Da qualche settimana sta facendo discutere una petizione riguardante il problema del trasporto bici in treno: in Italia non esiste ancora un abbonamento treno + bici annuale uniforme in tutte le regioni. Per chi è abituato, o si sta abituando, ad utilizzare la bicicletta per raggiungere il posto di lavoro, caricare il proprio mezzo sul treno quotidianamente significa avere, soprattutto in certe situazioni, un costo annuale spropositato...
Un primo colloquio con i dirigenti di Trenitalia è stato già avviato a seguito dell'enorme successo della raccolta firme nella campagna pubblica su Change.org e il confronto per avere un abbonamento bici + treno decente va avanti... ma sarà sufficiente?
La proposta di uniformare l'abbonamento annuale su tutto il territorio italiano è un primo tassello importante nella creazione di una cultura basata sulla sostenibilità. Se venisse data ai ciclisti la possibilità di pagare un abbonamento annuale per usufruire di un servizio quotidiano sarebbero in molti a sottoscriverlo.
In Italia però manca anche un numero adeguato di treni per il trasporto bici: ricorderò sempre quando, dopo aver percorso la ciclabile del Mincio, mi trovai ad incastrare la bicicletta tra i sedili del regionale Mantova - Verona insieme ad altri sette cicloviaggiatori tedeschi basiti. Avevamo pagato 3,5€ a testa per avere quale tipo di servizio?
L'Italia negli ultimi anni ha iniziato ad investire qualcosa in più nello sviluppo della rete ciclabile provinciale, regionale e nazionale (esempi sono l'Alpe Adria Radweg, la VenTo, alcune vecchie ferrovie riconvertite in tracciati adatti alla bicicletta, le piste ciclabili del Trentino e dell'Alto Adige anche se ormai ci sono da decenni...), una manna dal cielo per i milioni di ciclisti che sognano di girare il Bel Paese in bicicletta.
Il cicloturismo può essere un pistone davvero importante nel motore dell'economia italiana ma per renderlo veramente funzionante è necessario un coordinamento tra le parti tirate in causa. Se percorro una ciclabile, creata investendo milioni di euro, devo poi poter avere la certezza di tornare al punto di partenza usufruendo di un servizio.
Quel servizio così indispensabile potrebbe darlo Trenitalia... in che modo?
- incrementando il numero di vagoni per il trasporto biciclette;
- rendendo più accessibili i suddetti vagoni (eliminando gli odiati scalini e i paletti delle porte magari ispirandosi ad alcuni piccoli esempi italiani come la Trento - Malè o la ferrovia della Val Venosta);
- incrementando i treni che possono trasportare le biciclette e incentivandone quindi l'utilizzo;
- migliorando i vagoni per le bici con rastrelliere comode ed ordinate;
- segnalando la posizione del vagone bici di ogni treno per evitare a chi viaggia a due ruote di correre da una parte all'altra della banchina rischiando di perdere il passaggio;
- permettendo il trasporto bici tutto l'anno senza limitarne il numero come accade, per esempio, in Valsugana dove la linea ferroviaria che supporta la pista ciclabile passa dalle 32 postazioni-bici in estate alle 2 in inverno.
Possiamo ancora trasformare l'Italia in un paese ciclabile e ambito dai cicloviaggiatori di tutto il mondo... e allora perchè non provarci pedalata dopo pedalata?
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