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Lago d'Iseo - lago di Como in bici, tra passi e canyon
Dal lago d'Iseo al lago di Como in bici, sulle prealpi Orobie seguendo fascinose vallate e canyon tortuosi. Un itinerario di poco meno di duecento chilometri su e giù per passi non troppo impegnativi, tra i due laghi della Lombardia in bicicletta. L'inizio del nostro viaggio attraverso l'Europa non poteva essere più entusiasmante...
Lago d'Iseo, la perla nascosta
Lo so, lo so... sono di parte. Da anni ormai viviamo sulla sponda bergamasca del Sebino, meglio noto come lago d'Iseo. Me ne sono innamorato appena l'ho visto: tranquillo, isolato, lontano dalle rotte turistiche più battute del nord Italia, è una piccola gemma nascosta. Questo itinerario ciclabile, come ti dicevo, è tratto dai primi giorni del nostro viaggio in bici di oltre un anno attraverso l'Europa ma si adatta perfettamente ad essere percorso in un weekend (per i più allenati e leggeri) o in qualche giorno (per chi se la vuole prendere con calma). Se hai più tempo a tua disposizione e buone gambe, potresti pensare di partire dal e scalando il passo Crocedomini fino al lago d'Iseo in bicicletta per poi proseguire su questo itinerario.
La partenza del percorso dal lago d'Iseo è il paese di Riva di Solto, sulla sponda bergamasca del lago a qualche chilometro dall'estremità settentrionale di Lovere. Per sapere come raggiungere il paesino, consulta le informazioni utili in fondo alla pagina.
Si inizia subito con il naso all'insù per superare la rampa che conduce a Solto Collina. Sono circa quattro chilometri, di cui il primo è il più impegnativo. Per stare fuori dal traffico, nella frazione di Zorzino si possono prendere delle stradine secondarie (quelle della traccia GPS) ma te le consiglio solo se viaggi leggero, altrimenti rischi di dover spingere la bici.
Val Cavallina, Val Borlezza e Val Seriana
Arrivati a Solto Collina, alla rotonda principale tira dritto e inzia la discesa verso la val Cavallina. All'ultimo tornante si lascerà l'asfalto per deviare a destra verso il lago Gaiano, prima in ripida e sconnessa discesa e poi in pianura. Costeggiando il lago su questa gradevole forestale eviterai la trafficata statale 42 del Tonale e della Mendola. Attraversando la riserva naturale della Valle del Freddo, ci si ritroverà rapidamente di nuovo a fianco della SS42 ma mantenendo la destra alla rotonda si potrà evitarla e raggiungere Mano di Sovere. Il breve percorso in Val Cavallina si conclude raggiungendo Sovere, sempre su strade secondarie (si è costretti a passare anche una sbarra). Restando alti sul torrente si entra in Val Borlezza e sul costone roccioso che domina la strada si intravvede il santuario della Madonna della Torre. Con qualche strappo sterrato e bello tosto, si riesce a pedalare fuori dal traffico fino alla località di Cerrete Basso, dove si è obbligati, dopo un passaggio nel parco dei Ciliegi, a imboccare la strada provinciale verso Clusone, salendo per un po' fino a ritrovarsi in Val Seriana.
Prima di entrare a Clusone si imbocca la pista ciclabile della val Seriana verso Ponte Nossa: questo tratto di percorso coincide con un altro itinerario di qualche giorno nelle valli Bergamasche, pedalato qualche anno fa. Se sei interessato a conoscere nel dettaglio il percorso di questo tratto di strada, ti consiglio di leggerne la descrizione nell'articolo dedicato alle valli Bergamasche mentre qui di seguito ti darò una sommaria panoramica fino a San Giovanni Bianco, paese in cui l'itinerario dal lago d'Iseo al lago di Como in bici abbandona quello delle Valli Bergamasche.
Colle Zambla da Chignolo d'Oneta
Seguendo la ciclabile della val Seriana - in questo primo tratto si pedala su una vecchia ferrovia! - da Clusone si scende rapidamente di quota fino a raggiungere Ponte Nossa, dove si inizia la risalita. Si lascia la val Seriana per imboccare la valle del Riso. Anche qui i primi chilometri sono su pista ciclabile, fino a raggiungere i piedi del colle di Zambla, non lontano dall'antica miniera, oggi visitabile su richiesta. In questa vallata abitata fin dall'epoca romana sono state trovate importanti miniere di zinco e piombo che hanno sostentato l'economia del luogo per secoli. Mentre si pedala verso il cuore della Valle del Riso ci si rende conto che per mantenersi sulla provinciale 46 e proseguire dritti per dritti verso il colle di Zambla, si dovrebbe abbandonare la ciclabile nei pressi del Santuario del SS Crocifisso, una piccola chiesetta sul lato destro della strada. Questa volta invece, per provare una via alternativa a quella già percorsa qualche anno fa, abbiamo deciso di seguire il percorso verso Chignolo d'Oneta, arrivando quindi su ciclabile fino al piccolo centro di Riso per poi risalire il versante destro orografico della valle. La salita verso Chignolo d'Oneta è tosta ma qualche tornante concede un po' di riposo.
Avendo affrontato questo itinerario a fine Novembre, abbiamo raggiunto Chignolo d'Oneta verso le cinque del pomeriggio, quando ormai il sole stava tramontando e abbiamo deciso di campeggiare nei pressi del paesino, per affrontare poi la parte conclusiva della salita al Colle di Zambla più freschi al mattino successivo.
Il risveglio sotto la nevicata è stato piuttosto traumatico, anche perché a Chignolo d'Oneta l'asfalto finisce in una strada cementata davvero tosta che poi lascia spazio a una sterrata con strappi su cui siamo stati costretti a spingere la bici, sia per la scivolosità del fondo ormai coperto da un sottile strato di neve, sia per la pendenza molto accentuata. La sterrata conduce al santuario della Madonna del Frassino dove si riprende l'asfalto e con una breve discesa si torna sulla provinciale verso il colle di Zambla.
Ormai ricoperti di neve abbiamo pedalato sulla strada bianca, dove non passava praticamente nessuno, per raggiungere i 1264 m del Colle di Zambla. Infreddoliti e affamati, ci siamo gettati nel vicino ristorante concedendoci un pasto e una bevanda calda. La discesa fino a Oltre il Colle è stata gelida e siamo stati costretti a rintanarci in un caldo B&B per la notte dopo una giornata molto intensa e una sola manciata di chilometri (quasi tutti in salita!) pedalati.
Val Taleggio e la Culmine di San Pietro
Il mattino successivo le nuvole basse ci hanno fatto temere un'altra giornata d'inferno bianco ma in realtà dopo aver lasciato Oltre il Colle verso Serina, il cielo si è aperto inondando di luce gli alberi carichi di neve e regalandoci un bellissimo paesaggio. Appena dopo Valpiana si abbandona la SP27 per deviare ancora in salita verso Dossena da cui si giunge, su stradina secondaria e panoramica, a San Giovanni Bianco, in val Brembana. Il passaggio in valle è rapido e questa volta non seguiremo la bella pista ciclabile della val Brembana che devia verso Bergamo. San Giovanni Bianco è una destinazione pittoresca con i ponti panoramici sul fiume Brembo, la statua del mercenario Vistallo Zignoni che sembrerebbe aver portato nel paese natale la reliquia della Sacra Spina, oggi conservata nella Chiesa Parrocchiale, e i sentieri delle Via Mercatorum e Via Priula, antiche strade utilizzate nel Medioevo dai mercanti tra Bergamo e le valli e tra Bergamo e Morbegno, in Valtellina
Dalla cittadina l'itinerario tra lago d'Iseo e lago di Como in bici lascia il fiume Brembo per addentrarsi nella val Taleggio. L'orrido che permette di arrivare ai pascoli della valle è tutto da pedalare, suggestivo e fotogenico. Lungo la vallata si può anche scegliere di percorrere un breve tratto di vecchia strada restando fuori dal traffico ed evitando la galleria più lunga.
Lasciato l'orrido inizia la salita verso Sottochiesa, il capoluogo del comune di Taleggio, da cui si giunge poi a Olda. L'obiettivo è giungere alla Culmine di San Pietro, per lasciare la provincia di Bergamo ed entrare in quella di Lecco. Anche questa salita, come il colle di Zambla, ha un traffico davvero irrisorio e si snoda nel bel paesaggio delle prealpi Orobie. Scavata nella roccia, la strada concede un po' di sollievo prima dell'ultimo strappo che conduce ai 1258 m della Culmine dove, ancora una volta, cediamo davanti a un fumante piatto caldo... polenta concia stavolta!
Valsassina e il passo Agueglio
Dalla Culmine la picchiata è rapida e gelida verso Cremeno, Barzio e la Valsassina. Anche in questa vallata è presente una pista ciclabile che purtroppo in questa occasione non riusciamo a seguire da subito poiché lavori in corso nei pressi della cascata dello Sprizzotolo ci costringono ad imboccare la provinciale fin poco oltre Introbio.
Ripresa la pista ciclabile della Valsassina, si giunge a Cortenova, sulle pendici della Grigna (2410 m), dove si abbandona la vallata per iniziare a risalire verso Parlasco. È il paese dei murales, con una chiesa risalente al XV secolo e meno di 200 abitanti; da qui si inizia una salita non troppo tosta ma costante che conduce, panoramica e senza traffico, ai 1160 m del passo Agueglio. Il lago di Como è lì in basso, ci sembra quasi di poterlo toccare. In realtà ci sono ancora parecchi chilometri da fare e dopo aver scollinato nella valle d'Esino si prosegue su strada pianeggiante passando le case sparse di Alpe Agueglio di Esino. Dal minuscolo avamposto comincia la discesa nella vallata verso il lago di Como entrando presto a Esino Superiore, un paese d'altri tempi, isolato e incassato tra le pareti rocciose. Solo una strada stretta e tortuosa scende fino a Varenna, concludendo la sua picchiata sulle sponde del lago con una serie infinita di tornanti.
Sulle sponde del lago di Como
La traversata dal lago d'Iseo al lago di Como in bici è conclusa, ma per giungere alla nostra meta ci restano alcuni chilometri lungolago. Colico infatti si trova in cima al lago di Como, non lontano dalla Valtellina. Per raggiungerlo non resta altro da fare che pedalare sulla SP72, attraversando inizialmente alcune gallerie, giusto prima di giungere a Bellano. La penisola di Dervio permette di restare fuori dal traffico per qualche centinaia di metri prima di reimmettersi sulla provinciale e passare dal bel borgo di Corenno Plinio (che a partire dall'estate 2020 pare potrà essere visitato solo a pagamento). Il castello di Olgiasca si trova nascosto sul promontorio dirimpetto a Colico ma viste le pessime condizioni meteo siamo costretti a proseguire dritti e giungere nel paesino in cima alla sponda lecchese del lago.
Il nostro percorso dal lago d'Iseo al lago di Como in bicicletta, in Lombardia tra le province di Bergamo e Lecco, termina a Colico.
Potrai seguire questo percorso lineare in un paio di giorni (in totale sono circa 160 km) se sei allenato, ma il mio consiglio è di goderti questa gita in tre o quattro giorni: noi, con Nala in inverno ci abbiamo messo cinque giorni e ci siamo goduti tutti i territori attraversati!
- Il Bögn di Zorzino sul lago d'Iseo:
- Il colle di Zambla, la culmine di San Pietro e il passo Agueglio.
- San Giovanni Bianco
- L'orrido della val Taleggio
- Il santuario della Madonna del Frassino
- Parlasco, il paese dipinto
- Il borgo medievale di Corenno Plinio sul lago di Como
- Il tracciato è percorribile senza particolari problemi in entrambi i sensi. I pochi tratti sterrati sono tutti pedalabili
Come raggiungere il lago d'Iseo?
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Raggiungere il lago d'Iseo con i mezzi pubblici e in particolare la sponda settentrionale bergamasca, se si è sprovvisti di auto, non è cosa facile. Il nostro itinerario parte da Riva di Solto, dove viviamo. Per raggiungere il paesino di partenza con i mezzi pubblici e la bici al seguito, la soluzione migliore è quella di utilizzare i treni regionali da Brescia fino a Pisogne. Dal piccolo centro bresciano a nord del lago ti consiglio di pedalare sulla sponda del bacino per una decina di chilometri passando da Lovere. La strada è davvero suggestiva ma il mio consiglio, se puoi, è quello di evitare i weekend, soprattutto primaverili ed estivi, perché il traffico potrebbe essere intenso. In questo tratto puoi seguire a ritroso il nostro giro del lago d'Iseo in bici.
Tornare a casa dal lago di Como
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Colico, punto d'arrivo di questo itinerario, è sicuramente più comodo da raggiungere con i mezzi pubblici rispetto a Riva di Solto dato che è collegato a Milano dai treni regionali di Trenord
- Le strutture turistiche sono sparse su tutto l'itinerario ma è più semplice trovare alloggio nelle località di fondovalle. In partenza, a Riva di Solto, gestiamo alcuni appartamenti vacanza tra cui La Casa del Cedro che puoi prenotare direttamente su AirBnB.
- Campeggiare liberamente in Lombardia non è permesso ma tollerato se si usa il buonsenso e lo si fa in località poco frequentate, possibilmente evitando i periodi più turistici estivi. Mi raccomando, se deciderai di campeggiare liberamente, non lasciare traccia del tuo passaggio e sappi che lo fai sotto la tua responsabilità. Un'alternativa al campeggio libero è quella di chiedere la possibilità di piantare la tenda in giardini o proprietà private: a nessuno si nega un posto tranquillo per dormire!
- Sui laghi i piatti tipici sono a base di pesce: la tinca e l'agone in particolare sono piatti molto spesso abbinati con la polenta (sul lago di Como il nome è conosciutissima la polenta e missultin).
- Le valli bergamasche invece offrono una buona varietà di prodotti, dal formaggio della val Taleggio ai casoncelli, ravioli tipici della bergamasca.
- Un altro prodotto da assaggiare è l'olio prodotto sul lago d'Iseo.
- Per informazioni sul lago d'Iseo puoi visitare il sito dedicato alla zona:Visit Lake Iseo
- Il sito ufficiale della Val Seriana è www.valseriana.eu
- Per il turismo in Val Brembana il sito di riferimento è www.turismo.vallebrembana.org
- Oltre la val Brembana si trova la Valsassina. Ecco il sito: turismo.valsassina.it
- E infine il lago di Como: www.lakecomo.is/it
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico