Nel mese di marzo 2019 ho partecipato alla prima edizione della Gravel sul Serio, percorso ad anello offroad nella pianura della bassa bergamasca e nel cremasco lungo il fiume Serio, partendo da Romano di Lombardia. In questo articolo ti presento l'itinerario, aggiungendo le attrazioni culturali e naturalistiche che potrai apprezzare lungo il tracciato, che può essere affrontato in qualsiasi momento dell'anno.
Gravel sul Serio, prima edizione
Da Romano di Lombardia a Seriate
La partenza è programmata dalla Rocca di Romano di Lombardia, cittadina bergamasca molto graziosa e ricca di storia. Basti citarne l'origine toponimica, che la farebbe risalire all'epoca romana, derivando da Romanum, relativo al Castrum Romanum su cui sorse la vecchia Romano da cui trasse origine il nuovo borgo. In epoca medievale il centro abitato venne cinto da un impianto fortificato alto 5 metri e protetto da un fossato, nonché dotato di quattro torri agli estremi perimetrali con tre ingressi fortificati. L'edificio più interessante della cittadina è la rocca, in cui si possono notare le sovrapposizioni risalenti a differenti periodi.
Proprio all'altezza dell'ingresso della rocca, presso il ponte in muratura che sostituisce l'antico ponte levatoio, tra le 8 e le 9.30 partiamo alla francese dopo aver impostato i nostri GPS con la traccia: nel nostro caso percorreremo tutti i 110 km, iniziando dirigendoci a nord sulla sponda orografica sinistra del fiume Serio.
Usciamo dalla città e siamo subito immersi nella pianeggiante campagna che costeggia il fiume e nelle sue strade bianche, baciati da un timido sole che fa capolino all'orizzonte alla nostra destra. Dopo qualche chilometro alternando gravel a ciclabili cittadine, nonché un divertentissimo tratto di single track, superiamo Martinengo e Ghisalba, arrivando al piccolissimo borgo di Malpaga, con il suo caratteristico castello. Un tempo centro del Principato di fatto che Bartolomeo Colleoni, Capitano Generale di Venezia, si era costruito. Oltre che alla sua storia e ai numerosi affreschi che abbelliscono la struttura, è forse d'obbligo ricordare lo stemma famigliare dei Colleoni, famoso per raffigurare tre testicoli (spesso scambiati erroneamente con tre cuori rovesciati) ai quali successivamente si aggiunsero i Gigli di Angiò.
Subito dopo aver superato Maplaga, ci avviciniamo al comune di Cavernago con un altro castello, che svolgeva la funzione di residenza signorile del Condottiero Colleoni.
Dopo questo breve tratto asfaltato, ci immergiamo nella natura fino a raggiungere il territorio dell'Oasi Verde di Seriate. Qui la traccia fa il giro di boa e ci fa attraversare il Serio sul recente ponte pedonale e ciclabile, dove alcuni fanno la scelta di fermarsi qualche minuto per sgranchirsi le gambe e per uno snack. L'Oasi verde è un parco pulito e ben tenuto, ricco di sentieri e molto frequentato, soprattutto perché grazie al ponte di recente costruzione le due sezioni di oasi sono messe in comunicazione.
Da Seriate a Crema
Ora che abbiamo percorso i primi 33 km, la destra orografica del Serio ci accompagnerà fino a Crema attraversando Grassobbio, Basella, Morengo, Bariano, Mozzanica, Trezzolasco, Sergnano e Pianengo per i prossimi 50 km.
Il primo tratto di gravel aggressivo, con pietroni che mettono a dura prova la presa sul manubrio, passa proprio a fianco delle recinzioni del famoso aeroporto Caravaggio di Orio al Serio: qualcuno ha anche la fortuna di vedersi passare un aereo sopra la testa.
Il sole è ormai alto sulle nostre teste, e il suo riflesso si specchia nelle acque che scorrono pacifiche nel letto del Serio, che noi continuiamo a costeggiare sulle scoscese scogliere, franate in alcuni punti.
Questa sezione di Gravel sul Serio è intensa e risulta molto divertente: le gambe calde reagiscono bene e con velocità inusitate passiamo nella zona del Santuario di Basella, risalente al 1356.
Da qui io e il compagno di pedalata, Claudio F. di Offlaga, ci accodiamo al compatto gruppo di pedalatori della Croce Verde di Orzinuovi (BS), che scopriamo essere gli organizzatori di un altro evento gravel, che si terrà a maggio, la 100km e 10 castelli e la scoperta stuzzica i nostri desideri (e di cui prossimamente leggerai il resoconto).
Alcuni di loro optano per il percorso corto, che alla latitudine di Mozzanica attraversa il ponte sulla SP11 per risalire in direzione di Romano, per un totale di 67km.
Mozzanica meriterebbe senza dubbio una visita a parte, con la sua torre civica e le sue numerose rogge e fossali, che le conferiscono il titolo di "Venezia della Bassa Bergamasca".
Noi, invece, proseguiamo "in discesa" all'interno del Parco del Serio ed è il momento giusto per farsi venire qualche interrogativo linguistico: perché ci sono così tanti paesi e paesini che terminano in -engo? Ecco, il suffisso è la testimonianza dell'origine longobarda degli insediamenti e così il nostro elenco di Pianengo, Ricengo, Ticengo, Romanengo, Offanengo, Pumenengo sembra non giungere alla fine...
Parentesi linguistica a parte, dopo aver attraversato qualche bosco desideroso di esplodere nel verde primaverile, siamo alle porte di Crema. Il sole e la foschia di mezzogiorno non ci consentono di vedere al cento percento, solo un mastodontico ammasso di guglie, un campanile e innumerevoli monofore in mattone rosso si staglia davanti a noi, accogliendoci nella città: si tratta dell'affascinante Santuario di Santa Maria della Croce, superata la quale passiamo lungo il Canale Vacchelli, per Porta Serio per poi trovarci rapidamente nel vivace centro cittadino.
Essendo domenica ci risulta impegnativo (forse più del gravel) lo zig zag tra gli avventori della graziosa piazza Duomo, dei suoi locali, del Duomo e del mercato che si sviluppa nella via centrale, Via Mazzini. Lo sguardo si perde nei dettagli, fino al simbolo della città, il Torrazzo, ai piedi del quale riconosciamo esposto un po' del set cinematografico dell'ultimo lavoro di Luca Guadagnino, Call me by your name, ambientato nella Crema degli anni '80.
Da Crema a Romano di Lombardia
A Crema è previsto il secondo giro di boa per rientrare a Romano di Lombardia seguendo il fiume Serio nuovamente sulla sinistra orografica. Attraversiamo il fiume sul recentissimo e austero ponte ciclopedonale che ricorda il ponte dell'oasi di Seriate (e. se vogliamo, anche i bellissimi ponti lungo l'Adige sull'omonima ciclovia trentina), per riprendere il lungofiume verso nord.
Pochi chilometri a nord di Crema, a cavallo dei territori comunali di Pianengo e Ricengo, sorge la Riserva Naturale della Palata Menasciutto, che conta la Palata Menasciutto (opera di ingegneria idraulica oggi in cemento che devia parte dell'acqua del fiume a fini agricoli), il Laghetto dei Riflessi e 212 specie floristiche, senza contare le numerose specie ornitiche ammirabili, come la garzetta o l'airone cenerino o il martin pescatore.
Restano poche pedalate da compiere, prima passando per Casale Cremasco, famoso in parte per lo stabilimento Galbani cui passiamo di fianco e anche per il Museo dell'Acqua, a pochi passi dal fiume presso Casale Cremasco/Vidolasco.
L'ultimo paese che incrociamo prima di perderci ulteriormente nel movimento sinuoso del Serio è Castel Gabbiano, noto per la sua imponente Villa Griffoni Sant'Angelo, accostamento tra lo stile medievale, l'eleganza rococò e la natura circostante.
Il sole è alto quando, percorrendo gli ultimissimi chilometri, rientriamo a Romano di Lombardia e giungiamo al traguardo, dove gli organizzatori, i volontari e un entusiasta e sorridente Simone Radavelli (motore a pedali dell'evento) aspettano tutti per la firma della conclusione e la consegna di un simpatico gadget di partecipazione, nonché per dare appuntamento al prossimo anno!
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