fbpx

Unisciti alla LiT Family



Anello delle Dolomiti in bici

Scritto da
Vota questo articolo
(12 Voti)

Delle Dolomiti si sa pressoché tutto. Sono forse le montagne più famose al mondo, ma sono anche impervie e ripide da pedalare con le biciclette. Non a caso le tappe più spettacolari e dure del Giro d’Italia si svolgono sui passi di questi gruppi montuosi. Per il cicloamatore / turista c’è una alternativa più modesta, ma altrettanto affascinante, che permette di “circumnavigare” le Dolomiti in bicicletta ammirandone la bellezza e maestosità, anche se da un po’ più lontano.

Life in Travel Diaries
Sono disponibili i Life in Travel diaries, libri fotografici con tanti racconti di viaggio scritti dai cicloviaggiatori per i cicloviaggiatori. Puoi acquistarli singolarmente, in bundle o abbonandoti al piano Esploratore della LiT Family. Che aspetti? Salta in sella con noi!
 

É un anello che si svolge prevalentemente su piste ciclabili già ben collaudate e strade secondarie poco trafficate, sempre ben servite da mezzi di trasporto e di punti di sosta e ristori. Molti degli itinerari ciclabili più famosi si incrociano e sovrappongono tra di loro rendendo l’anello ancora più interessante. Per comodità logistica noi siamo partiti da Belluno, ma nessuno vieta di iniziare e chiudere l’anello da qualsiasi parte del percorso. Belluno si raggiunge comodamente in treno da diverse località e offre molti parcheggi, qualcuno anche gratuito.24   Ciclabile della Pusteria

1° tappa | Belluno - Cortina d'Ampezzo

Nei pressi del Ponte degli Alpini sulla SS50, a nord di Belluno, incontriamo subito le indicazioni della Ciclovia I4 Venezia-Monaco, nella sua variante bellunese e le indicazioni ciclabili per Cortina d’Ampezzo. Seguendole facilmente usciamo dalla città e, attraversando piccoli borghi e qualche sterrato, arriviamo al ponte sul Piave a Soverzene. 01   Verso SoverzenePassiamo così sulla solitaria sponda sinistra del Piave che in questo tratto non viene quasi mai percorsa, se non dal traffico locale. 03   Sinistra Piave dolomiti in biciSi incontrano ben presto i cartelloni riassuntivi della Ciclovia Venezia-Monaco. Su bella e panoramica ciclabile procediamo con qualche salita fino a Provagna. 02   Sinistra PiaveDopo qualche chilometro la strada passa allo sbocco del Vajont e alla destra si può vedere la diga grigia e triste ancora lì, a ricordare la tragedia del 1963.04   Vajont Attraversiamo Codissago e ripassiamo il Piave giungendo alla base di una pronunciata salita invasa dal traffico di una deviazione sulla strada statale. Al culmine dell'ascesa scopriamo che la ciclabile è stata interrotta dalla tempesta Vaia e i lavori di ripristino sono ancora in corso. Lungo la trafficatissima statale raggiungiamo in discesa la continuazione della ciclabile che adesso percorre la vecchia strada statale 51 Alemagna, praticamente semideserta da quando il traffico è stato dirottato lungo le gallerie della nuova SS51. Saliamo costantemente su pendenze facilmente pedalabili fino ai tornanti più impegnativi della Strada della Cavallera. Al culmine della salita ritroviamo piacevolmente la pista ciclabile che porta a Sottocastello. Nel borgo ci sono fresche fontane e qualche bar per il giusto ristoro. Si trovano qui le indicazioni per Calalzo e la Lunga Via delle Dolomiti che comunque fa parte del percorso I4 / E1. Dalla cartellonistica che troveremo, scopriremo più avanti che la ciclabile Lunga Via Delle Dolomiti non riguarda soltanto il tratto della ex ferrovia Dobbiaco-Cortina-Calalzo, ma inizierebbe a San Candido al confine con l’Austria e si prolungherebbe, sovrapponendosi alla I4, fino a Belluno, poi Feltre e Primolano. 07   Lunga Via delle DolomitiNoi ci dirigiamo verso Pieve di Cadore e intercettiamo il tracciato della ex-ferrovia nei pressi della vecchia stazione. Da qui fino a Cortina d’Ampezzo è un susseguirsi di saliscendi con qualche breve salitella impegnativa, qualche facile tratto sterrato e un breve single track.11   Tofane I panorami si fanno più interessanti: dalle ampie, verdi e boscose valli del Piave e del Boite si cominciano a scorgere le vette di alcune cime dolomitiche: Pelmo, Sorapiss, Croda da Lago, 5 Torri, Tofane, Cristallo.

2° tappa | Cortina d'Ampezzo - Rio di Pusteria

Dalla ex-stazione ferroviaria di Cortina d’Ampezzo, ora trasformata in terminal delle corriere, proseguiamo diritti verso la fine del parcheggio e, dopo attraversato via Cantore, passiamo proprio a fianco l’Hotel Ciasa Lorenzi per trovare la continuazione della Lunga Via delle Dolomiti. Dopo pochi chilometri, nei pressi dell’Istituto Codivilla, inizia il lungo sterrato che ci porterà a Dobbiaco. roby e susanna dolomiti in biciSi sale costantemente ma la pendenza non è mai troppa. Il fondo è scorrevole e ci sono molti scorci panoramici. Attraversiamo delle gallerie illuminate scavate nella roccia e qualche ardito ponte. Superato il passo di Cimabanche iniziamo la discesa verso il lago Nero e il lago di Landro e, più avanti sulla destra, ammiriamo la mole delle pareti nord delle famosissime Tre Cime di Lavaredo. Il fondo della pista ciclabile è sempre ottimo anche se un po’ di ghiaino consiglia prudenza, specialmente con gomme stradali. Questo tratto è invaso da cicloturisti, la maggior parte dei quali con e-bike a noleggio. Pochi rispettano le poche regole del buonsenso, marciano appaiati anche in tre ingombrando tutta la larghezza della pista e nemmeno si sognano di dare strada. Qualcuno evita persino di mantenere la destra, altri sfrecciano velocissimi come se stessero gareggiando, come se le e-bike fossero soltanto un mezzo per andare il più in fretta possibile. Ci chiediamo se le piste ciclabili siano ancora realmente sicure e a misura di biciclette! In lontananza già si scorgono i placidi e verdi rilievi che preannunciano lo sbocco in val Pusteria. A Dobbiaco il panorama si allarga e ritroviamo ampi prati e pascoli. 23   Ciclabile della Pusteria anello dolomiti in biciQui abbandoniamo la Lunga Via Delle Dolomiti e svoltiamo decisamente a sinistra per seguire la ciclabile della val Pusteria verso Brunico. I saliscendi sono frequenti e certe brevi salitelle anche ripide. Il tracciato si mantiene per lo più sulla sinistra orografica del fiume Rienza, attraversandolo di tanto in tanto per raggiungere le belle cittadine di Villabassa e Monguelfo. Appena entrati a Valdaora di Sopra ci lasciamo incuriosire dalle indicazioni per la ciclabile panoramica per Brunico. Questa permette di salire e aggirare dall’alto la conca delle tre borgate di Valdaora regalando uno splendido panorama. Ridiscesi nel fondovalle, qualche ripida salita e poi qualche galleria ci porta a Brunico e il suo piacevolissimo centro storico. Qui perdiamo il percorso della pista ciclabile della val Pusteria ma, dirigendoci per breve tratto verso Bressanone e poi svoltando a destra, lo ritroviamo nuovamente lungo la sponda del Fiume Rienza. La ciclabile scorre veloce e attraversiamo la bella piazza di San Lorenzo di Sebato. Pochi chilometri dopo attraversiamo la SS244 e seguendo le indicazioni superiamo una ripidissima salita al 15% fortunatamente non lunghissima.La pista si mantiene quasi costantemente a sinistra del Rienza ma rimane collegata con dei ponti ai paesi di Chienes, San Sigismondo e Vandoies. Allo sbocco della val Pusteria passiamo definitivamente a destra del Rienza e poco dopo i bei resti del castello di Chiusa di Pusteria arriviamo a Rio di Pusteria, ultimo paese della lunga e famosa valle alto-atesina.28   Rio Pusteria

3° tappa | Rio di Pusteria - Ora

In uscita dal piccolo centro, su ripida salita, ci innalziamo verso alti pascoli, in questa stagione costantemente innaffiati, e per passare dobbiamo aspettare il momento giusto per non fare la doccia fredda anche noi. La ciclabile ci conduce verso Aicha e Fortezza, importante snodo viario e ciclabile. Qui si incrociano e sovrappongono le Ciclopiste dell’Isarco, la Venezia - Monaco, le Ciclopista del Sole, la via Claudia Augusta e altre locali, ma non meno importanti e remunerative. In breve arriviamo a Bressanone costeggiando il tumultuoso Isarco. 35   Ciclabile dell'IsarcoLa cittadina medievale merita assolutamente una visita. Seguendo sempre la ciclabile del fiume Isarco arriviamo a Chiusa. Malgrado sia sovrastato dagli altissimi piloni dell’autostrada, il centro storico di Chiusa è un piacevolissimo piccolo borgo da attraversare con le bici a mano, senza fretta. Diversi castelli e ruderi spuntano in alto sui fianchi boscosi della valle come a sorvegliarne e difenderne l’accesso. 32   ChiusaDa qui fino a Bolzano il rumore delle vicine strade è più fastidioso e soffia quasi costantemente un vento contrario. Superiamo la cinta trafficata di Bolzano e ci inoltriamo nell’affollato, ma caratteristico centro storico. Il caldo è quasi soffocante, ma all’ombra dei portici si sta bene. Sempre controvento pedaliamo a fatica costeggiando ancora l’Isarco fino alla confluenza con l’Adige. Da qui fino a Ora, alternando le sponde, avremo sempre uno sfiancante vento contrario.

4° tappa | Ora - Borgo Valsugana

Siamo circondati da montagne e pareti rocciose, ma corriamo in pianura. Il percorso è costantemente pianeggiante con l’Adige da un lato e sconfinati meleti dall’altro. Purtroppo le mele sono ancora acerbe in questa stagione. Lo so che non si dovrebbe fare, ma vagabondando con le biciclette raramente possiamo resistere al richiamo di quei bei frutti succosi che troviamo davanti a noi, che siano mele, uva, ciliegie o selvatici frutti di bosco. È una delle cose più belle che ci possa capitare lungo il percorso. Per questa volta ci limitiamo a tirare la gola! Il caldo quasi opprimente sostituisce il bel fresco mattutino. Dopo aver aggirato lo sbocco dell’Avisio nell’Adige, raggiungiamo Trento e riprendiamo le forze visitando il suo bel centro storico, in previsione della prossima salita. 36   TrentoPer raggiungere la Valsugana abbiamo scartato le alternative delle statali SS47 e SS349 e della SP17, sapendo che ci sono dei lavori in corso e deviazioni e abbiamo optato per la salita al passo del Cimirlo con discesa a Roncogno. Tutto facile sulla carta, e che ci vuole! Già in uscita da Trento sbagliamo qualcosa e ci ritroviamo sulla Salita Filippo Manci che si trasforma in una ripidissima rampa acciottolata. Non basta: più su diventa anche scalinata e dobbiamo spingere a mano le bici cariche sbucando nei pressi dell’Università. Se questo è il preludio del Cimirlo siamo fregati! Il sole picchia forte, ma saliamo di quota in fretta e il disagio non è troppo. Trento appare ormai piccola nel fondovalle. Seguiamo la strada principale fino a Povo, ma il traffico in salita ci disturba molto. Svoltiamo sulla più ripida, ma solitaria via Pinara e poi per via Eremo raggiungiamo finalmente il passo del Cimirlo e la sua provvidenziale fresca fontanella. 38   Passo del CimirloLa discesa si fa ben presto sterrata e, nei tratti ripidi, acciottolata e richiede concentrazione e attenzione con le nostre gomme stradali. Dopo Roncogno troviamo le piste ciclabili che portano al Lago di Caldonazzo e la pista ciclabile del Brenta che seguiremo fino a Primolano. Il tempo, che minacciava temporali pomeridiani già da una settimana, decide di mantenere fede alle sue promesse e da Caldonazzo a Marter ci scarica addosso tutto quello che avevamo evitato nei giorni precedenti.

5° tappa | Borgo Valsugana - Belluno

La tranquilla e anacronistica Borgo Valsugana ci accoglie con un’atmosfera di bei tempi passati. Fa piacere ritrovare lentezza e serenità dopo le frenetiche e laboriose valli dell’Isarco e dell’Adige. 

41   Castel Telvana

La Valsugana si restringe, ma non è mai opprimente. Dove possiamo, scegliamo di percorrere la sponda destra del Brenta che ci sembra un po’ meno “battuta”.43   Ciclabile Destra Brenta Sono molti i “BiciGrill” che troviamo lungo il percorso e offrono ristoro nei luoghi strategici, proprio quando se ne ha bisogno! A Primolano abbandoniamo a malincuore la bella Valsugana per salire la Tagliata della Scala passando attraverso i resti di uno storico complesso fortilizio del 1900.44   Tagliata della Scala La salita è meno impegnativa di quanto ci aspettavamo e la strada prosegue placida verso Arsié. Raggiungiamo il bel specchio lacustre di Coltro al suo margine settentrionale e qui abbandoniamo le indicazioni della pista ciclabile, che prosegue sulla sponda sinistra orografica del Torrente Cismon, per continuare lungo la sua destra orografica sulla malandata strada verso Agana, Frassenè e Fonzaso dove troviamo indicazioni di itinerari ciclabili.45   Lago di Corlo Già da lontano appare incastonato nella parete rocciosa l’Eremo di San Micel. Per stradine secondarie, e qualche ciclabile che costeggia la SS50, raggiungiamo Feltre per seguire poi le indicazioni della Via Claudia Augusta fino al Piave. 46   Ciclabile Sinistra PiaveA Nemeggio la strada termina contro una scalinata in ferro che dobbiamo risalire per poter oltrepassare la linea ferroviaria. Al Lago di Busche formato da uno sbarramento sul Piave, troviamo le indicazioni della Ciclabile di Sinistra Piave che porta fino a Belluno. 47   Ciclabile Sinistra PiaveDa qui in avanti, con splendidi e solitari tratti sterrati e parecchi saliscendi da non sottovalutare, toccheremo diversi borghetti silenziosi con lo sfondo costante delle cime del parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Concludiamo il giro valicando per l’ultima volta il Piave e risalendo a Belluno da dove siamo partiti per questa avventura tra le Dolomiti in bici.49   Belluno

 
 
Scrivi qui quel che pensi...
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Carico i commenti... Il commento viene aggiornato dopo 00:00.

Commenta per primo.

Sangioss

Ormai 60enne, acciaccato, ex alpinista, escursionista, cicloamatore da strada e da montagna, cicloturista e cicloviaggiatore. Assieme alla mia compagna Susanna, lavoro permettendo, passiamo parecchio tempo sui pedali e altrettanto a progettare escursioni e viaggi, a volte su percorsi classici e assai noti e altre volte improvvisando itinerari su strade secondarie poco conosciute. Spesso mi chiedo perchè lo faccio...e spesso mi rispondo semplicemente: perchè no!?