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100 km dei Forti: per i “forti” di gambe ma anche di braccia
La prima volta che sentii nominare la 100 km dei Forti pensai subito che fosse un percorso riservato ai ciclisti più arditi e che la mia preparazione non mi avrebbe permesso di pedalare sui sentieri dei più “Forti”. Venni a sapere soltanto in seguito che i Forti erano quelli della prima guerra mondiale, eretti dagli austro-ungarici a difesa degli altopiani Cimbri di Folgaria, Lavarone e Luserna e delle loro vallate.
In questo articolo
100 km dei forti: premesse e percorsi
Dissipato il facile equivoco mi cimentai parzialmente lungo questo bellissimo percorso, rinunciando a portarlo a termine, traendone l’impressione di “tutt’altro che facile né ciclo-escursionistico”. Si trattava piuttosto di un lunghissimo percorso ad anello per MTB molto selettivo e fisico che aveva invece rafforzato in me proprio l’idea di riservato ai più “forti”, contrariamente a quanto citato sui depliant turistici del tempo: adatto a famiglie e bambini!
Nel corso degli anni il tracciato, piuttosto avventuroso, ha subito delle trasformazioni: è stata istituita una manifestazione competitiva lungo il percorso, le originali segnaletiche in legno sono state quasi tutte sostituite con sterili tabelle plasticate con tutt’altra serigrafia e i percorsi sono stati suddivisi in Marathon e Classic. A questi tracciati si sovrappongono e s’incrociano altri percorsi, come la Gibo Simoni Marathon, la Nosellari Bike, la 1000 Grobbe Bike Challenge e altri, le cui indicazioni contribuiscono a confondere le idee piuttosto che aiutare lungo il percorso.
Sul sito trentino.com la 100 km dei Forti viene descritta sommariamente e suddivisa logisticamente in tre anelli, uno per altopiano, e per ognuno fornisce una traccia gpx più la traccia dell’anello completo e altre informazioni.
Non essendo né “forti” né allenati, Susanna ed io prudentemente seguiamo i consigli del sito turistico e programmiamo di percorrere la 100 km dei Forti in tre giorni, iniziando dall’anello dell’altopiano di Luserna (tanto per sgranchire le gambe), riservando il secondo giorno all’anello dell’altopiano di Folgaria (quello più lungo) e infine chiudere con l’anello dell’altopiano di Lavarone come “defaticamento”.
Anello di Luserna
Parcheggiamo nei pressi del Ristorante/Bar Monterovere e non facciamo alcuna difficoltà a trovare dopo pochi metri la segnaletica della 100 km. A freddo qualche salita ci infastidisce ma il percorso nel bosco ben ombreggiato è scorrevole e divertente.
Sbuchiamo sui verdi prati sovrastati dalla Cima Vezzena. Lassù a quota 1908 m. è situato il Forte Vezzena raggiungibile in bici con altri 400 metri di dislivello. Noi però continuiamo tra i pascoli di Malga Busa Verle e Malga Cima Verle, frequentati da molti gitanti, e raggiungiamo le rovine del Forte Verle non visitabile.
Al passo Vezzena incontriamo le prime divergenze tra tabelle nuove e tracce scaricate: destra o sinistra?
Seguiamo a sinistra la traccia scaricata e dopo una risalita lungo la strada asfaltata per Luserna incontriamo nuovamente la segnaletica vecchia. Scendiamo su sterrato scorrevole rallentati solamente da una serie di pesanti sbarre per evitare che il bestiame al pascolo possa disperdersi. Dopo Malga Croiere la salita si fa sentire ed impone una godibilissima pausa alla successiva Malga Campo. Birra, risotto e tagliatelle ci ridonano un po’ di energia per il resto del percorso.
Qui la segnaletica manda a destra nel bosco, noi invece seguiamo la traccia gpx che dopo un bel prato ci costringe a spingere le bici su sentiero ripido e sconnesso per raggiungere gli avamposti del Forte Luserna in posizione molto panoramica sull’abitato di Luserna. Più avanti la segnaletica e la traccia ci invitano a risalire un bosco disseminato di radici affioranti. Ci guardiamo negli occhi sperando reciprocamente che l’altro/a non raccolga l’invito e scelga la facile discesa. Niente da fare, spingiamo le bici in salita fino al Forte Luserna ancora ben conservato e visitabile.
La veloce discesa ci conduce ai verdi pascoli della Malga Millegrobbe. Un breve tratto asfaltato e poi nuovamente per fitto bosco in discesa raggiungiamo la bella Luserna, ultima isola linguistica Cimbra.
La traccia non è chiara e le indicazioni ci sfuggono, fatto sta che improvvisiamo una breve e divertente variante per riportarci sull’itinerario corretto verso Masetti. In ultimo su asfalto ondulato raggiungiamo Malga Laghetto e la fine della traccia.
Improvvisiamo il rientro al parcheggio costeggiando il lato est del laghetto per poi spingere la bici su ripido sentiero fino a sbucare a fianco del ristorante Monterovere e alla macchina.
- Partenza / Arrivo : Località Monterovere
- Tempo : 3 ore 30 minuti con soste
- Dislivello : 760 m
- Lunghezza : 31 km
- Tipo Fondo : asfalto 25% - sterrato 75%
- Difficoltà : 3/5
- Panorama : 4/5
- Periodo : Primavera – Estate - Autunno
- Senso orario consigliato
- Diversi punti di ristoro sul percorso
Anello di Folgaria
Indubbiamente questo anello è il più impegnativo sia per i chilometri che per il dislivello, ma anche per l’orientamento. Ci accorgiamo subito di alcune divergenze tra gpx dell’anello di Folgaria, gpx dell’anello completo e segnaletica. Niente di grave ma ci si confonde.
Da Folgaria in breve raggiungiamo il Passo Sommo, Perpruneri e Tezzeli, piccoli e dignitosi borghi in posizione molto panoramica. La vista si spalanca sull’altopiano di Lavarone e giù fino al lago di Caldonazzo. La traccia ci manda direttamente per campi mentre poche decine di metri più avanti la segnaletica ci invita lungo uno splendido sentiero delimitato da una caratteristica staccionata.
Attraversiamo San Sebastiano ricongiungendoci con la traccia gpx per scendere a Carbonare sorvegliati dall’alto dai resti massicci, apparentemente irraggiungibili, del Forte Cherle.
Attraversata Carbonare imbocchiamo il sentiero dell’Acqua che ci conduce ad un ponte sul fiume Astico alla base di una salita cementata. Anche qui traccia gpx e segnaletica non vanno d’accordo. Scegliamo la scivolosa rampa cementata che ci costringe a spingere le bici. Più su il sentiero ci costringe a spingere ancora, questa volta tra alte e pungenti ortiche.
Ad un bivio ritroviamo la segnaletica della 100 km che però ci propone una salita molto sconnessa ed accentuata. Seguiamo invece a sinistra la traccia gpx che coincide con il tracciato della Gibo Simoni Marathon. Sembra che la traccia gpx della 100 km sia invece un mix tra i due percorsi tabellati.
Il percorso si snoda un tratto quasi in piano regalando splendidi scorci sulla val d’Astico. Su faticosa salita guadagniamo i pascoli di Malga Prime Poste ormai in vista di Forte Cherle che raggiungiamo spingendo le bici. Il panorama è stupendo.
Il Forte domina le valli e l’altopiano. Riusciamo a riconoscere dall’alto il percorso appena fatto laggiù in fondo valle. Capiamo l’importanza strategica della costruzione ma al tempo stesso la sua inutilità e l’inutilità di tutte le guerre. Una discesa veloce ci porta ad un ex-cimitero militare Austro-Ungarico e ad incrociare la “Scala dell’Imperatore”.
Qui inizia la parte più selvaggia dell’anello con salite impegnative, valloni profondi e fitti boschi che disorientano ma regalano un senso di profondo isolamento.
A tratti sembra quasi un sentiero in disuso e pochissimo frequentato. Dopo l’ennesima salita mezza pedalata e mezza a spinta, usciamo dal fitto bosco proprio sotto gli impianti sciistici di Sommo Alto. Un ultimo sforzo e raggiungiamo l’apice di questo panoramico cimotto.
Giù in basso Folgaria è adagiata placida al sole e lo sguardo si perde in lontananza verso i monti di Trento e dell’Alto Adige. Passiamo sotto alle rovine del Forte Sommo Alto e aggirato il cimotto degli impianti sciistici scendiamo ad incrociare la strada asfaltata per passo Coe.
Chissà perché mi ero illuso che le fatiche fossero finite e ci mancasse soltanto la discesa verso Serrada e Folgaria. Invece ci ritroviamo ancora a spingere faticosamente le bici per raggiungere il Dosso delle Somme e il suo Forte, il punto più alto dell’anello a 1670 m di quota.
Ho ancora forze soltanto per ammirare il panorama che spazia sopra questi profondi e verdissimi valloni che precipitano selvaggi verso il basso.
La discesa verso Serrada è interminabile ma scorre abbastanza veloce. Dopo l’attraversamento con la SP Parisa incontriamo un cartello di avviso “Discesa Pericolosa”. La descrizione del percorso citava un single trail!! Mah! Scendiamo bici a mano questa discesa disseminata di sassi e radici, praticamente impedalabile.
Più avanti un intricato sentiero, che potrebbe assomigliare ad un single trail, ci costringe continuamente a scendere dalla bici per superare molteplici viscide e pericolose radici e pietre affioranti. Ci guardiamo dubbiosi e controlliamo le tracce. Qui si sovrappongono sia il Gibo Simoni che la 100 km in direzione Francolini.
Decidiamo di averne abbastanza di questo per niente divertente single trail e abbandoniamo il percorso scendendo a Mezzaselva per rientrare su asfalto a Folgaria.
- Partenza / Arrivo : Località Folgaria
- Tempo : 5 ore 45 minuti con soste
- Dislivello : 1230 m
- Lunghezza : 42 km
- Tipo Fondo : asfalto 15% - Sterrato 85%
- Difficoltà : 4/5 Panorama : 5/5
- Periodo : Primavera – Estate - Autunno
- Senso orario consigliato
- Diversi punti di ristoro e acqua sul percorso fino a Carbonare, poi solo l’Albergo Cherle.
Anello di Lavarone
Siamo stanchi...o forse soltanto io?!
La 100 km dei Forti è veramente per i forti di gambe ma ci vogliono anche braccia per spingere la bici in diversi tratti. I ciclisti che si lanciano sulla Marathon completa sono veramente dei marziani del pedale. Di certo non è un percorso per tutti.
Iniziamo questo anello di “defaticamento” da Carbonare. Dopo un primo tratto godibile ci infiliamo in un labirintico e intricato single trail che sembra abbandonato e invaso da vegetazione e ortiche. Eppure ci sono segnalazioni di percorsi di tutti i tipi.
Una brevissima deviazione ci porta al Comando Austro-Ungarico di Virti. Una sorta di breve canyon roccioso dà accesso a delle gallerie e ai resti di una costruzione.
Alla Frazione di Lanzino notiamo che l’indicatore di energia delle gambe è già in riserva, così decidiamo di evitare l’abitato di Gionghi per dirigerci direttamente a Bertoldi e successivamente al Maso Slaghenaufi e all’austero Cimitero Austro-Ungarico.
Con un’altra breve variante a spinta ritroviamo la larga sterrata del percorso originale che porta a Monterovere. Dopo un tratto in discesa su asfalto riprendiamo a salire su pendenza costante verso il Tablat.
Dopo un chilometro troviamo la strada chiusa per lavori e a naso improvvisiamo una deviazione che fortunosamente ci porta allo splendido punto panoramico del Drago di Vaia, bellissima ed originale opera realizzata con il legname di scarto prodotto dalla terribile tempesta Vaia del 2018. L’opera vuole conservare il ricordo della distruzione ma simboleggia soprattutto la rinascita.
Scendiamo lungo una ripida stradina cementata e per la statale raggiungiamo il Passo Cost e nuovamente l’itinerario della 100 km. Attraverso la località Camini guadagniamo lo spettacolare sperone del Forte Belvedere Gschwent. Il Forte domina tutta la Val d’Astico e la Valle del Rio Torto con panorami stupendi. Visitiamo il Forte/Museo inoltrandoci nelle umide e strette gallerie immaginando le condizioni estreme di sopravvivenza di quei poveri soldati forse nemmeno ventenni.
Il pensiero corre immancabilmente alla consapevolezza che due guerre non sono servite a nulla e che l’essere umano non riesce a fare tesoro di nulla, visto che tutto si sta ripetendo!
Usciamo dal Forte e riprendiamo le bici scaldati da un sole a picco, che dopo il quasi freddo delle gallerie, quasi ci voleva. Un caratteristico sentiero delimitato da lastre di pietra verticali ci porta verso il Lago di Lavarone prima del quale affrontiamo ancora a spinta un’accentuata salita molto sconnessa.
Fuggiamo dal piccolo Lago invaso da turisti per affrontare ancora qualche salita, ormai indesiderata, e un ultimo dosso boscoso ricoperto di aghi di pino per scendere nuovamente a Carbonare e chiudere anche questo anello.
- Partenza / Arrivo : Località Carbonare
- Tempo : 3 ore 15 minuti con soste
- Dislivello : 640 m.
- Lunghezza : 25 km
- Tipo Fondo : asfalto 6% - Sterrato 94%
- Difficoltà : 3/5 Panorama : 4/5
- Periodo : Primavera – Estate - Autunno
- Senso orario consigliato
- Diversi punti di ristoro sul percorso
Anche se suddiviso in tre anelli il percorso non è da sottovalutare per l’impegno richiesto. L’anello meno impegnativo è quello di Luserna, mentre gli altri due si distinguono per quota e lunghezza. Assolutamente raccomandato il senso di marcia orario. A luglio ci aspettavamo tanti più ciclisti ma per la maggior parte dei tre anelli abbiamo pedalato in solitudine e silenzio e a tratti le mulattiere sembravano in disuso e molte malghe erano chiuse.
Pur essendosi trasformata negli anni, la 100 km dei Forti rimane un percorso spettacolare, molto vario e suggestivo che regala forti emozioni, panorami stupendi e squarci su una storia quasi dimenticata.
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Sangioss
Ormai 60enne, acciaccato, ex alpinista, escursionista, cicloamatore da strada e da montagna, cicloturista e cicloviaggiatore. Assieme alla mia compagna Susanna, lavoro permettendo, passiamo parecchio tempo sui pedali e altrettanto a progettare escursioni e viaggi, a volte su percorsi classici e assai noti e altre volte improvvisando itinerari su strade secondarie poco conosciute. Spesso mi chiedo perchè lo faccio...e spesso mi rispondo semplicemente: perchè no!?
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