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Un Viaggio in bici lungo le Alpi a tappe - Quarta parte

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Prosegue il mio viaggio in bikepacking sulle Alpi ed in questa parte vi condurrò dalla Svizzera alla Lombardia, passando altri passi alpini dai nomi altisonanti e dai paesaggi ammalianti per concludere queste due tappe a Bormio, ai piedi delle grandi salite.
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Questo è un racconto di viaggio a tappe, sulle Alpi tra Italia e Francia. Puoi leggere a questo link la prima parte da Ventimiglia a Castelmagno, a questo link la seconda parte da Castelmagno a Avrieux e qui la terza parte da Avrieux a Briga.

Tappa 7 | Briga - Ilanz

FURKA PASS (2436 mt) – OBERALPPASS (2046 mt)

Di buon'ora, come al solito, esco dalla mia camera e vado verso il terrazzino dove ho lasciato la bici la sera prima, nei corridoi dell'albergo regna un gran silenzio, prendo la bici ed in punta di piedi scendo due piani di scale, sono molto strette e ripide, devo fare molta attenzione altrimenti qui va a finire molto male. La colazione in hotel non è prevista, cosa che non mi dispiace troppo, così posso riprendere subito il mio viaggio e questa volta i quattro chilometri me li faccio in discesa! Attraverso di nuovo il centro storico di Briga, le strade sono ancora deserte, giusto un paio di macchine in giro e qualche persona che fa un po' di sport al mattino presto.
Mi dirigo subito verso la ciclabile e inizio a pedalare canticchiando, si va verso il primo obiettivo della giornata, il Furkapass. Uscito dalla ciclabile, dopo essermi lasciato alle spalle Briga, inizio a risalire la strada che costeggia il Rodano, tra caratteristiche costruzioni alpine e una rigogliosa vegetazione, è molto piacevole pedalare in questo scenario, c'è molto silenzio e l'aria frizzante del primo mattino è particolarmente piacevole.alpi in bici
Questa parte di Svizzera è decisamente più emozionante, con i suoi paesaggi tipici tra i verdissimi pascoli, una sottile nebbiolina mattutina, il Rodano che scorre rumoroso e le imponenti cime montuose, molte delle quali sopra i 4000 metri, che sembrano abbracciare la valle...proprio come in una bellissima cartolina che ero abituato a guardare e non a vivere in prima persona. Pedalo per una quarantina di chilometri prima di giungere in prossimità della salita che mi porterà al Furkapass, altro splendido valico a cui non potevo assolutamente rinunciare, ed è stato forse proprio il desiderio di conquistare anche questo valico che mi ha spinto ad osare di più, in quanto ha rappresentato una sorta di rampa di lancio per attraversare l'intero arco alpino.
alpi in bici
Giungo dunque in prossimità della località di Oberwald, da dove la strada inizia a salire in un fitto bosco di conifere, pedalando si affrontano quattro tornanti che accompagnano in un breve tratto in falsopiano chiuso in una stretta gola, che termina in una spettacolare ma breve galleria, superata la quale si riprende a salire. Molto suggestivo questo scorcio di paesaggio, in primo piano la piccola galleria che trapassa la dura roccia, in tutta la sua lunghezza una pavimentazione in pavè che cede il passo, una volta terminata la fessura, ad una grigia lingua di asfalto che risale ripida, perdendosi alla vista in una stretta curva a destra; sopra di essa i possenti fianchi delle montagne che scendono ripidi a formare una strozzatura, separati solo dal letto del torrente. Dietro, in secondo piano, come a completare questo meraviglioso quadro, gli ultimi spettacolari tornanti del Grimselpass che risalgono i pendii della montagna.alpi in bici
Si riprende a salire e dopo un paio di tornanti, superata la stratta gola, si giunge nella conca di Gletsch e nell'omonimo centro abitato, dove è presente anche la diramazione che porta su al Passo del Grimsel che, ripensandoci, avrei potuto tranquillamente risalire in una, tutto sommato anche breve, deviazione panoramica. Proprio davanti al bivio c'è la stazione ferroviaria di Gletsch, la zona è molto trafficata, oltre alla stazione c'è il Grand Hotel Glacier du Rhône, il museo del ghiacciaio Dependance Blaues Hause e la pittoresca cappella anglicana.alpi in bici
Superata la Blaues Hause si riprende a salire con pendenze decisamente più sostenute, si affrontano in sequenza tre tornanti prima di ritrovarsi in un lungo tratto di strada che si snoda, fin sotto al passo, in lunghi e ripidi rettilinei. In un tratto la strada viene attraversata dalla linea ferroviaria “Furka-Oberalp” con sistema a cremagliera, soluzione adottata in quei territori con forti pendenze che richiedono un aumento di trazione, in pratica una rotaia dentata “cremagliera”, posizionata generalmente al centro dei due binari convenzionali, che insieme ai pignoni montati sulle locomotive formano un efficace sistema di trazione e frenata.
La linea ferroviaria collega Briga a Disentis e risale la valle del Rodano per un lungo tratto, prima di entrare in una galleria nei pressi della stazione di Muttbach-Belvédère. Subito dopo questo passaggio a livello si giunge ad un primo ampio tornante, che attraversa il torrente Muttbach, sono oramai alla base degli ultimi sette tornanti che mi porteranno al Furkapass.
alpi in bici
Risalgo uno ad uno i tornanti, mentre pedalo posso ammirare la grande valle che sto per lasciarmi alle spalle, una visuale davvero unica; alla mia sinistra la strada percorsa poco fa con la ferrovia che scorre poco più sotto, mentre nel fondovalle, il fiume Rodano, poco più che un torrente, inizia la sua lunghissima corsa verso il mediterraneo e sulla destra, in fondo, l'ardita strada che si arrampica verso il Grimselpass, un’emozione unica, il mio sguardo a malapena riesce ad abbracciare quest'incanto naturale. Scorrendo il quinto tornante, al suo interno, si incontra il caratteristico Hotel Belvedere, posto a quasi 2300 metri di altitudine, mentre nella parte esterna sulla sinistra, poco dopo il parcheggio antistante all'albergo, l'eccezionale punto di osservazione sul ghiacciaio che dà origine al Rodano, il Belvedere sur le glacier source du Rhône, alcuni cartelli indicano che a pagamento è anche possibile visitare una grotta scavata nel ghiaccio. Da qui un ultimo breve tratto di strada mi separa dal Furkapass, due tornanti, un paio di chilometri ancora e si arriva in cima, accompagnati da un forte e gelido vento.alpi in bici
Una breve sosta per apprezzare le vette che mi circondano, il tempo di scattare un paio di foto, mettere su qualcosa di più pesante e riprendo la discesa nell'altro versante, diretto nella Valle di Orsera, che da Realp arriva sino ad Andermatt, dove risalirò la strada sino all'Oberalppass. La discesa al solito è molto fredda, nei giorni scorsi è caduta la prima neve e le temperature ne hanno risentito decisamente; arrivo a valle e, mentre attraverso Realp, mi fermo in un ristorantino a bordo strada, non sembra un gran che e in effetti non lo è! Riesco comunque a rimediare un pasto decente, in compenso il conto è da ristorante stellato.alpi in bici
Riprendo a pedalare in direzione di Hospental accompagnato da un vento freddissimo, man mano che mi avvicino al centro il cielo migliora nettamente, ora c'è il sole e la temperatura è gradevole. Dopo non molto arrivo ad Andermatt, punto di inizio della salita all'Oberalppass. Una salita tutto sommato tranquilla, senza tratti particolarmente impegnativi, scorre via piacevole, solcando gli erbosi declivi tra tornanti e ampie vedute sulla valle di Orsera, fino a giungere in un tratto più rettilineo e poco impegnativo, che fende la Valle dell'Oberalpreuss e costeggia, in alcuni frangenti, la ferrovia “Furka-Oberalp”, incontrata oramai più volte; noto l'altra caratteristica delle linee ferroviarie di montagna: il sistema a scartamento ridotto, che consiste nella distanza ridotta tra un binario e l'altro, al disotto dello standard, soluzione adottata soprattutto in casi come questo, dove si presentano percorsi tortuosi e si devono fare curve con raggio ridotto per adattare la ferrovia al profilo del territorio percorso, consentendo anche di risparmiare sui costi di costruzione.alpi in bici
La strada lambisce il lago di Oberalpsee e superata una galleria paravalanghe adiacente al lago, si giunge all'Oberalppass, una leggera nevicata nei giorni scorsi ha parzialmente ricoperto il paesaggio circostante. Piccolo break, qualche fotografia a ciò che mi circonda e riprendo la discesa verso la Valle del Reno. Scendendo si inizia a costeggiare il fiume Reno Anteriore, che nasce dal lago Tuma a sud dell'Oberalppass; con il suo corso il fiume separa le Alpi Lepontine, a sud, dalle Alpi Glaronesi, a nord, prima di confluire con il Reno Posteriore, nei pressi del comune di Tamins, e prendere il nome definitivo di Reno.alpi in bici
Arrivato nel fondo valle inizia una lunga ed un po' noiosa pedalata panoramica tra tipici paesaggi svizzeri, fino al comune di Ilanz, dove mi fermerò per la notte; sono quasi le 16:00 quando giungo all'Hotel Rätia, un tipico edificio svizzero, l'ingresso si trova al secondo piano e si raggiunge solo dopo aver attraversato una terrazza con numerosi e affollati tavolinetti. Riesco a fare il check-in in pochi minuti, fortunatamente nella reception c'è una ragazza che parla italiano e mi semplifica di molto l'operazione. Prima di salire in camera, torno giù al primo piano per parcheggiare la bici, la sistemazione non mi convince molto, l'area è accessibile a chiunque e non c'è nessun tipo di controllo, solo un cartello che indica che l'area verrà chiusa alle 22:00...speriamo bene.alpi in bici
Salgo in camera e come ogni sera, prima di ogni cosa, mi collego alla wi-fi dell'hotel per poter ascoltare un po' di buona musica, finalmente un po' di relax con l'immancabile Radio Rock 106.600; adesso che sono in ottima compagnia posso disfare le borse, fare una bella doccia e passare qualche minuto disteso sul letto, prima di uscire per un aperitivo nel centro di Ilanz.
Percorsi 146 chilometri e 2729 metri di dislivello positivo.alpi in bici

Tappa 8 | Ilanz - Bormio

JULIERPASS (2284 metri) - BERNINAPASS (2330 metri) - FORCOLA DI LIVIGNO (2315 metri) - PASSO EIRA (2208 metri) - PASSO DEL FOSCAGNO (2291 metri)

Sono le sei e trenta quando scendo per fare colazione, sinceramente mi aspettavo qualcosa in più a tavola considerando il prezzo, ma va bene così, l'importante è mettere qualcosa nello stomaco prima di partire per un'altra fantastica giornata in sella. L'orologio indica le sette e quattro minuti quando inizio a pedalare; la sera prima, mentre ero a fare l'aperitivo in un locale nel centro, avevo cercato sulla cartina, e trovato, un passaggio alternativo alla trafficata strada principale che scorre nel fondovalle. Quindi, in alternativa, da Ilanz si può risalire la parte nord del territorio di Safiental, che include quattro ex-comuni soppressi e riuniti in un unico comune, appunto Safiental; la deviazione si dimostra da subito molto più impegnativa dell'alternativa a valle, ma è evidente che saprà regalare anche molte più emozioni.alpi in bici
Si prende a salire tra bei paesini ancora avvolti nel silenzio mentre, voltandomi, posso ammirare i primi raggi del sole che iniziano ad inondare le innevate vette, risplendenti di un'intensa luce dalle tonalità giallo-arancio. Pedalando in un alternarsi di pascoli e folti boschi di conifere, si risale la strada che costeggia la parte alta della gola di Ruinaulta, uno spettacolare canyon dalle pareti biancastre, creato dal passaggio del Reno Anteriore; i molteplici punti panoramici offerti da questo tragitto ripagano ampiamente la mia scelta, una deviazione entusiasmante che mi trasmette un forte senso di libertà e di appagamento.
Subito dopo aver superato il centro di Versam, uno dei quattro comuni che compongono Safiental, si riscende a valle attraverso una breve serie di tornanti avvolti nel fitto bosco, lungo una discesa tra gallerie scavate nella dura roccia e passaggi a picco sul fiume, prima di giungere ad un lungo e spettacolare rettilineo che conduce a Bonaduz, a due passi dalla confluenza tra il Reno Anteriore ed il Reno Posteriore. Da Bonaduz si prosegue verso destra, percorrendo una quindicina di chilometri in falsopiano che portano sino al centro di Thusis, si mantiene la sinistra e si attraversa il fiume prima di ritrovarsi all'imbocco di una lunga e ripida galleria, naturalmente interdetta alle bici, fortunatamente è possibile aggirarla prendendo la strada sulla sinistra; da questo punto mi aspetta una lunga salita, saranno una cinquantina i chilometri da affrontare prima di conquistare il Julierpass.alpi in bici
Si prende a salire, alla mia sinistra scorre il fiume Albula, affluente del Reno Posteriore, il traffico è molto sostenuto e sono diversi i passaggi con semaforo a causa dei tanti cantieri sulla strada, mi risultano un po’ complicati da superare, soprattutto con i mezzi pesanti che giungono veloci alle spalle e con la carreggiata ristretta, provo molto disagio e timore; superati questi però, si crea un'intermittenza nel flusso del traffico che gioca a mio favore. Salendo si incontrano molte altre gallerie che purtroppo non mi è possibile aggirare, fortunatamente però il marciapiede interno ai lati della carreggiata è molto largo e si riesce a passare tranquillamente in bici, ma il rumore dei mezzi che transitano all'interno è pazzesco. A parte questi brevi passaggi lo scenario è molto bello, certamente niente di inatteso, la valle rispecchia molto l'idea che avevo del posto: pascoli, villaggi di montagna sparsi qua e là, verdi e lussureggianti boschi. Questa parte della giornata scorre molto piacevolmente, anche grazie alla temperatura che si è rialzata un po'.alpi in bici
Dopo un bel tratto in salita affronto una leggera discesa che mi porta nel centro di Albula/Alvra, da qui svoltando a sinistra si può salire all'Albulapass. Faccio una breve sosta ad una fontana e riprendo la strada sulla destra, fiancheggiando il fiume Giulia, per poi salire nella Val Sursette, da dove, con pendenze decise, arrivo nei centri di Savognin e Mulegns. Superato quest'ultimo centro si costeggia il lago artificiale di Marmorera, per raggiungere infine la frazione di Bivio da dove iniziano gli ultimi nove chilometri di salita che mi separano dal passo, qui incontro un forte vento molto fastidioso, che rallenta ulteriormente la mia pedalata. Superate le ultime abitazioni, virando a sinistra, si attraversa il torrente e si affronta un primo tornate a destra che apre ad un lungo tratto un po’ più impegnativo che risale solcando il lato sinistro dell'alta valle. Si continua a guadagnare quota, tra ripidi tornanti che si arrampicano sinuosi sui declivi spogli e pietrosi; dopo questa lunghissima salita si arriva al Julierpass. Nella piazzola è presente anche un piccolo punto ristoro per bere qualcosa e passare qualche minuto in relax, a differenza della maggior parte dei passi alpini, il Passo del Giulio rimane aperto per tutto l'anno poiché collega Thusis a St Moritz.alpi in bici
Scendendo nell'altro versante del passo si arriva nell'alta Engadina, dove nasce il fiume Inn, importante tributario del Danubio, e dove si ammira una vasta e verdissima area pianeggiante, con ben quattro laghi al suo interno, il lago di Sils, di Silvaplana, di Champfer e di Saint Moritz, circondati da rigogliosi boschi di Larici e Cembri, sovrastati dalle cime del Massiccio del Bernina a sud e dalle Alpi dell'Albula a nord, uno scenario decisamente bello e che merita una breve sosta per essere ammirato. Si discendono gli ultimi due stretti tornanti, proprio sopra il comune di Silvaplana, da qui una bella vista sull'omonimo lago mi accompagna fino ad arrivare in paese; speravo di trovare un clima più mite a valle, invece soffia un vento molto forte e sono letteralmente pervaso dal freddo. Con non poca fatica inizio a pedalare in direzione della famosa località turistica di Saint Moritz, splende un bel sole e nonostante il forte vento le strade sono molto affollate. Superato Saint Moritz si discende un breve tratto chiuso tra due strette pareti rocciose, in alto sulla sinistra scorre la ferrovia, mentre davanti alcuni passaggi in galleria; lasciato alle spalle lo stretto passaggio la strada si riapre nei pressi del comune di Shlarigna/Celerina, dove termina immettendosi nella Strada Principale 29, una delle arterie principali della Svizzera.alpi in bici
Svolto a destra, risalgo verso il Passo del Bernina costeggiando il torrente Ova da Bernina, la strada nel suo percorso si interseca più volte con la linea ferroviaria “Ferrovia Bernina”, che collega Saint Moritz a Tirano in Italia, questa linea è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, come una delle ferrovie a scartamento ridotto più spettacolari al mondo. L'arteria di montagna si snoda risalendo in un paesaggio composto da lussureggianti boschi di conifere ed imponenti e spettacolari ghiacciai, lo scenario inizia a cambiare salendo verso la località sciistica di Diavolezza, nome che trovo simpatico, mi fa canticchiare una bella canzone dei Rolling Stones; adesso la vegetazione diventa sempre più diradata e lascia spazio ad un territorio più austero e roccioso, ma pur sempre bello da osservare durante la pedalata. Si entra così nell'ultima parte della salita, una decina i chilometri ancora da affrontare prima di arrivare in cima, la passeggiata scorre piacevole tra dolci salite nemmeno troppo trafficate, anzi capita spesso di ritrovarmi a pedalare in tratti solitari, silenziosi, dove poter fare due chiacchiere con me stesso in tranquillità.alpi in bici
Inizio a capire che sono oramai in prossimità del valico, alla mia destra fa la sua comparsa il Lago Bianco, ora la strada ripiega in un'insenatura, volto per un attimo le spalle al lago, che rientra in visuale dopo aver affrontato un curvone a destra che porta anche negli ultimissimi metri della salita; ancora una curva a sinistra e si entra nel rettilineo finale, che attraversa l'Albergo Ospizio Bernina e il Lagh da la Cruseta sulla sinistra, e l'Hotel Restaurant Cambrena Berninapass a destra. Ed eccomi giunto al valico, mi concedo i soliti pochi minuti di sosta, qualche foto per immortalare il contesto e, mentre metto la mantellina, respiro a pieni polmoni, assaporando l'aria di montagna e di nuovo giù, via, si fa ritorno in Italia. Per questa volta avrei anche potuto fare a meno di indossare la mantellina, in una manciata di chilometri, tra belle e armoniose curve, sono già al bivio che a sinistra mi porterà alla Forcola di Livigno, mentre, proseguendo verso valle, continua la discesa che incontra i centri elvetici di Poschiavo, con il suo omonimo lago, e Brusio, prima di far rientro in Italia nel comune di Tirano.
Quindi, giunto al bivio, svolto a sinistra e attraverso la dogana, continuo in un breve e leggero tratto in falsopiano, che dolcemente mi accompagna alla base della salita diretta fino alla Forcola. Percorrendo questo leggero tratto posso osservare e studiare la salita che a breve andrò ad affrontare, da questa distanza è già possibile fare una stima approssimativa delle pendenze che mi aspettano ed è abbastanza chiaro che difficilmente scenderanno sotto al dieci per cento. A complicare la mia scalata c'è un semaforo che alterna il traffico, sicuramente non ce la farò a percorrere questo tratto nel tempo concesso, infatti mancano 10-15 metri al varco nel momento in cui scatta il verde nel senso opposto, così mi stringo sulla destra e cerco di accelerare il più possibile, nonostante il dodici per cento fisso di pendenza. Un motociclista distratto punta dritto verso di me, totalmente rivolto con lo sguardo altrove ignora la strada, con un gran fischio riesco a richiamare all'ultimo momento la sua attenzione, evitando così il peggio.alpi in bici
Aggiungo alla mia personale lista anche la Forcola di Livigno, salita breve ma intensa sicuramente, nella piazzola c'è un bel locale per una sosta, un bel panino con coca-cola e birra media per recuperare le energie, fuori c'è un timido sole e anche se è decisamente freddo decido di mangiare comunque all'aperto, al sole. Terminato il mio pasto, infreddolito riprendo la discesa in direzione di Livigno, il tempo intanto è peggiorato un pochino e inizia a cadere anche qualche goccia di pioggia, ma niente di che. Arrivato nel centro di Livigno svolto sulla destra in una rotatoria e proseguo sulla Strada Statale 301 del Foscagno, che collega questa zona alla Valtellina, in circa 37 chilometri, passando per la Valdidentro; si inizia a risalire tra ampi tornati immersi in uno splendido contesto di alta montagna, tutto intorno a me boschi di conifere che, insieme alla pioggia, emanano un piacevolissimo profumo che allieta la fatica.
All'altezza del terzo tornante inizio a sentire un gran baccano dietro di me, una decina di ragazzetti in e-bike, avranno sì e no 15 anni e indossano la divisa della nazionale italiana di ciclismo, mentre mi sfilano sulla sinistra scherzano con me e divertito sto allo scherzo, in un paio di minuti sono di nuovo solo con me stesso mentre ripenso, con un sorriso, a quelle simpatiche canaglie. Si sale di quota e gli alberi iniziano a diradarsi, in breve arrivo anche al Passo dell'Eira, 2208 metri, nel comune di Trepalle, da qui un tratto in discesa porta infine alla salita del Foscagno; la salita ha inizio subito dopo aver affrontato una galleria di protezione, il contesto è di quei paesaggi brulli e desolati di alta montagna, i chilometri saranno poco più di quattro in totale, ma con pendenze abbastanza severe che sovente superano il dieci per cento.alpi in bici
“Porto a casa” orgogliosamente anche questa salita, il quinto passo della giornata, quindi faccio una sosta per il cambio e qualche foto prima di varcare la dogana italiana, dove mi lasciano passare tranquillamente, e lanciarmi a valle verso la conclusione di questa bella ed intensa tappa, davanti a me una lunga e panoramica volata che in una ventina di chilometri mi porterà a Bormio, punto strategico della mia avventura, infatti trascorrerò qui due notti. Sono quasi le 17 e 30 quando arrivo nella località dell'alta Valtellina, ora inizio a pensare a dove e come sarà l'hotel che ho prenotato in tutta fretta senza indagare troppo, così lo visualizzo prima sulla cartina e poi lo raggiungo in una manciata di minuti e, con molto piacere, scopro che è un quattro stelle...quindi check-in al volo e si va in camera per una bella doccia calda, prima di uscire a visitare il borgo e mangiare qualche piatto tipico del posto, insieme a svariate birre ovviamente.
Percorsi 176 chilometri con 3842 metri di dislivello positivo.
 
 
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