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Ponte di Mostar
lifeintravel.it
Partenza/Arrivo
Trieste/Sarajevo
Luogo
Bosnia Herzegovina, Croazia, Montenegro, Slovenia
Stagione
Primavera, Estate
Durata
Cicloviaggiatore (8-15 giorni)
Lunghezza
1276 km
Percorso
Lineare
Dislivello
5001 e oltre
Difficoltà
Grande avventura
Tipo di fondo
100% Asfalto
Valutazione
Difficoltà
4/5
Panorama
5/5
Bici consigliata
Bici da ViaggioGravel
 
 

Prima di partire, ancora una volta, gli scettici erano più degli ottimisti. Trieste - Sarajevo, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Serbia-Montenegro... nomi che ricordano più la recente guerra jugoslava che località e paesaggi da andare a scoprire. Proprio per questo probabilmente sono le località che ho scelto per il mio viaggio estivo, lontano da mete gettonate e sovraffollate. Dopo aver rinunciato alla traversata delle alpi in MTB, ho dirottato le mie due ruote sull'asfalto ruvido dei Balcani. Inizialmente l'idea, come potete vedere nella pianificazione del viaggio, era quella di viaggiare da Trieste a Sarajevo e proseguire verso Belgrado. In parte ho seguito questo itinerario ma una volta giunto a Mostar, ho deciso di proseguire verso sud, entrare in Montenegro risalendo quindi a Sarajevo dove ho preso il treno per rientrare a casa.

Un percorso in cui si sono alternate soste al mare sull'Adriatico ad altre nelle alpi montenegrine o nelle lande della campagna bosniaca. Ho trascorso intere giornate pedalando ed a volte mi sono concesso soste e visite di luoghi e località interessanti lungo la strada. Il filo conduttore del viaggio è stata la cordialità della gente oltre al caldo torrido incontrato. Ovunque mi fermassi, soprattutto nei villaggi dell'entroterra bosniaco, la gente mi salutava ed era curiosa. Mi guardava sbalordita, con aria interrogativa, come spesso accade nei paesi in cui la fatica si fa per sopravvivere, non per divertirsi. La comunicazione era scarna, fatta di gesti e sorrisi, ma non per questo meno intensa ed incisiva. I bambini sono, qui come altrove, i più intraprendenti: mi sono ritrovato inseguito al confine croato-bosniaco, nei pressi di Bihac, da alcuni di essi a bordo di rottami travestiti da biciclette; mi hanno sostenuto riempiendomi la borraccia di acqua fresca nella torrida giornata che mi ha condotto da Mostar alle cascate di Kravica; ho discusso con loro di chi sia meglio tra Kakà ed Ibraimovic (orgogliosamente bosniaco) riposandomi all'ombra di una palma tra Jajce ed il lago di Jablanica.DSC 2706

Altri ricordi del viaggio me li regalano i colori ed i contrasti del paesaggio: il blu intenso dell'Adriatico, tutt'altro mare rispetto a quello dei miei giorni estivi da bambino sulle spiagge di Lignano Sabbiadoro; il verde delle foreste montenegrine; l'ocra del fieno dei pascoli bosniaci. I campanili delle chiese ortodosse affiancati ai minareti delle moschee mussulmane ed alle cupole delle sinagoghe ebree; la miriade di edifici ancora crivellati dai colpi di kalashnikov e quelli lasciati in macerie quasi a non voler dimenticare; i campi minati e la pericolosa voglia dei bambini di giocare liberi nei prati; la ricostruzione della "Stari grad" di Mostar in copia perfetta di ciò che era prima dei bombardamenti del 1993, così come quella di molte altre cittadine. Ma non si vede traccia di quell'odio che ha devastato i balcani meno di vent'anni fa... almeno non affiora in superfice e non è presente nelle parole dei giovani con cui ho parlato.DSC 2980

Venendo ai dettagli del mio itinerario, partendo da un paesino dell'entroterra dell'istria, Lupoglav, sono salito ai mille metri di Ucka, nell'omonimo parco naturale, prima di gettarmi in picchiata verso Rijeka (Fiume). Di qui ho seguito la costa fino a Senj dove ho deviato verso l'interno, il Parco Nazionale dei laghi di Plitvice e la Bosnia. Bihac prima, successivamente ad est verso Jajce ed infine a sud. Passato il lago di Jablanica, seguendo il corso della Neretva all'interno del canyon da essa formato sono giunto a Mostar. Sempre verso sud ho raggiunto Blagaj ed il monastero derviscio (tekija) alle sorgenti del fiume Buna per poi immergermi nello splendido anfiteatro naturale delle cascate di Kravica. Rientrato in Croazia ho disceso la costa tra Ploce e Dubrovnik e proseguendo verso sud sono entrato in Montenegro fino alla magica baia di Kotor. Di qui la strada è tutta in salita fino alle vette del Durmitor National Park. Dai 1900 m dei passi montani la strada verso Sarajevo è tortuosa ma breve.DSC 2523

Le tappe del viaggio

In tutto ho percorso 1300 km circa in 14 tappe di cui di seguito potete leggere il racconto dettagliato:

Lupoglav-Icici, una partenza col botto

Icici-Senj, si inizia a fare sul serio

Senj-Vrelo Korenicko, finalmente si sale

Vrelo Korenicko-Bihac, eccomi in Bosnia

Bihac-Mrkonjic Grad, a volte ci si deve trattare bene

Mrkonjic Grad-Prozor, passando per la città di Tito

Prozor-Mostar, in una fornace meravigliosa

Mostar-Kravica falls, che splendido anfiteatro

Kravica falls-Dubrovnik, si torna in Croazia

Dubrovnik-Stoliv, nella baia di Kotor

Stoliv-Niksic, mari e monti

Niksic-Zabljak, tra le alpi dei Balcani

Zabljak-Tara river, l'ennesimo confine

Tara river-Sarajevo, la fine senza saperlo

In un altro breve articolo trovate anche alcune delle sensazioni d'oriente provate nel viaggio
 
 
 
Ultima modifica: 10 Gennaio 2025
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Leo

Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!

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