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Piste ciclabili in Austria: 560 km tra Inn, Tauri e Drava
Un viaggio dal Brennero a Bolzano "al contrario", percorrendo tre piste ciclabili in Austria. Questa è l'avventura vissuta da me e Giorgiana nel 2019, tra la ciclabile dell'Inn, quella dei Tauri e quella della Drava in un percorso di circa 560 chilometri nel cuore delle Alpi.
Dati tecnici
Ciclabile dell'Inn, ciclabile dei Tauri e ciclabile della Drava
Partenza/Arrivo | Brennero/Bressanone |
Tempo | 15 giorni |
Dislivello |
2600 m circa
|
Lunghezza |
560 km circa
|
Tipologia di fondo: |
ciclabile - asfalto
|
Difficoltà | |
Panorama |
In questo articolo
- Un colpo di fulmine recente ma intenso
- Piste ciclabili in Austria: quasi anello tra Inn, Drava e Tauri
- Domenica 25 Agosto: Genova – Innsbruck
- Lunedì 26 Agosto – Innsbruck – Kufstein
- Martedì 27 agosto: Kufstein – Prien am Chiemsee
- Mercoledì 28 Agosto: Prien am Chiemsee – Salzburg
- Venerdì 30 Agosto: Salzburg – Werfen
- Sabato 31 Agosto: Werfen – Bad Hofgastein
- Martedì 3 Settembre: Bad Hofgastein – Lienz
- Mercoledì 4 Settembre: Lienz – Bressanone
Un colpo di fulmine recente ma intenso
Io e Giorgiana non siamo di certo i prototipi del ciclista, nemmeno del cicloturista serio. Prima di affrontare questo viaggio sulle piste ciclabili in Austria, abbiamo fatto qualche vacanza con le bici ma mai itinerante e coi bagagli al seguito. Abbiamo sempre abbinato “bici & vino”, partendo in auto e girando poi in bici per Alsazia, Borgogna, Loira, Collio, zona del Prosecco e di Bolgheri.
Fino all’estate del 2018, quando abbiamo parcheggiato la macchina a Linz per fare tre giorni di pedalata sino a Vienna, una classicissima. La cosa ci è piaciuta proprio tanto, ad entrambi, tanto che anziché prendere il treno per tornare indietro, dopo due giorni a Vienna, lo abbiamo preso per andare a Budapest, sempre con le bici al seguito. Tornati a Linz ci siamo anche fatti il tratto “indietro” fino a Passau. Fantastico!
Siamo una coppia molto affiatata che sta insieme da oltre 40 anni, entrambi ne abbiamo 57, ma pedalare assieme tutto il giorno, in mezzo alla natura, con pochissimi bagagli (i tre giorni sono poi diventati 10) e decidendo con l’aiuto di internet dove fermarsi a dormire o a mangiare è veramente una bellissima esperienza.
Un po’ per necessità utilizziamo due “anziane” bici da corsa con una borsa 5 litri da sella e (quest’anno) un portapacchi leggero con due borse laterali posteriori. E’ un po’ il nostro cicloturismo in “stile alpino”, ossia poco peso e buona velocità. Si dorme in albergo o B&B e le eventuali necessità si risolvono sul momento. NON si pedala con la pioggia, per farlo servirebbe tutt’altro equipaggiamento, e poi. chi ci corre dietro?
Il vero traguardo non è l’arrivo del viaggio ma viverlo!
Piste ciclabili in Austria: quasi anello tra Inn, Drava e Tauri
L’idea è quella di collegare tre famose ciclabili dell’Austria occidentale: la pista ciclabile dell'Inn, quella dei Tauri e la ciclabile della Drava, compiendo una sorta di ellisse che partendo dal Brennero torni nella zona di Bolzano. In teoria potremmo anche decidere di scendere a Trento o fino a Verona ma questa idea rimarrà un’idea. Abbiamo due settimane di tempo, non poco, ma una volta abbozzato il giro, dovremo anche tener conto del meteo. L’idea è quella di portarci più avanti possibile i primi giorni e di fermarci un paio di giorni a Salzburg. Da qui proseguire risalendo il Salbach per deviare nella valle di Gastein, prendere il treno navetta che attraversa i Tauri, raggiungere Lienz e sulla ciclabile della Drava e tornare in Italia via San Candido.
Il grande vantaggio di questo giro, come ripeto a mia moglie, è che lungo tutto il tragitto seguiamo una strada ferrata che per qualsiasi evenienza può venirci in assistenza. Vero ma non proprio, come scopriremo dopo.
Domenica 25 Agosto: Genova – Innsbruck
Partenza in auto da Genova per Verona. Qui arriviamo in tempo per il treno regionale delle 11.01 che ci porterà al Brennero. Voglio evitare per quanto possibile il traffico caotico della Modena-Brennero, si potrebbe anche arrivare a Bolzano in auto ma decidiamo di fermarci a Verona. L’itinerario non è particolarmente rigido quindi optiamo per la partenza più lontana.
Nessun problema per le bici (a Verona salgono in pochi) né per un tranquillo parcheggio vicino alla stazione di Porta Nuova. Dopo il cambio a Bolzano arriviamo al Brennero verso le due del pomeriggio. Si scende a Innsbruck. Beh, si scende mica tanto. I primi 15 km scendono sulla statale, poi la ciclabile sale sulla parte destra della valle verso Pfons e fino a Igls in un bel paesaggio alpino, su strade secondarie con pochissimo traffico. Un bel mangia e bevi dove i 10 kg. di bagagli e le nostre gambe ben poco allenate un po’ si fanno sentire.
Da Igls si scende a capofitto verso Innsbruck dove arriviamo un po’ prima del previsto temporale. Prenotiamo una notte al Hotel Goldener Adler, una camera un po’ piccola in un bel 4 stelle dentro un palazzo storico all’inizio del centro pedonale.
L’Austria ha veramente tante cose belle ma cosa dire del cibo? Prendendola sul ridere si potrebbe dire che il loro piatto nazionale, la Schnitzel, è quello che noi italiani ordiniamo per primo quando entriamo al ristorante, ma “per i bambini e con tante patatine, grazie!” Insomma, memori delle cene sul Danubio, con l’aiuto del fido Trip Advisor optiamo per la cucina greca del ristorante Akropolis che è pure vicino all’albergo. E non sbagliamo, ottima cucina, servizio simpatico e bel locale. Dopo un giretto si va a nanna.
Lunedì 26 Agosto – Innsbruck – Kufstein
Dopo una buona colazione allo Strudel Cafè Kroll iniziamo a pedalare. Esattamente per dove si vedrà. Tempo bello e Ciclabile dell’Inn perfettamente segnalata. Se vogliamo trovare un difetto, questo sta nella vicinanza con la direttrice stradale della valle. Il rumore del traffico, anche in lontananza, mal si coniuga con la bellezza del paesaggio montano.
Facciamo una tappa a Schwaz dove ci riposiamo un po’ nei bei giardini della Chiesa Parrocchiale dell'Assunta e verso le 14 a Rattenberg, tipico paese tirolese, ordinato e pulito. Qui decidiamo che la nostra seconda notte la passeremo a Kufstein e prenotiamo al Backstage Kufstein, una piacevolissima sorpresa.
Nuovissimo, si compone di sette camere con un ampio spazio comune con possibilità di usare la cucina. La cena tuttavia la prenotiamo all’Auracher Lochl, un classico del luogo, forse un po’ turistico ma si mangia bene. In realtà ci aveva sfiorato anche una mezza idea di deviare verso l’Achensee ma il famoso lago si trova molto più in alto, può essere percorso solo su una delle due rive e la deviazione costerebbe un giorno pieno. All’inizio del viaggio dobbiamo approfittare del bel tempo per portarci avanti.
Martedì 27 agosto: Kufstein – Prien am Chiemsee
Il tragitto nel Kufsteinerland si fa più vario e la ciclabile non segue sempre il corso dell’Inn. Imperdibile la visita al borgo storico di Neubeuern. La giornata è abbastanza calda e il Currywusrt per pranzo non è proprio un’idea azzeccata. L’errore non si ripeterà più per il resto del viaggio, ma quanto era buono!
Nei pressi di Rosenheim lasciamo la ciclabile dell’Inn e tagliamo in orizzontale verso est. E’ il pezzo che ci porterà a Salzburg e quindi sulla Ciclabile dei Tauri che percorreremo risalendo il Salbach ma non fino in fondo. Questo taglio si rivelerà in fondo un tragitto molto interessante.
Pianificando un minimo il tragitto mi son fatto spesso la domanda: “allontanandoci dalle ciclabili come sarà il percorso”? Ecco, se c’è una cosa che ho imparato da questo viaggio è che questa domanda è veramente inutile. E’ inutile nei paesi europei dove la bicicletta non viene considerata solo un “mezzo di divertimento” ma un “mezzo di trasporto”. Quindi, dovunque tu pensi di andare coi tuoi pedali, troverai ciclabili, strade a basso traffico o spazi laterali dedicati alla bici, tutti ben segnalati.
E’ una bella campagna con piccoli paesini di allevatori quella che ci troviamo davanti, un percorso collinare che ci fa un po’ soffrire per il caldo (e il letame appena sparso) ma la soddisfazione di cogliere qualche mela o prugna direttamente dagli alberi fa passare tutta la stanchezza. Arriviamo a Prien nel pomeriggio e alloggiamo all’Hotel Bayerischer Hof, centrale.
Cerchiamo invano le ricariche di CO2 per gonfiare le ruote dopo eventuali forature ma sembra che non vadano troppo di moda. La cena punta di nuovo sulla Grecia. In fondo qualche volta capita che mentre sei lì che pedali, stanco e assetato, ti venga da pensare: “ma non potevamo andare su qualche spiaggia greca a leggere un libro sotto i tamerici?”. Così compensiamo con la cena.
Mercoledì 28 Agosto: Prien am Chiemsee – Salzburg
O meglio: Chieming – Salzburg perché attraversiamo il lago in battello. Non solo di pedale vive l’uomo, e soprattutto noi, quindi abbiamo cercato un po’ di diversivi sul percorso.Uno di questi è la visita all’Isola degli Uomini (Herrenchiemsee) e a quella delle Femmine in battello. Facciamo il periplo di entrambe sebbene la seconda sia minuscola e visitiamo i giardini del castello di Ludwig II principale attrazione della prima. Il tempo stringe se vogliamo arrivare a Salzburg. Dove, in effetti arriviamo abbastanza tardi. Sono pur sempre 56 km. e, altra cosa che si impara subito, le medie sulle ciclabili o comunque su percorsi che non conosci sono per forza molto basse. Una foto, uno spuntino, una fontana, insomma prendi le medie che fai nei percorsi vicino a casa e dividile per 2 (o un po’ meno).
A Salzburg ci regaliamo un giorno di sosta e un bell’appartamento “de charme”, come piace alla signora, all’inizio del centro pedonale. Mediamente cerchiamo alloggi intorno ai 100 € per notte, non ci poniamo budget sulla cena e per forza di cose il pranzo non incide molto sulle spese. Le due sere salisburghesi ci vedono impegnati all’Indian Restaurant Tajmahal e “a casina”. Il primo è molto kitch nell’arredamento ma “very spiced”, per la seconda sera scegliamo di starcene a casa e mangiare qualcosa. Sulla visita turistica di Salzburg non ho grandi commenti da fare, direi che un giorno pieno basta. Anzi, dopo quattro giorni di pedalata oltre a migliorare nettamente il livello di allenamento quasi si soffre di nostalgia del sellino.
Venerdì 30 Agosto: Salzburg – Werfen
Lasciamo Salzburg abbastanza presto, il nostro “diversivo” odierno è la visita alle miniere di sale di Hallein. Beh, era una delle cose che si potevano visitare sul percorso e forse meritava un minimo di studio in più. Dopo la bella ciclabile “cittadina” di Salzburg, verso le 10,15 arriviamo ad Hallein per una meritata colazione. La miniera di sale, vero oro del passato, è quasi 400 metri più in alto. Vabbè, ne varrà la pena. Google Maps, una via più lunga che ci fa tornare indietro e una più breve, io odio tornare indietro. La strada però diventa sempre più ripida, dopo essere scesi dalla sella quasi si fa fatica a trainare la bici, e poi… cosa sono questi numeri romani? Azz…. Questa è la Via Crucis!!! Contornata anche da ripidissimi scalini. Un tecnico della compagnia elettrica cui chiediamo lumi se la ride sotto i baffi, e a ragione. La “via più breve” ti attira, ti ammalia e poi si fa gioco di te, quasi sempre.
Dopo la simpatica visita alla miniera, torniamo ad Hallein per la “via lunga” e proseguiamo fino a Werfen. In realtà la meta prevista era Bischofshofen ma la deviazione ci ha provato fisicamente e il percorso inizia a diventare più ondulato. In effetti andiamo controcorrente rispetto al fiume, quindi “in salita”. Werfen è veramente piccola e l’hotel Werfenerhof sa nuovamente di pensione di montagna.
Molto gentile e disponibile l’anziana proprietaria ci prenota il nostro terzo “diversivo”: la visita alla Grotta di Ghiaccio, l’Eisreisenwelt. Saliremo col primo pulmino che parte alle 8.00. Perché se la miniera era 400 mt. più in su, la grotta è a 1.656 metri s.l.m., 1.100 mt. più in alto e la visita dura almeno 3 ore. Sono un po’ preoccupato per le mie ginocchia che, quasi senza cartilagini, mi consentono di girare in bici ma il trekking di un tempo me lo scordo (per non parlare dei 105 chili che mi porto dietro!!). Solo la grotta sale per 135 metri di gradini, in più una mezz’ora di cammino in salita oltre al tratto in funivia. Prima di arrivare a Werfen avevamo visto qualcosa che somigliava ad un rifugio appollaiato su un’enorme parete di roccia: “chissà cosa sarà, così in alto e isolata”.
Sabato 31 Agosto: Werfen – Bad Hofgastein
La visita alla grotta merita la fatica fatta e il panorama sulla valle è fenomenale. Verso mezzogiorno siamo pronti per partire, la Val Gastein la nostra meta, dove esattamente non sappiamo.
Passiamo Bischofshofen e Sankt Johann im Pongau e prima di Lend deviamo a sinistra per entrare in Val Gastein. La fatica del mattino si fa sentire ma anche il livello di allenamento non scherza e nonostante i saliscendi i 50 km. del pomeriggio vengono percorsi bene. Passiamo anche dentro due gallerie “autostradali” che perforano una montagna all’ingresso della valle. Due corsie dove le auto sfrecciano a 100 kmh e la nostra bella ciclabile rialzata e protetta a lato del tunnel. Grandi! La Val Gastein è molto aperta fino a chiudersi presso la cittadina di Bad Gastein, centro termale un po’ decadente e decaduto, costruito ai lati di una cascata. Noi ci fermeremo una decina di chilometri prima a Bad Hofgastein dove la valle è ancora molto aperta.
Ci accasiamo alla Haus Mühlbacher, una pensione dove passeremo tre notti, in una camera gigantesca con due poggioli che si affacciano sul centro abitato pedonale. Ormai siamo a buon punto del viaggio ed è passata solo una settimana, possiamo prendercela comoda anche perché è prevista pioggia. Prima che scenda la pioggia ci travestiamo “da montagna” e saliamo in funivia alla Schlossalm. Dopo una passeggiata senza pretese e una mangiata di mirtilli colti in diretta, ci sdraiamo su una mega panchina matrimoniale a rimirar il panorama e a ritemprarci dalla fatica degli ultimi giorni. Una bella birra assieme a un piattone di Kaiserschmarren, un dolce tipico tirolese, rendono il restyling fisico completo.
Il giorno dopo prendiamo il bus che ci porta fino a Bad Gastein e ritorniamo a piedi, una decina di chilometri. Pioviggina e scegliamo questo itinerario perché l’indomani abbiamo in programma di prendere direttamente il treno per arrivare al di là dei monti Tauri, in Carinzia. Bad Gastein pullula di hotel in stile primo ‘900, tutti arroccati sulla cascata del Gasteiner Ache. La verticalità è notevole, tanto che anche a piedi la discesa si fa sentire. Meno male che non l’abbiamo fatta in bici..!!
La lunga passeggiata termina quando la pioggia si intensifica. Nel pomeriggio non ci rimangono che le terme. Non sono un grande amante delle terme ma il pomeriggio tra saune di tutti i tipi, bagni turchi e idromassaggi vari passa piacevolmente.
Quanto al cibo, passiamo la prima sera all’Aurum dove ci troviamo veramente bene e dove mangeremo di nuovo prima di lasciare il nostro soggiorno. La seconda sera ceniamo al Steak und Meer, dove ci fermiamo a parlare a lungo con un simpatico cameriere italo-tedesco sul tema: "l’erba del vicino è sempre più verde... ma non è tutto oro quel che luccica”. A cena scopriamo anche lo “Sturm” un pre-vino che mi ricorda molto il moscato di Strevi che bevevo in campagna prima che venisse imbottigliato. Piacevole e fresco.
Siamo a lunedì, domani si riparte ma con quali programmi? Le previsioni danno pioggia seria per giovedì. Così decidiamo di tornare con un po’ di anticipo e concederci qualche giorno di relax in riva al mare di Deiva Marina. Il tutto con l’aiuto del treno.
Martedì 3 Settembre: Bad Hofgastein – Lienz
Sveglia presto, alle 8.20 parte il treno dalla stazione che dista 3,5 km. dall’albergo. La stazione è deserta ma la biglietteria automatica è efficiente. Ma pure un po’ stronza quando appare la dicitura “No bike allowed on this train”. Eh già, in Austria vai dove vuoi su percorsi dedicati alla bici ma se sei ciclista pedala! In pratica le bici sui treni locali sono quasi sempre permesse ma sui “diretti” no, o solo su pochi durante la giornata. Ripensandoci, al ritorno da Budapest a Vienna avevamo dovuto prendere un treno alle 6.30 del mattino perché era l’unico che permetteva l’accesso alle bici (e neanche tante).
L’unica soluzione al problema passava per le nostre gambe, e per la salita di Bad Gastein percorsa in discesa a piedi il giorno prima. C’è poco da pensarci su, quantomeno è mattino presto. Ci vogliono più di due ore per percorrere i 21 km. ed i quasi 500 metri di salita fino al treno navetta che porta bici e auto oltre i Tauri. Una faticaccia ma verso mezzogiorno siamo in Carizia.
Da Mallnitz scendiamo ad Obervellach, 500 metri di discesa su un largo stradone. Il peso non si paga solo in salita ma anche in discesa. Con i miei 105 kg. anche in discesa faccio una certa fatica a contrastare la forza di gravità e a non raggiungere velocità tali da cui fermarsi sarebbe veramente difficile. La comitiva di ciclisti che abbiamo incontrato in treno va in gran parte verso Villach, alcuni seguono la Drava verso la Slovenia, altri seguono l’Alpe Adria che, via Tarvisio e Udine, conduce fino a Venezia.
Noi decidiamo di tagliare prendendo la Glocknerweg verso Wincklern. Non ho studiato benissimo il percorso ma non ci sono troppe alternative. Una salita ci attende nel finale ma il percorso più piatto, la ciclabile della Drava, passa troppo a sud, troppi chilometri e troppo poco tempo. Ma il dislivello tra Obervellach 632 mt. e l’Iselsbergpass 1.204 mt. è abbastanza tosto soprattutto dopo la fatica mattutina. No Plan B e quindi ci mettiamo a pedalare arrivando a Lienz quasi increduli per tutte le ore di sella, i dislivelli e i chilometri.
Lienz è abbastanza frequentata e prenotiamo alla Brauhaus Falkenstein, una sorta di hotel/birrificio della Gösser con tutto l’arredamento in stile “birra”, veramente originale. E’ un posto frequentato da molti “local” o camionisti di passaggio. Noi ci integriamo con una buona cena e un’altrettanto buona colazione, siamo troppo stanchi per un “giretto” in paese. Ma il bello deve ancora venire.
Mercoledì 4 Settembre: Lienz – Bressanone
“Hai guardato l’orario dei treni?” “Si, il primo è alle 8,20, ma sul tratto San Candido – Lienz ce ne sono tanti che riportano i pigroni indietro”. Sì, indietro dopo che sono scesi. Stavolta c’è anche il bigliettaio che, a causa di fantomatici problemi alla linea, sentenzia: “primo treno per Italia alle 12,30; i bus sostitutivi ….. No Bike allowed”. Ci scappa un bel “…. Ma caxxooo!!”
Ma come 24 ore prima non c’è un piano B. Affrontiamo con buona lena la salita verso San Candido e l’Italia, 45 km. e quasi 600 metri di dislivello. Le gambe girano bene e arriviamo giusto per i rintocchi di mezzogiorno. Giornata stupenda, il primo tratto in salita, ancora all’ombra è quasi deserto ma, non appena la salita finisce e si arriva sul plateau pianeggiante di Sillian, inizia il tratto più pericoloso ed impegnativo dell’intero viaggio. Eh sì, perché in senso contrario stanno scendendo frotte di cicloturisti della domenica che tra una chiacchera e l’altra, un selfie o un video, invadono costantemente la nostra corsia. Il panorama è bellissimo ma non tanto da fare un frontale in bici.
In teoria da San Candido potremmo anche prendere il treno, ma è ancora presto, magari più avanti, anche perché il treno c’è tra troppo tempo, o tra troppo poco, magari a Dobbiaco, o a Brunico. E perché no, magari a Bressanone o a Bolzano, percorrendo la parte finale della ciclabile Brennero – Bolzano che avevamo già fatto l’anno prima. Ma, come già detto, le medie sulle ciclabili sono abbastanza basse e non sono solo discesa.
Nonostante una sola breve sosta nella pedonale di Brunico, la ciclabile della Val Pusteria sembra non finire mai. Proviamo anche a fare un tratto di statale della Pusteria causa una deviazione in su della ciclabile. Per 500 metri ci vediamo la vita sfrecciare davanti e i TIR scalare le marce a pochi centimetri dal sellino per superarci, peggio che pedalare in autostrada, una scelta da veri cretini. Per fortuna con l’aiuto di una famigliola austriaca riprendiamo la ciclabile che però fa un giro molto largo. Ormai tutti i programmi sono saltati: prenderemo il primo treno che parte da Bressanone per Verona dopodiché ci rimarranno ancora buone tre ore per arrivare a Deiva.
La fortuna (e Trenitalia) stavolta ci aiuta. Arriviamo alla stazione di Bressanone che l’arrivo del treno è già annunciato e grazie ad una signora che mi lascia il posto in biglietteria riusciamo a salire. Sono le 17.55 e siamo in giro dalle 8.00.
Stanchi ma felici della nostra impresa torniamo a Verona e dopo uno spuntino prendiamo l’auto e la via di casa.
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Paolo Serra
Ciclista "tardivo", dopo i 46 anni, e sovrappeso. Cicloturista da quando sono riuscito a convincere mia moglie a seguirmi. Primi anni con giri a margherita e poi itineranti. Un'esperienza di coppia entusiasmante che consiglio a tutti.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico