L'itinerario ad anello nell'Oltrepò Pavese in bici verso il Passo del Carmine e Passo del Penice si sviluppa tra la Lombardia e l'Emilia-Romagna. In un unico percorso si possono scoprire Montebello della Battaglia, il passo del Carmine, la val Coppa, la val Tidone, alcuni borghi come Zavattarello, Romagnese, Casa Matti, Varzi, Rivanazzano Terme... senza dimenticare il re indiscusso di questo giro su asfalto, il monte Penice e il suo noto passo, con sprint finale al santuario di Santa Maria (1466 metri), tutto da conquistare!
In questo articolo
L’Oltrepò Pavese in bici, con il Passo del Carmine e il Passo del Penice, è senza dubbio un luogo meraviglioso da pedalare. Queste due scalate stradali, meno nota e più bassa la prima, più battuta e appagante la seconda, con l’immancabile compagno di avventure Alessio dei Cicloslavisti, sono state teatro di un impegnativo itinerario di ciclismo in sella alle nostre Salsa Fargo in modalità bikepacking in preparazione al viaggio in Peloponneso e appena dopo un piacevole giro sul Pasubio, sulla strada degli Eroi e quella degli Scarubbi.
Collegando questi due valichi dell’Oltrepò Pavese in bicicletta, uniamo due importanti crocevia nella zona meridionale della Lombardia, al confine con l’Emilia. Il passo del Carmine è un valico appenninico di interseco tra le valli Scuropasso, quella del Ghiaie di Montalto, la val Tidone e la val Coppa. Il passo del Penice invece, è il valico dell’Appennino Ligure che mette in comunicazione la valle Staffora con la val Trebbia e la val Tidone, che risultano anche essere i tre accessi al passo, ognuno con proprie pendenze e difficoltà.
Se vuoi approfondire l'argomento, oltre a questo articolo puoi dare un'occhiata all'escursione dello "stambecco orobico" Davide, il giro del Monte Lesima passando per il Brallo di Pregola e il Penice dalla Valle Staffora oppure l'anello di due giorni di Vero e Leo, tra val Tidone e val Trebbia, sempre alla ricerca di monti da scalare.
Oltrepò Pavese in bici: partiamo!
Il nostro itinerario in Oltrepò Pavese in bici parte dall’elegante piazzetta Italia di Montebello della Battaglia, dove la vista è deliziata dal ciottolato di via S. Pellico, la Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio e dal castello Beccaria.
Dal centro di Montebello ci muoviamo in direzione di Borgo Priolo, prima sulla SP20 e poi sulla SP203, fortunatamente poco trafficata questa mattina.
Dobbiamo scaldare le gambe per due ragioni: i due passi che affronteremo oggi sono uno più tosto dell’altro e secondariamente, nonostante sia ancora il 10 settembre, la giornata che ci attende ricorda più gennaio che l’estate, visto il manto di nuvole che copre il cielo e il freddo che – ancora non sappiamo – ci avvolgerà in cima al passo Penice.
All’altezza del comune di Borgo Priolo – e precisamente nella località di Ghiaia dei Risi – abbandoniamo la SP203 per imboccare la sorella secondaria SP38 che, seguendo il torrente Coppa, ne risale in modo costante ma mai particolarmente impegnativo la sponda destra fino al passo del Carmine toccando gli sparuti gruppi di case e frazioncine Ponte Carmelo, Ca’ del Fosso, Canavera e Ca’ del Zerbo. Inutile dire che le sinuose colline e i pittoreschi vigneti che ci circondano e ci accompagnano verso il primo passo sono la perfetta cornice di un tour in Oltrepò Pavese in bicicletta!
Il Passo del Carmine è conquistato!
Da Canavera la pendenza si fa più impegnativa e la strada sinuosa fino all’incrocio con la SP201: al passo del Carmine mancano una manciata di metri di dislivello e alcune centinaia di metri di pedalata.
Raggiungiamo i 603 metri del passo del Carmine in località Bivio Carmine: se vuoi concederti una meritata pausa prima di proseguire, imbocca la SP203 fino al santuario Nostra Signora di Montelungo e il relativo parco. Noi invece proseguiamo dritti verso un rapido atterraggio sino all’incrocio con la SP412 presso la località Casa Marchese.
Oltrepò Pavese in bicicletta: risalita della Val Tidone.
Abbiamo raggiunto così la val Tidone, che prende il nome dal fiume che risaliremo fino alle pendici del monte Penice. Poco lontano da questo incrocio, leggermente più a valle, si trova il Lago di Trebecco, bacino artificiale costituito in seguito alla costruzione della Diga Molato: se a differenza nostra vuoi allungare questo itinerario di 6 km per goderti la vista del lago è consigliato, ma ricorda che da qui ci sono ancora 24 km di salita!
Proprio in corrispondenza del bivio infatti, ricomincia la salita per raggiungere il passo Penice in bicicletta e oltre, verso il Santuario di Santa Maria... ma andiamo per gradi.
All’incrocio con la SP207 per Zavattarello, proprio in prossimità dei cartelli di inizio del paese (un po’ fuorvianti, visto che il vero centro è almeno a 4 km di ulteriore salita), ci concediamo due meravigliosi panini sapientemente confezionati da Maria, mamma di Alessio: questa è la giusta carica per affrontare la lunga salita, in ogni caso molto piacevole per la gradevole vista sulla varietà di panorami che ci accompagnano.
Al ritmo di musica, tra le poetiche colline dell’Oltrepò Pavese in bici, alla vista delle imponenti antenne del Penice, attraversiamo nell’ordine Panigà, Romagnese, Case Picchi, Canedo fino a raggiungere Casa Matti (969 m), punto che diventa fondamentale per due motivi: primo poiché sappiamo essere a 5 km dal passo del Penice e secondo perché superate le case del centro troviamo non una bensì due fontanelle, per ricaricarci di acqua prima dell’ultima (o penultima) fatica.
Eccoci al Passo Penice!
Qualche tornante dopo ci ritroviamo immersi in una fitta vegetazione e la temperatura scende drasticamente: questi, insieme alla segnaletica orizzontale che indica -500 metri e poi -200 metri, sono i segnali che stiamo per raggiungere il passo del Penice in bicicletta (1149 metri).
E infatti non tarda il cartello stradale, che prendiamo d’assalto per le foto di rito a sorrisi stampati, ma comunque provati dal freddo.
Dopo aver ripreso fiato, comincia la parte più difficile di questo itinerario tra Oltrepò Pavese e appennino ligure in bici: continuare fino al Santuario di Santa Maria (1466 metri) è impegnativo poiché si tratta di una salita costante di 3,5 km a poco meno del 9% di pendenza ma con la rampa finale che tocca il 14% e che fa accelerare il battito cardiaco.
Vedere le imponenti antenne e il santuario avvicinarsi è sicuramente appagante, ma mai quanto lo spettacolo che si gode dalla cima del Penice: in una giornata limpida il panorama verso la Pianura Padana e l’Appennino è magnifico… oltre al poetico scorcio sull’arco alpino!
Nel nostro caso sono solo nuvole bianchissime e dense come delle meringhe appena sfornate, che in parte bloccano alla vista di spaziare verso l’orizzonte, ma non limitano la visuale sulla sottostante Bobbio e i lontani gruppi di case. Prima di essere completamente avvolti dalla nebbia riusciamo a far volare i nostri droni per un po’ di materiale foto e video (trovi il video-racconto dell’avventura in Oltrepò Pavese in bicicletta in fondo alla pagina), ma quando il freddo diventa intollerabile scegliamo di vestirci di ogni abito rimasto e di affrontare i più di 25 km di discesa in direzione Varzi.
Una piacevole discesa fino alla regina dell'Oltrepò Pavese.
La picchiata iniziale verso il passo delle Tre Strade e la dolce discesa della SPexSS461 ci conduce alla ridente località nota per i salumi e il salame, Varzi. Poi, toccando Godiasco e Salice Terme, sempre su asfalto, arriviamo a Rivanazzano Terme. Una cosa non ho ancora nominato in questo tour: sarebbe da rendere obbligatoria la sosta in una delle numerose cantine o osterie di queste terre, per rendere omaggio sì ai salumi ma soprattutto alla Bonarda (sì, LA Bonarda, che è tassativamente femminile).
Da Rivanazzano pedaliamo sulla vecchia ferrovia convertita in percorso ciclopedonale e chiamato Greenway Voghera-Varzi, passando da Retorbido e Codevilla, dove abbandoniamo la ciclabile per rientrare in un ultimo piacevole saliscendi verso Torrazza Coste e Montebello della Battaglia, chiudendo l’anello da 102 km.
Il percorso in Oltrepò Pavese in bici è abbastanza impegnativo, ma con le dovute pause e affrontando la salita con il giusto ritmo (ricordati che nessuno ti sta inseguendo), sarà sicuramente gratificante. Se non ti senti di affrontare insieme il passo del Carmine e il passo del Penice in bicicletta, puoi pensare di spezzare l'itinerario in due percorsi più brevi, in modo da apprezzare queste due ottime salite dell'Oltrepò Pavese.
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