Tante volte mi è capitato di stupirmi, viaggiando in bicicletta. Ogni volta che mi rirovo in un nuovo angolo di paradiso da raccontare, sono contento sia di vivere un'esperienza unica e speciale, ma anche perché sarò poi in grado di condividerla con i lettori di Life in Travel. Questa volta è toccato alla splendida isola dell'Asinara in bici, scoperta durante l'ultimo breve viaggio in Sardegna. L'itinerario che ti propongo in questo articolo ripercorre le esperienze appena vissute, con qualche suggerimento per rendere la tua avventura davvero unica.
In questo articolo
Scoprire l'isola dell'Asinara in bici è una delle più affascinanti esperienze che ho vissuto da quando pedalo. Il titolo dell'articolo non è casuale: pedalare in un territorio così selvaggio è arricchito dal fatto che non ci sia altro che una sola strada, dal sud dell'isola al nord, popolata principalmente da amichevoli asinelli e qualche capretta in libertà. E qui arriva il silenzio: gli unici suoni che sentirai saranno il vento che muove le piantagioni di mirto, i ragli degli asini e l'impetuoso frangersi delle onde sugli scogli lungo il percorso.

Asinara in bici: partenza da Cala Reale
Assieme alla compagna di avventure Martina abbiamo trovato una giornata perfetta a inizio novembre per lanciarci alla scoperta dell'Asinara in bici. Dopo essere partiti da Porto Torres in traghetto, verso le 9.30 del mattino sbarchiamo sulla piccola isola, mentre il cielo sembra aprirsi dopo giorni di piogge torrenziali. I traghetti Asinara che partono da Porto Torres sono pochissimi in questo periodo dell'anno - il martedì, il venerdì e la domenica, uno per l'andata e uno per il ritorno nello stesso giorno - e l'Ostello dell'Asinara è attualmente chiuso quindi, essendo vietata ogni forma di campeggio o bivacco, si può visitare l'isola solo per qualche ora durante la giornata. Il mio consiglio è di sfruttare ogni attimo della tua presenza sull'isola. Se ti affascinano i luoghi poco frequentati e vuoi pedalare sull'Asinara in bici alla scoperta della storia e delle particolarità di quest'isola, segui questo itinerario.
Appena giunti a Cala Reale, piccolo porto nella parte centro-orientale dell'antica isola Sinuaria, ci troviamo di fronte al palazzo principale del borgo di fine XIX secolo, residenza dei Savoia. Gli edifici, un tempo colonia penale, lazzaretto, ospedale e stazione di quarantena, sono divenuti sedi dell’ente gestore del Parco Nazionale dell’Asinara (nell’ex Palazzo Reale) e di servizi turistici. Qui vicino, meritano una visita anche la chiesa e la cappelletta austro-ungarica, recentemente ristrutturate.
Da qui ci avviamo verso est e poi verso nord, sull'unica strada cementata, verso Cala d'Oliva, di cui ti parlerò poco sotto. A est del Palazzo Reale è presente un complesso costituito da un grande edificio sanitario, i magazzini della Sanità, i locali per la disinfezione delle persone sospettate di malattie infettive. Dal centro visite di Cala Reale partono il sentiero della Memoria, che consente di ripercorrere a ritroso le fasi principali della storia dell'isola, e il sentiero dell'Asino Bianco, nel quale è frequente l'incontro ravvicinato con questi animali allo stato brado.
Continuando il nostro tour dell'Asinara in bici passiamo per il piccolo borgo abbandonato di Trabuccato, un tempo parte del sistema carcerario dell'Asinara (che contava circa una decina di "distaccamenti", ognuno dedicato a tipologie differenti di detenuti). Istituito dopo la prima guerra mondiale, qui venivano mandati i detenuti pericolosi, ma non come quelli che soggiornavano a Fornelli, poiché qui si poteva coltivare una vigna di circa 5 ettari.
Guardando verso il mare, dopo un rapido saluto agli asini bianchi particolarmente amichevoli, scorgiamo la Torre Trabuccato che svetta orgogliosa a 30 metri d'altura dominando la propaggine di terra. Meriterebbe sicuramente una visita a sé. Ci fa pensare al cammino delle 100 torri, itinerario che corre lungo tutto il periplo della Sardegna.
Proseguiamo il nostro tour in bicicletta per visitare l'Asinara: dopo un primo tratto piuttosto pianeggiante inizia la vera prova: la strada si fa sinuosa e si alza, permettendoci di pedalare in cresta per qualche chilometro, in un tripudio di vento, colori, profumi e silenzio.
Dietro questa collina ci attende una discesa indimenticabile, fatta di numerosi tornanti, alla fine dei quali si scorge finalmente Cala d'Oliva, il borgo delle case bianche, che ci aspetta.
Asinara in bici: Cala d'Oliva e la Diramazione Centrale
Con il volto riscaldato dalla salita e sferzato dal vento della discesa, dopo un ultimo strappetto affrontabile, si raggiunge la Torre aragonese del XVII secolo, da dove si può godere di una vista spaziale sul piccolo borgo bianco.
Cala d'Oliva nacque spontaneamente come borgata marittima per poi essere espropriata, trasformata in colonia penale e integrata nel sistema carcerario dell'Asinara. Poche erte viuzze conducono dalla parte più bassa (con il porticciolo e l'ex Foresteria Nuova che ospitò Falcone e Borsellino durante la lstesura della loro istruttoria al Maxiprocesso di Palermo) alla piazza centrale con la chiesa, poi all'Ostello e ancora più su verso il bunker di massima sicurezza che ospitò, tra gli altri, Totò Riina e infine, in cima al borgo la salita che conduce alla Diramazione Centrale del sistema carcerario di tutta l'isola.
Oggi sede del Museo Osservatorio della Memoria (al momento della nostra visita - fuori stagione - chiuso), ci permette di visionare dall'alto tutto l'agglomerato di Cala d'Oliva, nonché di fare la conoscenza di altri asinelli selvaggi che popolano la zona e, dopo uno snack a base di pecorino sardo, salire su strada battuta verso un'altra sezione del carcere e i ruderi di Case Bianche, fino in cima a Punta della Scomunica (406 m). Il sentiero del Leccio giunge fino al piccolo bosco di Elighe Mannu e, insieme al sentiero del Faro, è parte dei due percorsi per esplorare la parte settentrionale dell'isola, fino alle zone più selvagge di Punte Scorno.
Sempre da Cala d’Oliva si può percorrere il sentiero di Cala Sabina, che consente di raggiungere in modo agevole l’omonima spiaggia. Il sentiero di Trabuccato riporta nella penisola che porta lo stesso nome, permettendo di attraversare l’antico oliveto, rinato da un progetto di recupero con l’Università degli Studi di Sassari.
Raggiunta la cima, non resta che tornare indietro (tutta discesa, stringi bene i freni!), ripassare per Cala d'Oliva, salutare un'ultima volta la Diramazione Centrale e ripercorrere a ritroso la strada fino a Cala Reale. Noi cerchiamo di non ripassare per gli stessi piunti e alterniamo un breve single track in riva al mare a una divertente strada sterrata che ci porta alla scoperta della seconda parte dell'Asinara in bici, passando per Campo Faro e Campo Perdu nell'omonima piana, dove un tempo i detenuti si occupavano di agricoltura nella zona. Non possiamo restare impassibili di fronte alla bellezza dei cavalli che ci accolgono qui.
Asinara in bici: verso sud tra le carceri abbandonate
Il nostro tour dell'Asinara in bici ora scende inesorabilmente verso sud, passando di fronte all'Ossario Austro-Ungarico del 1936. Da qui sono poche le opere architettoniche che incontriamo, fino alla breve ma intensa salita sotto Punta Marcutza, che ci conduce al bivio per Tumbarino, altro distaccamento del carcere che ospitava detenuti con pene molto dure. Essi avevano il compito di fare scorte di legno e carbone.
Lasciata quest'area, ci troviamo a metà isola.
Non ci resta che passare per la Laguna di Cala di Sgombro di Dentro, a fianco dei resti del Monastero Camaldolese di Sant'Andrea e ammirare da sotto i ruderi del possente Castellaccio, la fortezza che domina il massiccio granitico di Punta Maestra di Fornelli, per raggiungere infine la punta meridionale dell'isola, Fornelli.
Escursioni Asinara in bici: rientrare da Fornelli-Stintino o no?
A Fornelli era ubicato il carcere di massima sicurezza, ampliato alla fine dell’Ottocento e utilizzato come tubercolosario durante la Seconda Guerra Mondiale.Oltre al carcere di massima sicurezza, uno dei tanti - come avrai notato - sull'isola, esci dal sentiero battuto e pedala o passeggia nella splendida natura del Parco Nazionale dell'Asinara: sarai travolto dai profumi inebrianti della vegetazione e dalla salsedine spinta dal vento. In questo punto si può scegliere di percorrere uno dei tanti sentieri, come il sentiero del Granito verso punta Barbarossa e Punta Li GIorri, oppure il sentiero del Castellaccio verso la mitica fortezza oppure ancora il sentiero dell'Acqua verso la parte occidentale dell'isola.
Se come noi sceglierai di scoprire l'Asinara in bici nel periodo di bassa stagione, non avrai alternative al rientro verso Cala Reale mentre, se visiterai l'isola degli asini in alta stagione, da Fornelli potrai scegliere di non tornare a Porto Torres e navigare verso Stintino, altra nota località sarda, con un traghetto-taxi. In ogni caso l'esperienza è altamente consigliata, specialmente fuori stagione come noi: le persone sbarcate dal nostro traghetto sull'isola quel martedì mattina erano una decina, di cui 4 della Forestale.
Non ti ho ancora convinto a esplorare l'Asinara in bici? Guarda il video qui sotto e non ci saranno più scuse!
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