Dati tecnici
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Desenzano del Garda Misano Adriatico |
Tempo |
4 giorni |
Dislivello |
1100 m circa |
Lunghezza |
357 km |
Tipologia di fondo |
95% Asfalto
5% Sterrato
|
VALUTAZIONE
Difficoltà |
|
Panorama |
|
Files GPS
Da Desenzano a Misano Adriatico
Settembre è un mese intenso, infinito per noi amanti delle due ruote. Le temperature si abbassano, il cielo si satura d'aria tersa e la voglia di inforcare la bici cresce a dismisura. Così, quando i ragazzi di Brinke Bike ci hanno proposto di provare la loro Overland Di2 con cambio automatico, ci è venuta un'idea: perché non raggiungere l'Italian Bike Festival sulle sponde dell'Adriatico in bici?
Allora è deciso: si parte dalla sede di Brinke a Desenzano dove inforcheremo le Overland Di2 (finora avevamo utilizzato le Overland XT con cambio manuale... vai in fondo all'articolo se vuoi scoprire qual è la più adatta a te) e cercheremo di raggiungere in quattro giorni Misano per partecipare all'IBF e scoprire le novità del settore.
Da Desenzano alla ciclabile del Mincio
Facciamo un po' di conoscenza con le bici e soprattutto con il cambio al mozzo automatico prima di iniziare a pedalare seriamente verso la pianura. In questo percorso di oltre 300 chilometri il dislivello è irrisorio e quasi tutto si affronta nella prima parte di viaggio che scavalca le colline moreniche a sud del lago di Garda. Decidamo di evitare il lungolago per gettarci nell'entroterra meno noto verso Monzambano e il fiume Mincio.
La segnaletica di itinerari ciclabili è vasta, ma confusionaria quindi ci affidiamo alla traccia pianificata su Komoot e troviamo un po' di sterrato per far correre Nala. Poco oltre un pertugio e un ponticello pedonale ci permettono di accedere alla ciclabile che unisce Mantova a Peschiera.
Poche rapide pedalate e ci ritroviamo nella colorata Borghetto: è sempre un luogo speciale da visitare e anche a Settembre il numero di turisti che popola le sue viuzze sul fiume è impressionante.
Persi nelle campagne tra Verona e Mantova
Lasciamo le sponde del Mincio con una rapida salita verso Valeggio e dopo una pausa per bere litri di limonata fresca, riprendiamo la nostra pedalata. Viste le numerose volte che abbiamo solcato il percorso della ciclabile del Mincio, in questo viaggio abbiamo deciso di provare un itinerario alternativo che ci faccia raggiungere gli argini del Po.
La scelta si rivela non troppo azzeccata poiché le pianure veneto-lombarde di questa terra di confine sono noiose e sovrappopolate. Riusciamo a trovare qualche strada secondaria per evitare il traffico delle arterie principali e addirittura imbocchiamo uno sterrato piacevole e divertente tra infinite distese di granturco e kiwi. Peccato che a un certo punto si scontri con un cancello chiuso????!
Una deviazione ci permette di tornare sulla strada verso la periferia sud-orientale di Mantova, seguendo in parte il canale Acque Basse. Il tramonto all'orizzonte è oscurato da basse nubi minacciose che ci inseguono mentre raggiungiamo le sponde dell'ultimo tratto di Mincio, nei pressi di Formigosa. Gli ultimi chilometri fino a Governolo scorrono veloci sull'argine, tra moscerini famelici e brontolii di stomaco inquietanti.
Una pizza nell'unico locale aperto del paese ci rimette in sesto e quando ormai le tenebre hanno avvolto ogni cosa, troviamo un posto appartato dove accamparci. Il caldo e l'umidità sono ancora asfissianti e per metà della notte dormiamo all'addiaccio. Nala boccheggia, ma quando la luna ha ormai passato la mediana del suo percorso nel firmamento una lieve brezza ci accarezza facendoci godere di qualche ora di riposo.
Il Po e la ciclovia del Sole
Il risveglio ci regala un'altra giornata di sole che inauguriamo con una pedalata sulle sponde del Mincio, fino alla sua foce nel Po. A Ostiglia ci concediamo una lauta colazione prima di attraversare il Grande Fiume e deviare decisi la nostra rotta verso Sud.
Oggi viaggeremo verso l'Emilia-Romagna, seguendo su un itinerario ex-ferroviario che non abbiamo mai seguito: la Verona-Bologna. L'inizio però è un po' titubante, tra strade con un po' di traffico e bivi non sempre facili da interpretare. Raggiungiamo il punto di partenza della ciclovia vera e propria e iniziamo a pedalare a fianco della tratta ferroviaria attuale. Il percorso della ciclovia del Sole è un percorso che fa parte dell'Eurovelo 7, itinerario europeo di lunga percorrenza che unisce Capo Nord a Malta.
La ciclabile è in ottimo stato, ben segnalata e sono state realizzate numerose pensiline con panche, tavoli, prese per la ricarica ebike e una pompa a colonna. Oggi siamo, purtroppo, praticamente gli unici a seguire questo itinerario che di tanto in tanto regala la vista di qualche ex-stazione in disuso. Raggiungiamo Mirandola e la superiamo di slancio, fermandoci per uno spuntino a San Felice sul Panaro. Sempre su ciclabile, passiamo Crevalcore e raggiungiamo San Giovanni in Persiceto. Ormai in odore di città, proseguiamo la nostra avanzata fino a Osteria Nuova dove il percorso protetto muore e si getta nel traffico.
L'entrata a Bologna è traumatica: veniamo gettati sulla via Emilia per raggiungere Borgo Panigale con i tir che ci passano a dieci centimetri dalle orecchie. Deve essere il pegno da pagare per raggiungere il meraviglioso centro storico della città che da anni non visitavamo. Le vie cittadine sono piene di mezzi, ma riusciamo a destreggiarci tra semafori, auto in sosta sulle ciclabili e pedoni al telefono, aiutati anche dal cambio Shimano Di2 della nostra Brinke che ci permette soste e ripartenze senza pensieri: sceglie lui il rapporto corretto per pedalare, a noi non altro da fare se non spingere forte sui pedali.
Ormai è tardi e abbiamo prenotato un alloggio fuori dalla città, sulla via Emilia, quindi possiamo dedicare poco tempo alla visita. L'uscita da Bologna in bici è più tranquilla dell'ingresso e in men che non si dica siamo con le gambe sotto al tavolo per una cena a base di piatti tipici prima del meritato riposo: le batterie sono già in carica, dopo averci condotto fin qui da Desenzano.
Da Bologna al mare
La via Emilia non è il massimo da pedalare, ma per fortuna da Castel San Pietro Terme in poi è affiancata da una ciclabile che ci tiene fuori pericolo fino a Imola. La città famosa soprattutto per il Gran Premio è una piacevole scoperta. La maestosa rocca sforzesca fa da preludio a un centro storico curato, chiuso all'interno di antiche mura.
Per evitare di reimmetterci sulla via Emilia ci facciamo convincere dalla segnaletica della ciclovia del Santerno e deviamo ancora una volta la nostra marcia per dirigerci verso nord-est. Il percorso ciclabile lungo il fiume è lungo 44 km e parte più a valle, da Castel del Rio. Noi ne pedaliamo gli ultimi chilometri fino a Mordano dove superiamo il fiume e visitiamo il piccolo ma bel borgo di Bagnara di Romagna.
L'obiettivo di oggi è il mare, ma per evitare di allungare troppo l'itinerario, torniamo a volgere i nostri manubri verso sud-est, puntando dritti dritti a Cervia. Le strade secondarie di pianura ci consentono di tenere un buon ritmo e accelerare restando comunque conservativi con la batteria fino a quando il vento contro non ci spinge a utilizzare un livello intermedio di potenza per poter raggiungere le saline di Cervia al tramonto.
Il sol calante alle spalle gioca un po' a nascondino dietro a nuvolaglia sparsa ma alla fine ci concede qualche riflesso degno di un luogo magico come questo. I fenicotteri disinteressati continuano la loro ricerca di cibo mentre noi ci divertiamo a scorgere nuovi riflessi sullo specchio d'acqua sottile.
Lasciamo le saline per raggiungere la cittadina balneare dove ci aspetta l'amico Andrea, incontrato in Sudafrica ormai molti anni fa: per questa notte saremo suoi ospiti e abbiamo un sacco di racconti da condividere a vicenda.
Italian Bike Festival con Brinke e Shimano
Salutato Andrea, siamo pronti a riprendere la via verso Misano Adriatico per raggiungere il festival che inizierà quest'oggi. Mancano una quarantina di chilometri e seguiremo in questo tratto la ciclovia adriatica che al momento è una bella idea ma senza riscontri sui territori, almeno in questo tratto di costa.
Passati Cesenatico e Bellaria, raggiungiamo presto Rimini e ci fermiamo per un rapido pranzo. A Misano, per raggiungere il circuito, copriamo più dislivello che non quello fatto negli ultimi due giorni e all'ingresso in fiera siamo travolti dalla fiumana umana che si sta riversando tra gli stand.
Siamo accolti dagli amici di Brinke che ci dissetano e ci chiedono le prime impressioni su queste bici che in parte già conoscevamo.
Brinke Overland XT vs Overland Di2: quale è meglio per te?
Come già detto quest'anno ci siamo dedicati alla pedalata sulle bici elettriche di Brinke, usando i modelli della gamma Overland, bici con caratteristiche ottimali per viaggiare. I modelli Overland, oltre che differenziarsi tra Sport e Comfort (la prima con un telaio "classico" con tubo orizzontale e la seconda con un telaio "da donna" senza), si distinguono tra XT e Di2 a seconda del tipo di cambio Shimano montato.
In particolare le Brinke Overland XT montano un cambio normale con deragliatore e pacco pignoni da 10V mentre le Brinke Overland Di2 montano un cambio al mozzo Shimano Nexus 5 Di2.
Ti chiederai allora qual sia la migliore per viaggiare tra le due. Come sempre non esiste la risposta adatta a tutte le situazioni ma un bel "dipende" è d'obbligo. Vediamo perché.
La scelta di utilizzare le prime (XT) su percorsi più avventurosi e mossi e le seconde (Di2) su percorsi ciclabili più semplici e meno affaticanti non è stata un caso. Oltre al cambio le Overland XT montano un motore E7000 più performante dello Shinano E6100 montato sulle Di2.
Il ragionamento di Brinke non fa una piega perché le Overland XT sono l'ideale per chi voglia una bici elettrica da trekking comoda ma allo stesso tempo performante se dovesse effettuare qualche bella salita in viaggio. Le dieci velocità garantiscono uno sviluppo metrico sufficientemente basso con il pignone più grande e un range rapporti più ampio. Il motore E7000 permette, soprattutto in fase di spunto, un aiuto che è una garanzia anche su salite belle impegnative come quelle che abbiamo affrontato nel percorso sul lago di Garda a inizio anno.
Dall'altro lato le Overland Di2 sono perfette per chi voglia una bici da trekking su cui sedersi e staccare la spina completamente. Sono l'ideale per affrontare viaggi e percorsi facili, magari che uniscano città e affianchino alla pedalata la visita di qualche attrazione culturale. Il cambio integrato al mozzo Nexus 5 Di2 è stata una vera scoperta per noi. È ideale se si deve pedalare in città o su itinerari con frequenti soste e ripartenze: basta effettuare una rapida regolazione iniziale sulla propria cadenza e poi ci si può dimenticare di dover passare da un rapporto a un altro.
I cinque rapporti sarebbero forse pochi se si dovesse affrontare salite toste, ma sulle colline e in pianura sono più che sufficienti e lo stesso si può dire per il motore E6100, meno grintoso dell'E7000 ma oer questo più conservatvo: siamo arrivati, utilizzandolo con parsimonia, a pedalare quasi 200 km carichi come eravamo.
Insomma, piccoli differenze e dettagli che dimostrano però come in casa Brinke e Shimano si sia pensato a tutti i viaggiatori per venire incontro alle loro esigenze e diversità. Tutto ciò in attesa delle grandi novità del sistema EP per il 2023.
Ultimi commenti