il fiato, soprattutto le panoramiche sul grande colosso montano di questa zona e di tutto il Trentino Alto Adige : l'Ortles con i suoi 3906 m.
L'ultima nostra sosta sarà presso l'immensa sede di produzione della birra Forst a Foresta (Forst) che consiglio di visitare sia per degustare qualche piatto del sudtirolo,ma soprattutto per la varietà e il gusto delle birre artigianali prodotte.
La giornata è finita e si torna a casa, ma solo per qualche giorno perchè poi c'è nuovamente il weekend e si riprende a praticare la mia attività preferita: il girovagamento!!
Distanze indicative per raggiungere la Val Venosta:
- Trento - Passo Resia 157km
- Milano - Passo Resia 397km passando dal Trentino
- Milano - Passo Resia 265km passando dalla Valtellina e dal Passo dello Stelvio
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Vero
ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!
EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico