“Dormire in quota, allenarsi in valle”. Questo potrebbe essere lo slogan dei due giorni trascorsi con la mountain bike in Val di Sole. La nuova segnaletica, posata di recente anche in questa zona tra Val di Sole e Dolomiti di Brenta, nel Trentino nord-occidentale, mi ha fatto scoprire con piacere un territorio di itinerari variegati e ben segnalati.
La base scelta per trascorrere due giorni tra le montagne in compagnia della fidata MTB da portare su e giù per i sentieri della val di Sole è stato il rifugio Solander, quota 2045 metri, a fianco della funivia Daolasa che sale da Commezzadura. Da qui mi sono sbizzarrito districandomi tra trail, bike park e strade sterrate...
Trail della Val Meledrio
Dal rifugio si segue l’indicazione 715, ovvero un sentiero ben battuto che costeggia ed interseca la strada bianca forestale, sino al Malghet Aut per poi svoltare a destra e giungere alla Malga di Dimaro, da dove godere di un bel panorama sulle Dolomiti di Brenta. Dalla malga si imbocca nel bosco una strada sterrata dissestata, pedalando fra sassi, radici e fango. A volte per superare gli ostacoli sono state installate delle passerelle in legno che si devono percorrere facendo un po' gli equilibristi. Arrivati a Malga Darè la strada torna ad essere larga, bianca e veloce. In un batter di ciglio ci si trova a Passo Campo Carlo Magno dove è obbligatorio fermarsi per godere del panorama ed immaginare future escursioni in MTB sulle Dolomiti, monte Spinale e Grostè in primis.
Si segue nuovamente l’indicazione 715 su comoda carrareccia che si inoltra nella fitta boscaglia, composta per lo più da abeti rossi: sembra di stare in Norvegia. Diversi sono i mountain bikers incrociati ma di certo più numerose le mucche mentre due i caprioli mi superano all’improvviso sparendo altrettanto repentinamente e lasciandomi nello stupore.
Si continua a scendere nella stupenda Val Meledrio, percorsa dall’omonimo vivace torrente. Arrivati al ponte del Pastin siamo costretti ad una modesta risalita ma è un attimo perché la discesa torna prepotente sino alle porte di Dimaro. Interessante l’ecomuseo Le Fosinate che mostra l’attività mineraria della valle nei secoli, e la segheria veneziana. Presa la pista ciclabile della Val di Sole in breve tempo si arriva alla stazione della funivia Daolasa che si integra con la fermata ferroviaria della Trento – Malè. Efficiente e veloce, divisa in due tronconi, mi riporta in quota felice dopo una calda ed assolata giornata di sole primaverile.
Monte Vigo, Bike Park Val di Sole e lago dei Caprioli
Questa mattina decido di vedere l’alba, dunque mi sveglio alle 4.30 ed a piedi salgo sul monte Vigo -cento metri più in alto rispetto al rifugio Solander- e nel silenzio attendo e godo della prima luce del Sole.
Qualche ora più tardi, dopo una lauta colazione torno sul monte Vigo in MTB, percorrendo la strada che sale lungo lingue erbose che in inverno si chiamano piste da sci. A fianco del rifugio Orso Bruno inizia la discesa, a tratti severa sino malga Panciana (attenzione alle canalette dell’acqua, solchi improvvisi ed accentuati). Poco più a valle si presentano due opzioni e con la comodità del bike park in questa zona, oggi riuscirò a provarli entrambi.
Itinerario 713
Proseguendo diritti, sempre in discesa, si entra in un bosco sempre più fitto ed imponente, andando a terminare presso un tornante della strada provinciale 206 di Marilleva. Al secondo tornante a sinistra si sale per un breve tratto di strada sterrata sino alla stazione intermedia della funivia Daolasa. A pochi metri inizia il bike park della Val di Sole, evidenziato dalla piccola costruzione in legno, trampolino di lancio sulla valle. Certo non ho il fegato e la preparazione degli specialisti della downhill ma la curiosità è tanta così mi lancio sul percorso nuovo, quello più rapido e meno tecnico. Diversi sono i ragazzi e le ragazze che scendono a muso basso, altri scrutano e dialogano sui lavori in corso. Vengo a sapere che in giornata il campione mondiale Danni Hart farà visita, per portare il proprio contributo. Ci sono vari tracciati che si intersecano, alcuni per me incredibili con pendenze da capogiro, radici sporgenti e tronchi messi di traverso che sembrano insuperabili.
Scendo due volte: la seconda con maggiore convinzione e devo dire che mi diverto un sacco! Bike park promosso!
Itinerario 709: il lago dei caprioli
Dopo malga Panciana si svolta bruscamente a sinistra verso il rifugio Orti. Si percorre uno stretto sentiero su crinale boscoso dove porre molta attenzione ed eventualmente scendere di sella se ci si sente insicuri. Attraversato un rio tramite un ponte di legno, si percorre in discesa la strada forestale verso i laghi Malghet di Mezzana, perennemente nel bosco di conifere. Dopo alcuni chilometri si svolta sinistra per salire, praticamente a spinta, su terreno sconnesso e riportaci sull'ennesima strada bianca, pulita e veloce che conduce alla Malga Fazzon Alta dal considerevole panorama. La discesa prosegue sino alla località Fazzon quindi ripreso l’asfalto si svolta a sinistra. Mi ritrovo in una piccola valle circondato da orti, prati e boschi, con belle casette, tutte curate.
In un attimo si sale per arrivare al lago dei Caprioli, grazioso specchio lacustre dove tante famiglie cercano frescura, serenità e svago. Dal parcheggio si prende una strada sterrata ed al primo bivio prendo a destra seguendo il sentiero degli gnomi che in picchiata ci porta al paese di Pellizzano (da notare l’interessante chiesa ed i suoi affreschi). Non mi resta che seguire la ciclabile, la quale a tratti costeggia il fiume Noce e la ferrovia, e combattere contro il vento contrario, sino a Commezzadura da dove riprendere la funivia per risalire al rifugio e concludere questa due giorni super in Val di Sole in MTB.
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